Tra tutte le discipline femminili dei campionati del mondo che si disputeranno in pista a Budapest, dal 19 al 27 agosto prossimo, in quella del salto in lungo che vivrà le sue qualificazioni proprio nella giornata inaugurale di sabato prossimo gareggerà l’atleta azzurra maggiormente indiziata per un posto sul podio, la 21enne Larissa Iapichino che è reduce da tre successi consecutivi in Diamond League, anche se di fatto sono presenti quattro atlete che hanno saltato più di sette metri in stagione, in una competizione che non vedrà la presenza della campionessa olimpica e iridata di Eugene 2022, la tedesca Malaika Mihambo ferma per infortunio.

In cima alla classifica stagionale c’è la giamaicana coetanea dell’azzurra, Ackelia Smith, che ha ottenuto un personale di 7,08 m per vincere il Big 12 Conference Championships a maggio con cui si è portata al secondo posto nella lista giamaicana di tutti i tempi, ma per continuità di risultati appare ancor più pericolosa la statunitense Tara Davis-Woodhall, che ha superato i sette metri per tre volte in questa stagione, compreso un 7,11 leggermente ventoso dell’USATF Bermuda Grand Prix a maggio, e con un record stagionale di 7,07 due settimane prima.

Ma altre due statunitensi posso certamente farsi valere quali Quanesha Burks e Jasmine Moore con quest’ultima che ha saltato 7,03 metri ai Campionati NCAA Indoor, mentre la prima ha vinto con 6,98 la Diamond League di Londra dove non era presente Iapichino che ha dimostrato uno straordinario carattere nelle sfide dirette e che, a Budapest, sarà anche stimolata dal ricordo di quanto fece sua madre Fiona May, esattamente 25 anni prima, quando nello stesso impianto durante i Campionati Europei del 1998 saltò i 7,11 metri dell’attuale primato italiano.

Senza la Mihambo la saltatrice con il più prestigioso palmares composto da due titoli mondiali indoor, due medaglie di bronzo iridate e quattro trofei della Diamond League, oltre che uno straordinario personale di 7.24, è certamente la 33enne serba Ivana Spanovic Vuleta, che quest’anno ha saltato 6.98 nelle qualificazioni dei campionati europei indoor dove ha poi vinto il bronzo con 6,91.

La britannica Jazmin Sawyers sarà alla sua quarta apparizione ai campionati del mondo dove si presenta forte del titolo europeo indoor conquistato con 7,00 metri a Istanbul, proprio davanti a Larissa che fece il personale di 6,97, ma attenzione anche alla campionessa asiatica Sumire Hata, alla rumena Alina Rotaru-Kottmann, a Marthe Koala del Burkina Faso e all’altra serba Milica Gardasevic.

Chiudono l’elenco delle principali avversarie dell’azzurra, la medaglia d’argento dell’Oregon la nigeriana Ese Brume e l’ucraina Maryna Bekh-Romanchuk, medaglia d’argento a Doha 2019.

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Salto in alto femminile

Yaroslava Mahuchikh è fuggita dai bombardamenti russi sulla sua città natale, Dnipro, lo scorso anno e, dopo un viaggio in auto di sei giorni, è arrivata a Belgrado dove ha aggiunto il titolo mondiale indoor di salto in alto all’argento mondiale all’aperto e al bronzo olimpico che aveva già collezionato.

Il suo stato di forma quest’anno si è mantenuto ad alti livelli e, al coperto, è in testa alla classifica mondiale con 2,02 con cui ha vinto il titolo europeo, mentre all’aperto è seconda con un best di 2,01 m ottenuto nella Diamond League di Rabat.

La 21enne saltatrice dovrà affrontare la temibile opposizione di due straordinarie atlete australiane quali Eleanor Patterson, che ha conquistato il titolo mondiale in Oregon dopo che sia lei che la sua rivale ucraina hanno superato i 2,02 m, e Nicola Olyslagers, che ha vinto l’argento alle Olimpiadi di Tokyo stabilendo il record dell’Oceania che la Patterson ha poi eguagliato.

La Serbia si aspetta molto dal suo fenomeno 18enne Angelina Topic, la cui madre Biljana è la primatista serba di salto triplo femminile, quarta ai Campionati del Mondo del 2009, e il cui padre Dragutin è il primatista serbo di salto in alto e vincitore del titolo europeo del 1990, ma in lizza per una medaglia c’è anche l’ex eptatleta britannica Morgan Lake, che in questa stagione ha superato 1,97 m all’aperto e 1,99 m al coperto.

Anche una terza ucraina è in lizza, l’argento mondiale 2017 Yuliia Levchenko, che ha saltato 1,98 m in questa stagione, così come la tedesca Christina Honsel, mentre le speranze della Giamaica saranno affidate a Lamara Distin, che quest’anno ha saltato 1,97 al coperto.

