Road to Tokyo: Eyob Faniel

Il pluriprimatista italiano verso il Giappone con grandi ambizioni

L’Italia è certamente un Paese di gente che corre, per cui le imprese del più forte specialista di sempre nelle corse su strada non possono che entusiasmare tantissimi appassionati.

Eyob Faniel è un atleta nato il 26 novembre 1992 nella capitale dell’Eritrea, Asmara, e si è trasferito in Italia dal 2004, per raggiungere definitivamente il padre che già ci viveva dal 1998, per poi ottenere successivamente la cittadinanza.

La prima grande esplosione agonistica la ebbe il 22 ottobre 2017 quando ottenne un prestigioso successo nell’importante maratona di Venezia, a 22 anni dall’ultima vittoria azzurra di Danilo Goffi nel 1995.

Dopo un paio di successivi anni con buoni risultati, alla maratona degli Europei di Berlino 2018 fu quinto e, a quella dei Mondiali di Doha 2019 quindicesimo, ha iniziato un’ascesa eccezionale dal 2020, ottenendo in sequenza i record nazionali della maratona, dei 10 chilometri in strada e, infine, proprio il 28 febbraio scorso della mezza maratona.

Avevo già avuto il piacere di intervistarlo proprio all’inizio del 2020, qualche settimana prima della sua trionfale galoppata di Siviglia, quando con 2h07’19 aveva tolto il primato dei 42,195 metri proprio a Stefano Baldini, la medaglia d’oro olimpica di Atene 2004.

Ciao Eyob, tralasciando gli infiniti complimenti per tutto quanto ci hai regalato dall’ultimo volta che ci siamo sentiti, raccontami cosa è cambiato da allora nella tua vita?

Ciao, grazie a te e sui cambiamenti ti dico che il principale, ed anche il più bello di tutti, è che da alcuni mesi io e la mia compagna abbiamo un’altra figlia che ci riempie la vita di ulteriore felicità, Liya.

Eyob Faniel e Liya (foto personale)
Eyob Faniel e Liya (foto personale)
Sicuramente è stata una gioia infinita aver dato una sorellina all’altra tua figlia che si chiama Wintana, nome eritreo che vuol dire proprio gioia.
Ma tornando alle enormi soddisfazioni agonistiche che ti hanno proiettato su una dimensione internazionale diversa, facciamo un piccolo passo indietro per ricordare, a coloro che non lo conoscessero, il tuo percorso atletico. Come hai cominciato?

Dopo che sono arrivato in Italia nel 2004, per qualche anno ho giocato a calcio ma poi ho avuto seri problemi a entrambe le caviglie e ho dovuto rinunciare. 

Verso i 17 anni sono stato inserito nella squadra di atletica della mia città di residenza, Bassano del Grappa, perché mancava un mezzofondista per fare la finale dei campionati di società allievi e ho coperto le distanze degli 800 e 1500 metri.

Poi, mi sono dedicato a tempo abbastanza pieno, tra il 2011 e il 2014, sempre a queste distanze, facendo 3/4 allenamenti a settimana ma senza avere grandi risultati cronometrici.

Qual è stata la svolta dunque?

È stato l’incontro, molto casuale, con Giancarlo Chittolini, tecnico di tanti talenti tra cui Alessandro Lambruschini, il quale, vedendo la mia corsa, ha capito che sarebbe stato opportuno dirottarmi su distanze più lunghe con il logico sbocco di arrivare a correre la maratona.

Oltre al Prof. Chittolini, che ho dovuto abbandonare, in quanto essendo lui di Salsomaggiore non poteva seguirmi sempre, colgo l’occasione per citare il mio primo allenatore Marco Maddalon.

Dal 2017, poi, sono allenato da Ruggero Pertile che, giorno dopo giorno, mi sta trasmettendo la sua grande esperienza.

