Road to Tokyo: Giovanna Epis

Ha dominato i campionati italiani di maratona, con il personale, ed è lanciatissima verso le Olimpiadi del Giappone.

Giovanna Epis è diventata domenica, a 32 anni, campionessa italiana assoluta della maratona e, al di là dell’ottimo crono di 2h28’03 che consolida oltremodo il suo minimo per le Olimpiadi, tale affermazione rappresenta il primo titolo nazionale assoluto della sua carriera.

Veramente un risultato meritato per questa ragazza molto riservata, che non ama certo mettersi troppo in mostra salvo poi, sui vari campi di gara, dimostrare sempre tutto il suo valore.

Nell’articolo di presentazione che avevo fatto sui campionati italiani di Reggio Emilia, l’avevo a dire il vero trascurata. mettendo in copertina l’immagine di Anna Incerti che tornava a una maratona dopo 3 anni e quindi, sono ben felice di intervistarla e inserirla, a pieno diritto, nella nostra rubrica “Road to Tokyo” che, in effetti, per lei è un “Road to Sapporo” in quanto i 42,195 chilometri delle Olimpiadi si svolgeranno in questa località giapponese.

Ciao Giovanna, grazie dell’immediata disponibilità e, veramente, tantissimi complimenti. Ti aspettavi una prestazione di questo genere, a livello cronometrico?

Ciao, grazie a te per l’interesse. Onestamente ero abbastanza ottimista sulle mie condizioni, avevo avuto buone sensazioni in allenamento e, per me, questa era una gara molto importante, perché se avessimo avuto le adeguate risposte sarebbe stata l’ultima maratona prima dei Giochi.

Così è stato, sono molto felice per tutto, dal titolo al crono e posso adesso concentrami mentalmente al meglio per l’appuntamento olimpico a cui tengo tantissimo.

Certo, immagino, anche perché, purtroppo, le due precedenti esperienze internazionali sono state sfortunate. A Berlino 2018 hai dovuto dare forfait per problemi fisici a due settimane dai Campionati Europei e, a Doha, sei incappata in una serata infernale.

Chi non c’era non può capire, ed io posso testimoniare direttamente, che solo a uscire da un hotel, specialmente quella notte, si faceva fatica a respirare. Ti aspettavi quel clima?

Guarda sinceramente no, sapevo che avrebbe fatto molto caldo e che ci sarebbe stata molta umidità, ma non sino a quel punto.

Io, in particolare, sono arrivata a Doha solo tre giorni prima della gara ma, a dire il vero, so di atlete, arrivate anche 15/20 giorni prima, stroncate in ogni caso da quel soffocamento incredibile dato dall’aria che si respirava, anche perché, puoi immaginare che a tali appuntamenti arrivi al limite del peso per cui si è particolarmente fragili in determinate situazioni estreme.

Ho cercato, in tutti i modi, di andare avanti, ci tenevo troppo, ma verso il 28esimo chilometro proprio non ce l’ho più fatta e avrei voluto fermarmi davanti al medico della Federazione per far capire quanto stavo male. Ma non sono nemmeno riuscita ad arrivare a lei, e quando ho visto un tecnico federale mi sono fermata li.

Giovanna Epis-Doha (foto FIDAL)
Giovanna Epis-Doha (foto FIDAL)

Senti, torniamo ai tuoi inizi. Ho letto che tuo padre era un discreto maratoneta, da 2h50 circa. Hai cominciato per emularlo?

Diciamo di si. Mio padre, in realtà, aveva cominciato a correre per dimagrire, non per una precisa passione sportiva, ma poi si era fatto prendere e aveva cominciato a fare le gare su strada sino, appunto, alle maratone dove è partito da poco meno di 4 ore per arrivare a 2h52.

In particolare, un estate, quando eravamo in vacanza al Lido di Venezia, la mia città nativa, correvamo insieme e lui, visto che avevo delle doti, mi ha portato poi nell’autunno successivo in pista a Murano, dove ho cominciato. 

Di fatto quindi non hai fatto altri sport?

In pratica no, salvo un po’ di pallavolo a scuola, per cui mi sono sempre dedicata alla corsa ed ho iniziato, quasi subito, a fare delle garette in pista, in strada, ed anche nel fango delle corse campestri.

Quando è cominciata la tua attività agonistica vera e propria?

Da allieva ho cominciato a fare il percorso classico di ogni atleta e ho ottenuto, in varie specialità di mezzofondo, alcuni titoli italiani, al punto che nel 2007, a 19 anni, sono stata arruolata dal Gruppo Sportivo Forestale iniziando, di fatto, la mia attività da professionista.

Nel 2009 ho corso la mia prima mezza maratona e credo, in quel momento, di aver capito che la mia strada futura sarebbe stata proprio la maratona.

Una strada anche in salita, in ogni caso, perché so che hai avuto un periodo complicato tra il 2012 e 2013. Cosa era successo?

