Road to Tokyo: Andrea Ceccarelli

Il talento non basta se non si ha accanto un grande tecnico

Negli ultimi mesi abbiamo intervistato tantissimi atleti potenziali o sicuri qualificati per le Olimpiadi di Tokyo ed ora, che le convocazioni sono state ufficialmente definite, continueremo a farlo con quelli convocati, sino agli ultimi giorni prima della definitiva partenza per il Giappone.

Crediamo però, sia doveroso rivolgere la giusta attenzione anche a coloro che stanno dietro alle prestazioni dei nostri e delle nostre atlete, i loro tecnici e abbiamo pensato di intervistarne uno dei tanti che, come i loro ragazzi, prenderanno la strada per Tokyo, salendo sull’aereo per il Sol Levante.

Ovviamente da parte nostra i più sinceri complimenti a tutti, ma dovendo operare una scelta l’abbiamo fatto verso chi, da un lato riveste l’importante ruolo di Direttore Tecnico del Gruppo Sportivo delle Fiamme Gialle ma, dall’altro, segue personalmente atleti e atlete, anche di altri Gruppi Sportivi, tra cui su tutte una delle grandi rivelazioni di questa stagione 2021, la mezzofondista Gaia Sabbatini.

Stiamo parlando di Andrea Ceccarelli, ex specialista del mezzofondo veloce dove ha avuto la sfortuna di gareggiare nei mitici anni 90 quando, nella sua specialità degli 800 metri,  sono esplosi atleti del calibro di Giuseppe D’Urso, Andrea Benvenuti, Andrea Giocondi e Andrea Longo e, al cospetto di tali talenti, per Ceccarelli che vantava un onorevole personale di 1’46″56 era complicatissimo vincere titoli, ma anche poter partecipare a manifestazioni internazionali importanti.

Ma siccome la passione per l’Atletica è stata più forte delle situazioni contingenti, Andrea non si è certo demoralizzato e ha deciso di fare di questo sport la missione della sua vita, impegnandosi nel Gruppo Sportivo Militare delle Fiamme Gialle, anche dopo la fine della carriera agonistica.

E allora facciamoci raccontare da lui le sue emozioni di questi giorni nell’ambito delle sue varie funzioni.

Ciao Andrea, parliamo innanzitutto delle convocazioni ufficiali per le prossime Olimpiadi a livello atleti delle Fiamme Gialle. Sei soddisfatto del risultato ottenuto?

Ciao e grazie per l’attenzione. Il nostro desiderio e proponimento era sempre stato, sin dall’inizio del 2020 e ovviamente poi del 2021, di riuscire a portare ai Giochi Olimpici 20 nostri atleti. In teoria avremmo perfettamente centrato l’obiettivo se, purtroppo, non ci fosse stata la rinuncia forzata di Larissa Iapichino.

Questo per le Fiamme Gialle è un anno particolarmente significativo e voglio anche ricordare che si è celebrato, nelle ultime settimane, il 100esimo anniversario della nascita della vostra sezione di Atletica Leggera.
Quale è stato, per te, a parte immagino tali celebrazioni, il momento agonistico più bello, sinora di questo 2021?

Ce ne sono stati tanti ma penso certamente che l’emozione maggiore sia stata, questo inverno, lo straordinario salto a 6,91 del record del mondo under 20 di Larissa atleta di un talento straordinario che, oltretutto, era appena entrata nel nostro Gruppo Sportivo.

Tu, come noto, sei il Direttore Tecnico dell’Atletica Fiamme Gialle, e coordini tutti i responsabili dei vari settori ma, curiosamente, quella che è stata forse la tua maggior soddisfazione da allenatore diretto l’hai avuta da un’atleta non del vostro Gruppo Sportivo.
Gaia Sabbatini è infatti arruolata nel Gruppo delle Fiamme Azzurre ma vive e si allena a Castelporziano, il vostro centro sportivo. Come è nata questa collaborazione?

Gaia verso la fine del 2018, inizio del 2019, ha sentito l’esigenza di modificare qualcosa nel suo modo di allenarsi, vi era in lei il bisogno di cambiare ambiente ma anche la necessità di una situazione che le permettesse di avere tutto a portata di pochi metri, mentre nella sua città di Teramo questo era molto più complicato.

Il nostro Centro Sportivo è l’ideale per un’atleta, anche se ovviamente vivere dentro comporta dei sacrifici, oltre al fatto che chi proviene da altre città abbandona la propria famiglia e le proprie amicizie.