Italia purtroppo non rappresentata in quanto il bronzo mondiale di Eugene, Elena Vallortigara, ha dovuto rinunciare nelle ultime settimane per un problema fisico.

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Salto con l’asta femminile

La statunitense Katie Moon è stata la dominatrice per la terza stagione consecutiva all’aperto, sinora, in quanto la 32enne campionessa olimpica a Tokyo e mondiale in Oregon l’anno scorso, ha ottenuto vittorie nel circuito della Diamond League a Doha, Firenze e Losanna ed è in testa alla classifica mondiale outdoor 2023 con il salto di 4,90 m che le è valso il primo titolo statunitense all’aperto in un felice ritorno all’Hayward Field il 9 luglio scorso.

Con 4,82 m, 4,81 m e 4,80 m, Moon vanta quattro dei sei migliori risultati di quest’anno, ma l’ex ginnasta è stata battuta tre volte in quanto a maggio non ha superato la misura di entrata alle Drake Relays, a Parigi è arrivata terza dietro la campionessa australiana dei Giochi del Commonwealth Nina Kennedy e la francese Margot Chevrier, mentre il 23 luglio è arrivata seconda dietro alla finlandese Wilma Murto nella Diamond League di Londra.

Nella capitale inglese, Murto ha ottenuto il suo miglior risultato stagionale con 4,80 m e la vittoria avrà dato certamente un’importante spinta psicologica alla venticinquenne, che l’anno scorso, si era migliorata di ben 13 cm per conquistare il titolo europeo con un salto di 4,85 metri a Monaco. Salire sul podio a livello mondiale rappresenterebbe un’ulteriore progressione per la finlandese volante, che a marzo ha vinto il titolo europeo indoor a Istanbul dopo che l’anno scorso è arrivata sesta in Oregon e quinta alle Olimpiadi di Tokyo 2021.

Il secondo posto nella lista mondiale outdoor è occupato dalla neozelandese Eliza McCartney, medaglia di bronzo olimpica del 2016 che negli ultimi anni è stata afflitta da problemi al tendine d’achille. La 26enne neozelandese ha fatto una sola apparizione in Diamond League nel 2023, piazzandosi terza dietro Moon e Murto a Losanna, ma il 30 luglio a Schifflange, in Lussemburgo, è salita sino a 4,85 m che rappresenta il suo miglior risultato da quattro anni a questa parte.

Tra le altre candidate al podio in una gara dagli altissimi contenuti tecnici le compagne di squadra di Moon, Katie NageotteSandi Morris e Bridget Williams, la slovena Tina Sutej e la greca ex campionessa mondiale e olimpica Katerina Stefanidi, la canadese Alysha Newman, mentre la primatista italiana Roberta Bruni cercherà una posizione finale di prestigio.

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Salto triplo femminile

Dal 2017 solo una donna è salita sul podio del salto triplo ai principali campionati mondiali, la venezuelana primatista del mondo Yulimar Rojas, regina incontrastata della disciplina che punterà a un quarto successo da record e, in caso di successo, deterrà un quarto di tutti i titoli di salto triplo femminile nella storia della manifestazione, dopo l’introduzione della specialità nel programma dal 1993.

La fenomenale saltatrice sudamericana nel 2023 ha portato a 44 il totale dei suoi salti oltre i 15 metri, tra cui il 15,16 m dei Giochi centroamericani e caraibici e il 15,18 m della Diamond League in Slesia, una barriera che solo altre due atlete iscritte hanno superato nella loro carriera, la statunitense Jasmine Moore che ha ottenuto il record nord americano con 15,12 metri ai Campionati NCAA Indoor di Albuquerque a marzo, mentre l’ucraina Maryna Bekh-Romanchuk ha saltato 15,02 m per vincere il titolo europeo a Monacodi Baviera lo scorso agosto.

Grazie a quella prestazione agli NCAA, la Moore è diventata la prima donna nella storia a superare i sette metri nel salto in lungo e i 15 metri nel salto triplo indoor, completando la doppietta di salti dopo aver vinto il titolo nel salto in lungo con un balzo di 7,03 metri.

Un’altra sicura candidata al podio sarà la cubana Leyanis Perez Hernandez che è andata molto vicina ai quindici metri saltando 14,98 per ottenere l’argento dietro a Rojas ai Giochi centroamericani e caraibici del 5 luglio e che ha ottenuto la sua prima vittoria in Diamond League a Rabat, battendo Bekh-Romanchuk e la giamaicana Shanieka Ricketts, anch’essa tra le pretendenti a Budapest.

Da ricordare anche l’altra cubana, quinta classificata a Tokyo 2021, Liadagmis Povea, la giamaicanana iscritta anche nel lungo Ackelia Smith, la primatista delle Bahamas Charisma Taylor, le statunitensi Tori Franklin e Keturah Orji, oltre naturalmente le due azzurre Dariya Derkach e Ottavia Cestonaro che lotteranno per un posto nella finale a 12.

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