Per Alessia Trost il 2021 sarà certamente un anno fondamentale per tanti motivi, a partire ovviamente dai numerosissimi impegni internazionali in calendario, ma anche per il suo desiderio di riscatto dopo anni complicati, per motivi sempre diversi che, in un modo o nell’altro, le hanno impedito di esprimere appieno il suo enorme potenziale.
Il 2020, per lei, doveva rappresentare una stagione di cambiamento, in quanto dopo tre anni passati ad Ancona ad allenarsi con Marco Tamberi, si era trasferita a vivere a Monza, per allenarsi a Sesto San Giovanni, con Roberto Vanzillotta.
Come spesso accade, in ogni ambito agonistico, non sempre i risultati di questo tipo di operazioni tecniche si possono vedere subito e, oltretutto, l’anno che sta per concludersi, per le conseguenze dovute agli effetti delle varie disposizioni governative prese per contrastare la pandemia, ha creato problemi di vario genere nella preparazione di tantissimi atleti.
Insomma, un insieme di situazione non favorevoli hanno impedito, certamente, ad Alessia di capitalizzare al meglio quel cambiamento che, di per se, richiedeva un minimo tempo di adattamento e, dopo un buon inizio alle indoor con un incoraggiante 1.90 agli italiani assoluti, la stagione estiva del post lockdown le ha riservato sensazioni non positive che l’hanno spinta a fermarsi, prima della fine, per concentrarsi appieno sul 2021.
Nel frattempo, ci sono state importanti novità, che ci facciamo raccontare direttamente da lei, insieme alla situazione attuale e i programmi per il prossimo futuro.
Ciao Ale, ti avevo incrociata, pochi minuti, in occasione dell’inaugurazione dell’Arena, ad ottobre, e mi avevi raccontato di esserti trasferita a vivere a Como, da Monza. Come mai e come ti trovi adesso?
Ciao, in effetti vivo a Como ormai da fine settembre ed è stata una scelta concordata con il mio tecnico, nella misura in cui non mi alleno più tutti i giorni a Sesto San Giovanni, ma vado solo quando devo fare determinati lavori di tecnica, mentre le altre sedute le faccio al campo CONI di Camerlata, che è una frazione del comune di Como.
La scelta di trasferirmi qui è legata a motivi personali, di carattere sentimentale, ma certamente adesso abito in un contesto più aperto e spazioso rispetto a quando ero a Monza, e devo ammettere che mi sento particolarmente a mio agio.
Tornando alla stagione estiva non brillante, pensi che le tue difficoltà siano dipese da fattori di testa legati al fatto che sei rimasta isolata, in un monolocale, per quasi due mesi a Monza, a una sorta di demotivazione per la soppressione di Olimpiadi ed Europei, oppure anche ad altro?
E’ stato certamente un anno, da fine febbraio in avanti, drammatico per i motivi ben noti e, sicuramente, specie durante il lockdown, credo che qualsiasi atleta abbia avuto problemi nell’allenarsi al meglio.
Però, onestamente, a un certo punto è stata pianificata una stagione con gare che potevano dare buoni stimoli e io, evidentemente, non sono stata abbastanza pronta a cogliere tali situazioni agonistiche.
Voglio dire che penso che la mia preparazione non sia stata adeguata, per svariati motivi, e che il mio fisico abbia bisogno di carichi maggiori che, infatti, sto attuando in questo periodo.
Te lo dico perché, in maniera molto serena, abbiamo fatto delle valutazioni a fine stagione per cui siamo giunti alla conclusione che il lavoro di preparazione fisica andasse cambiato e, in tale ottica, il mio staff si è ampliato con la figura di Carlo Buzzichelli, preparatore atletico che si occupa adesso di mettermi in condizione, mentre per la parte tecnica continua il lavoro con Roberto.
Ovviamente questo non vuol dire che, in questo anno, si sia sbagliato tutto, anzi è stato fondamentale per capire meglio determinati meccanismi su cui impegnarsi a fondo per il futuro.
Trovo che ti faccia molto onore che non voglia trovare troppe scuse per la tua stagione. La decisione di smettere, ad inizio agosto, l’hai presa da sola o in accordo con Roberto?
Insomma, dopo l’1,77 di Trieste il primo agosto, ho ritenuto che proprio non fosse il caso di andare avanti, sentivo che il mio fisico me lo chiedeva.
Con Vanzi, dopo le prime due gare non esaltanti di Savona e Gavirate, con 1,81 e 1,84 saltati, avevamo pensato di provare ad arrivare sino ai Campionati Assoluti di Padova di fine agosto, lui avrebbe preferito così, ma dopo Trieste sinceramente non me la sono proprio sentita.
Come va adesso la preparazione e come gestisci le situazioni tra i due differenti campi di allenamento?
Essendomi fermata presto ho ripreso alla grande, da inizio settembre, e posso dirti di sentirmi molto bene con il mio fisico che sta rispondendo, nel migliore dei modi, ai nuovi carichi che abbiamo posto in essere.
Quando mi alleno a Como lo faccio da sola, seguendo le indicazioni di Carlo che, come detto, mi fornisce tutti i programmi legati al raggiungimento della miglior condizione fisica, mentre poi a Sesto svolgo gli altrettanto fondamentali esercizi legati alla tecnica.
Credo d’altra parte che, a una certa età, dopo tanti anni di attività agonistica, un’atleta debba avere la necessaria maturità per trovare i giusti stimoli anche ad allenarsi da sola, per poi saper gestire, al meglio, determinate emozioni in gara.
Credo, realmente, che questo sia molto giusto e parlando di gare, allora, hai voglia di tornare in pedana e quali sono i programmi per le indoor?
Ho una voglia incredibile di gareggiare e questo lo trovo molto positivo. Certamente farò le indoor anche se ancora non abbiamo ben definito il programma.
L’anno prossimo ci sono, poi, a marzo nel giro di due settimane mondiali ed europei al coperto, per cui il desiderio di esserci a entrambi gli appuntamenti è forte, anche se andranno valutate tante cose.
Questa rubrica si chiama Road to Tokyo, ma non abbiamo trattato delle Olimpiadi. Ovviamente ne riparleremo più avanti, dopo le prime uscite dell’anno prossimo, ma dimmi solo quale obiettivo ti sei proposta?
Per adesso, devo solo pensare ad ottenere il pass per esserci certamente e, anche se con il ranking sono messa bene, mi piacerebbe ottenere prima di allora il minimo richiesto di 1,96 che mi darebbe grande sicurezza per affrontare, al meglio, quel fondamentale appuntamento.