Ma questo per Gaia non è mai stato un problema e, anche se all’inizio ha avuto qualche difficoltà nell’approcciare il nuovo metodo di lavoro, non si è mai minimamente demoralizzata sapendo sempre reagire a ogni difficoltà, e i risultati si sono visti alla grande.

Ho avuto modo di intervistare Gaia direttamente un paio di volte e, in effetti si percepisce in lei una determinazione fuori dal comune che poi si vede sempre in gara dove realmente non ha paura di nulla. Sei d’accordo sul fatto che questa sia una delle sue doti migliori?

Si certamente, Gaia non ha veramente paura di nulla e questa è una dote fondamentale specie in discipline come quelle del mezzofondo dove, in ogni caso, esiste la possibilità del contatto ed anche quella di prendere delle chiodate nelle gambe.

Entrando più nel merito di questo grande risultato ottenuto da Gaia con la qualificazione olimpica, già in inverno si erano viste delle ottime cose con la partecipazione agli Euroindoor di Torun, ma lì forse qualcosa non ha funzionato al meglio. Cosa è successo dopo?

In effetti Gaia non è uscita al meglio da quell’evento, ma era il suo primo importante a livello internazionale assoluto e certamente, per lei, è stato fonte di enorme esperienza.

Dopo la Polonia non ho dovuto fare niente di più che ricaricarla mentalmente ma non è stato certo difficile e, anzi, proprio da lì è partita la molla giusto, il cambio definitivo di ritmo che l’ha portata a realizzare quello che ha fatto, in particolare con la prestazione con ottimo crono del Golden Gala di Firenze.

Quali ritieni possano essere stati i punti salienti che hanno consentito alla tua atleta di cambiare la sua dimensione agonistica?

La mia filosofia di lavoro, specie legata a un’atleta giovane, parte dal presupposto di introdurre ogni anno degli elementi nuovi, senza voler forzare i tempi della crescita agonistica.

Con Gaia infatti, da quando ho cominciato ad allenarla, non ho subito applicato allenamenti troppo duri e, seguendo questa logica, quest’anno ho introdotto qualcosa in più rispetto al passato che le è servito molto per fare il definitivo salto di qualità.

In particolare quali sono state le novità del 2021?

Quest’anno abbiamo aumentato i carichi di lavoro in palestra nel senso che abbiamo portato le sedute settimanali da 1 a 2, e poi senza esagerare abbiamo fatto in modo che il peso di Gaia diminuisse di un paio di chili per cui questi due elementi combinati, aumento di forza e peso leggermente inferiore, sono risultati certamente vincenti.

Adesso, sino alle Olimpiadi, per Gaia ci sarà solo l’impegno degli Europei Under 23 o magari qualcos’altro dopo?

Vediamo come torna dall’impegno in Estonia, ma mi piacerebbe facesse almeno un altro 800 metri per velocizzare ancora un po’ in funzione delle batterie dei 1500 alle Olimpiadi, dove sarà fondamentale avere un grande spunto finale per cercare di andare oltre il sogno già raggiunto.

Grazie Andrea complimenti ancora per tutto quello che fai quotidianamente in maniera egregia e, visto che abbiamo tanto parlato di Gaia, vogliamo mostrare dopo la sua foto una parte di quanto da lei scritto, sul suo profilo social, il giorno della convocazione ufficiale per le Olimpiadi.

Gaia Sabbatini (foto Grana/FIDAL)
Gaia Sabbatini (foto Grana/FIDAL)

Estratto originale dalla pagina Instagram di Gaia Sabbatini

“Scrivo questo post con gli occhi lucidi. Era il 2012 ed una bimba dai capelli biondi scriveva nel suo diario segreto del Nintendo Ds che il suo più grande desiderio era di partecipare alle Olimpiadi del 2020. 
A 12 anni avevo già le idee molto chiare, oggi questo sogno è diventato realtà e sono così emozionata, così felice che mi scoppia il cuore! 
Questo è solo l’inizio di un lungo viaggio e sono carica e concentrata per dare il meglio di me! 
Ringrazio tutti coloro che mi hanno seguita in questo percorso, il mio allenatore Andrea Ceccarelli, il mio fisioterapista Cristian Bruno, il mio nutrizionista Francesco Fagnani. Ci vediamo a Tokyo!”.
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