In effetti, in quel momento sono entrata un po’ in crisi per vari motivi e ho pensato anche di smettere per dedicarmi ad altro, anche perché non riuscivo esattamente ad ottenere quanto mi ero riproposta.

Poi, ho deciso di trasferirmi da Venezia a Legnano per motivi sentimentali e ho incontrato un ottimo tecnico, Ruggero Grassi, che mi ha molto ricaricata e aiutato, per cui sono riuscita a superare quel breve momento di difficoltà.

In quello stesso periodo, devo anche ringraziare molto Silvia Weissteiner (grande ex mezzofondista azzurra ndr) con cui mi sono allenata, in degli stage che facevo a Vipiteno, e che mi ha tantissimo aiutata.

Giovanna Epis (foto Mattia Rizzi)
Giovanna Epis (foto Mattia Rizzi)

Poi, però, la grande svolta definitiva nel 2017, con un nuovo allenatore dal nome altisonante di Giorgio Rondelli. Come è stato il tuo approccio con un tecnico così prestigioso?

Ti confesso che, quando l’ho conosciuto, ero un po’ intimorita perché la sua fama lo precede e si diceva in giro che pensasse solo a dare carichi di lavoro, poco preoccupandosi del rapporto umano.

In realtà è una persona disponibilissima con cui ho un rapporto costante e sempre un dialogo costruttivo sulla cosa migliore da fare in funzione delle varie situazioni che si creano, di volta in volta.

Certamente posso dirti che da quando mi alleno con lui sono sempre progressivamente migliorata, e questo è un dato di fatto su cui non posso che essergli infinitamente grata.

Tra l’altro, il mio passaggio sotto la guida tecnica di Giorgio è coinciso anche con il mio passaggio dal Gruppo Sportivo della Forestale a quello dell’Arma dei Carabinieri di cui mi onoro, adesso, di far parte e che ringrazio per il supporto che sempre mi da.

Giovanna Epis (foto G.S. Carabinieri)
Giovanna Epis (foto G.S. Carabinieri)

Quindi, di fatto, tu ti alleni sempre al campo XXV Aprile di Milano e nei percorsi antistanti, tipo Montagnetta e Ippodromo?

Si quella è la mia base, anche se poi faccio qualche allenamento vicino a casa, a Legnano.

La mia media settimanale di allenamenti è di 11/12, tutti i giorni, e tra questi vado un paio di volte in palestra.

Il riposo totale non può esistere per un’atleta professionista quale sono e, al limite, ogni mese e mezzo può capitare di staccare un giorno.

Giovanna Epis (foto personale facebook)
Giovanna Epis (foto personale Facebook)
Direi straordinario e ammirevole, oltre che un esempio fondamentale da cui tanti giovani devono trarre spunto.
Nella tua carriera, dal 2015, hai corso 9 maratone e, a parte quella di Doha, dove purtroppo ti sei ritirata, hai sempre migliorato.

Hai corso, al massimo, due maratone in un anno; questo è il limite massimo per te?

Ogni atleta ha delle sue caratteristiche e io credo che, per le mie, non potrei farne di più, perché bisogna cercare di affrontarle all’apice della propria condizione fisica e mentale e, tra preparazione e recupero di quella fatta, sei/sette mesi ci vogliono tutti.

Nella tua corsa di avvicinamento a Sapporo non farai quindi più maratone, ma certamente delle gare test. Avete già in mente cosa?

Sinceramente per ora no, nel senso che mi sto un po’ gustando la bella prestazione di domenica e poi bisogna vedere come sarà la stagione delle gare su strada da febbraio in avanti, per trovare qualche bella manifestazione, anche una mezza, su cui testare la condizione.

Purtroppo la pandemia sta creando vari rinvii da organizzatori che non se la sentono di creare eventi solo per atleti d’elite, per cui vedremo cosa accadrà nei prossimi mesi.

Giovanna Epis (foto organizzatori Maratona Reggio Emilia)
Giovanna Epis (foto organizzatori Maratona Reggio Emilia)
Nel ringraziarti, allora, e darti appuntamento a tra qualche mese per un aggiornamento sulla tua preparazione olimpica tralascio di chiederti, per ora, cosa ti aspetti dal Giappone.

Un’ultima curiosità, però, ce l’avrei. E’ vero quanto ho letto che sei anche un’ottima cuoca?

Grazie a te, innanzitutto. Mi piace cucinare ma anche molto mangiare, perché con le energie che consumo devo nutrirmi molto e bene e allora tanto vale cercare di essere brava a farmi da sola quel che più mi piace.

Chiudiamo questa interessante intervista con un bellissimo video girato al campo XXV Aprile di Milano, anche con drone, in cui si riprende un allenamento in pista di Giovanna in compagnia del compagno Luca Tocco e, all’inizio, c’è un breve commento del grande Giorgio Rondelli.
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