Eyob Faniel-Ruggero Pertile (foto personale maratona Siviglia)
Eyob Faniel-Ruggero Pertile (foto personale maratona Siviglia)
Possiamo ricordare che è stato molto importante per te anche il fatto di esserti potuto dedicare a tempo pieno all’Atletica.

Certamente e, in tal senso, devo ringraziare il Gruppo Sportivo della Polizia di Stato, le Fiamme Oro, che all’inizio del 2018 mi hanno arruolato e permesso di potermi dedicare agli allenamenti con la massima tranquillità, e vorrei anche citare il mio direttore tecnico Sergio Baldo che mi sostiene sempre con il massimo entusiasmo.

Da quel periodo, tra l’altro, mi sembra che tu abbia completamente abbandonato le competizioni in pista che hai più volte dichiarato non piacerti troppo.

In effetti è così, mi piace correre senza troppi schemi, in quanto per come sono fatto  preferisco non avere vincoli davanti quali, ad esempio, le curve continue del giro dell’anello.

Chiaro che, se necessario e richiesto, in qualche occasione potrei tranquillamente correre un 10.000 anche in pista, ma credo che sarà sempre meno probabile che possa accadere.

A propositi di corse molto aperte, domenica prossima hai un bell’impegno rappresentato da una classicissima corsa campestre quale il Campaccio. Tu non sei proprio uno specialista di questo tipo di competizione.

Non ho corso tantissimi cross, ma è sempre un modo per tenersi in allenamento, testare la propria condizione e onorare una manifestazione storica, e l’impegno di chi lo organizza in un momento così complicato a livello sanitario.

In ogni caso avevo già partecipato alle edizioni del 2017 e 2018 e cercherò di migliorami e lottare con i migliori.

Tra l’altro, la settimana successiva, parteciperò anche alla Cinque Mulini, altra grande classica del cross, sempre nell’ottica di quanto detto a proposito, e poi testa e gambe verso il Giappone.

Eyob Faniel (foto maratona Siviglia 2020)
Eyob Faniel (foto maratona Siviglia 2020)
Avete già ipotizzato le tappe di avvicinamento alle Olimpiadi?

Purtroppo la grave pandemia in atto non permette di fare dei programmi precisi in quanto tante gare vengono annullate, magari poco tempo prima del loro svolgimento.

L’importante è tenere alta la condizione e che tutto proceda nel migliore dei modi, poi verso maggio vedremo se ci sarà la possibilità di fare qualche corsa di finalizzazione.

Hai ottenuto dei grandissimi risultati, e ti sei migliorato tanto per cui, considerando il buon 15esimo posto dei mondiali di  Doha 2019, che tipo di obiettivo ti sei ripromesso, considerando in ogni caso l’enorme competizione esistente?

Voglio puntare a una medaglia, ci credo e lavoro sempre più duramente per inseguire questo sogno.

In Qatar, ai mondiali, ero stato anche un po’ condizionato dal clima che si era improvvisamente reso più mite, la notte della maratona, mentre io ero preparato a temperature più torride, per cui sono convinto che potevo fare anche meglio.

Come giustamente dici, però, c’è una concorrenza terribile ma io devo solo pensare a me stesso e correre al meglio.

Come ricordato all’inizio, il 2020 e a seguire l’inizio del 2021, ti hanno portato ben tre record italiani per cui l’asticella si alza sempre di più.
Oltre i legittimi obiettivi per le Olimpiadi, dove ti piacerebbe arrivare a livello cronometrico in futuro?

Dopo avere ottenuto i tre primati italiani nelle gare che preferisco, mi piacerebbe migliorarmi ancora e puntare, in qualcuna di queste distanze, a ottenere il record europeo, impresa non semplice ma che considero alla mia portata.

Eyob grazie veramente della tua disponibilità sempre enorme, nonostante i tuoi infiniti impegni, e un ringraziamento anche al tuo Gruppo Sportivo delle Fiamme Oro che ha autorizzato questa intervista.
Eyob Faniel (foto Paolo Lazzeroni)
Eyob Faniel (foto Paolo Lazzeroni)
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