La 4×100 maschile sogna in grande per un’altra magia mondiale

Nella grande serata di Budapest anche le finali della staffetta veloce femminile, di Stecchi nell'asta e Battocletti nei 5000

Ferdinando Savarese

26 Agosto 2023

Avevamo auspicato la grande reazione di Filippo Tortu, dopo la delusione sui 200 metri, per raggiungere la finale mondiale nella 4×100 mancata dalla staffetta azzurra l’anno scorso a Eugene dopo i fasti di Tokyo 2021 ma, oltre a questa che sicuramente c’è stata in pieno con il velocista brianzolo finalmente capace di esprimere appieno tutto il suo infinito talento, abbiamo assistito ieri sera ad una splendida esibizione globale di tutti i componenti della squadra italiana, con un sempre più convincente Roberto Rigali in prima frazione, il campione olimpico Marcell Jacobs motivato più che mai in seconda, e la sicurezza di Lorenzo Patta capace di interpretare al meglio qualunque curva gli si proponga.

Il crono ottenuto di 37″65, seconda miglior prestazione nazionale di sempre ed il primo tra i tempi delle otto finaliste, crea certamente grandi aspettative per la finale di questa sera alle 21,40 con gli avversari più pericolosi degli azzurri alla ricerca di un altro sogno mondiale, dopo l’oro olimpico, che saranno rappresentati dagli Stati Uniti, certamente sulla carta più forti globalmente se presi singolarmente ma conta quanto viaggi veloce il testimone e gli atleti USA non sono certo maestri dei cambi, poi il Sudafrica, la Giamaica e il Giappone, con la Gran Bretagna un gradino più sotto anche perché avrà Zharnel Hughes con un carico di ben 6 gare in pochi giorni.

Più difficile, con tutto il rispetto per il fantastico record italiano ottenuto ieri sera di 42″14, pensare che le atlete della 4×100 femminile possano puntare ad un podio nella finale delle 21,53, con Stati Uniti, Giamaica, Gran Bretagna e Costa D’Avorio che appaiono certamente più forti, ma la logica dei cambi è sempre imprevedibile per cui non costa nulla sognare in grande anche per le quattro ragazze italiane, Zaynab Dosso, Dalia Kaddari, Anna Bongiorni e Alessia Pavese, autrice quest’ultima ieri sera di una frazione veramente spaventosa.

Nella prima mattinata dell’ottava giornata dei campionati del mondo di Budapest, con partenza alle 7, è in corso la maratona femminile con l’azzurra Giovanna Epis capace quest’anno di correre in 2h23’46 in aprile ad Amburgo, sfiorando di due secondi il record italiano di Valeria Straneo.

In una maratona di un campionato iridato, dove non sono mai presenti tutte le principali specialiste per la logica che si possono correre ai massimi livelli solo 2 o 3 gare di questo genere all’anno, e la grandi 42,195 km majors di autunno sono alle porte, tutto potrebbe essere possibile per cui anche la gara dell’atleta veneta che si allena a Milano con il mitico Giorgio rondelli sarà da seguire con grande interesse.

Rigali-Jacobs-Tortu-Patta (foto Colombo/FIDAL)

In serata, oltre alle due attesissime staffette, sarà anche l’ora della finale per altri due azzurri a cominciare dallo specialista del salto con l’asta, Claudio Stecchi, il quale dopo aver superato la qualificazione con 5,75 al terzo salto, a sette centimetri dal personale eguagliato di recente, sarà impegnato in una progressione particolarmente impegnativa: 5,55-5,75-5,85-5,90 e poi avanti di cinque centimetri.

Alle 20.50 poi, nella finale dei 5000 metri, Nadia Battocletti, già settima alle Olimpiadi di Tokyo, che mercoledì ha ottenuto il grande crono di 14’41″78 arrivando vicinissima al suo fresco record italiano e ottenendo già il minimo per le Olimpiadi di Parigi 2024, che proverà a lottare con tutta la sua infinita determinazione per provare a migliorarsi ancora cronometricamente.

Primo turno per le staffette 4×400 metri con gli azzurri alle 19.42 in seconda batteria dove troveranno come avversari diretti Giamaica e Belgio, argento e bronzo nella scorsa edizione, e l’Olanda che invece ha conquistato l’argento a cinque cerchi, mentre seconda batteria anche per la 4×400 femminile dell’Italia, alle 20.07, contro le campionesse olimpiche e mondiali degli Stati Uniti e la Gran Bretagna bronzo iridato.