Road to Tokyo: Sara Fantini

La speranza azzurra nel lancio del martello

Sara Fantini è un’atleta azzurra specialista nel lancio del martello di cui detiene, con 70,73, la quarta miglior prestazione italiana di sempre alle spalle di grandi campionesse quali Ester Balassini, Clarissa Claretti e Silvia Salis.

Sara, che ha iniziato con l’atletica verso i 15 anni, è figlia di due ex lanciatori, il padre Corrado 11esimo alle Olimpiadi di Atlanta 1996 nel getto del peso, la madre Paola Iemmi giavellottista di buon livello.

Pur avendo solo 23 anni ha già partecipato a un campionato del mondo, nel 2019 a Doha, ed ha ottenuto la medaglia di bronzo ai campionati europei under 23 di Gavle, in Svezia, sempre nello stesso anno.

Pur essendo il minimo per le Olimpiadi abbastanza alto, 72,50 metri, la sua attuale posizione nel ranking di World Athletics, 23esima, le da ottime possibilità di poter viaggiare spedita verso il Giappone, per la sua prima Olimpiade.

Il suo debutto stagionale, nel campionato italiano di lanci invernali a fine febbraio, è stato buono avendo subito avvicinato i 70 metri, 69,71, per cui sicuramente il morale sarà alle stelle, ma sono molto lieto di poterlo chiedere direttamente a lei.

Ciao Sara, grazie innanzitutto della tua disponibilità. Hai iniziato l’anno molto bene, come sono le tue condizioni adesso e quanto ti ha dato fiducia l’ottimo esordio di Molfetta?

Ciao grazie a te per lo spazio che mi dedichi. Sto bene e sono soddisfatta per questo inizio d’anno, ma soprattutto sono contenta per aver gareggiato, in quanto l’anno scorso l’ho potuto fare poco, ed io ho molto bisogno di sentire gli stimoli della competizione per cercare di fare sempre meglio.

Sara Fantini (foto Colombo/FIDAL)
Sara Fantini (foto Colombo/FIDAL)
Cosa facevi prima di dedicarti a tempo pieno all’atletica e quando hai cominciato?

I miei genitori erano due lanciatori, mio padre anche molto bravo nel getto del peso, ma non mi hanno minimamente indirizzato verso questo sport se no, sono certa che l’avrei rifiutato.

Sin da piccolina ho praticato tante discipline quali pallavolo, basket, danza e poi anche tennis ed equitazione a livello agonistico.

Gradatamente, in seguito, verso i 15/16 anni mi sono avvicinata al mondo dell’atletica che conoscevo abbastanza bene, e ho iniziato provando tante specialità, sia nell’ambito dei lanci ma anche delle corse.

Quando ti sei innamorata del martello?

In realtà è stata la disciplina che, appena provata, ho subito sentita che mi calzava a pennello, nel senso che i movimenti di tecnica base per farla mi sono subito riusciti facili, e poi mi divertivo proprio nell’esecuzione di ogni singola fase dell’azione.

La tua allenatrice è Marinella Vaccari Zanetti, che lo fu anche di Ester Balassini ma, all’inizio mi sembra ti seguisse tua madre. Come mai questo cambiamento?

In realtà quando è iniziata la mia crescita agonistica il mio tecnico era Nicola Vizzoni, ma il problema era che lui allena a Pietrasanta e ho dovuto fare la spola tra Fidenza, dove abito, e lì.

Quando stavo a casa, mi seguiva mia madre per la parte tecnica ma poi, quando sono stata costretta, per vari motivi logistici, a dover abbandonare la guida di Nicola, mi sono trasferita a Bologna, una volta finita la scuola superiore, e sono totalmente seguita da Marinella.

Marinella Vaccari Zanetti-Sara Fantini (foto personale)
Marinella Vaccari Zanetti-Sara Fantini (foto personale)
Il martello è certamente una specialità molto tecnica, che richiede anni per poter arrivare a quell’indispensabile livello di tecnica per l’eccellenza.
Tu, però, sei già la quarta italiana di sempre, dietro tre grandi atlete. C’è qualcuna di queste a cui ti ispiri maggiormente?

Ho grandissima stima per tutte e tre queste grandissime atlete, tra l’altro apprezzo molto Silvia (Salis) come donna per quanto fatto dopo la fine della sua carriera agonistica ma, da un punto di vista sportivo, colei a cui certamente mi ispiro, e che ho il piacere e l’onore di conoscere molto bene da quando sono piccola, è Ester (Balassini).

Quanti allenamenti fai a settimana e quanto sono impegnativi?

Ci tengo, innanzitutto, a dire che l’atletica e, nel mio caso, il lancio del martello richiede grande sacrificio e duro lavoro per poter ottenere dei risultati.

In particolare poi, essendo uno sport individuale, non basta allenare il fisico ma serve farlo anche per la testa perché, quando si sta in pedana, bisogna trovare da sole quelle capacità mentali indispensabili per dare sempre il massimo in ogni circostanza.

Mi alleno 9 volte a settimana, con un giorno di riposo e doppiando tre volte, con 4 lavori di tecnica, 3 di forza e 2 sul campo, intesi come lavori in cui cerco di esaltare determinate mie caratteristiche quali l’esplosività e la velocità, elementi molto importanti per compensare alcune mie carenze fisiche naturali, quali il fatto di non essere troppo alta e di avere le braccia meno lunghe di altre lanciatrici.

Sara Fantini (foto Colombo/FIDAL)
Sara Fantini (foto Colombo/FIDAL)
La tua crescita è stata costante ma, dopo l’esplosione del 2017 con il record italiano under 23 di 68,24 metri, l’anno dopo hai subito un leggero calo di prestazioni. Hai avuto dei problemi fisici?

Purtroppo si, nel senso che alla fine del 2017 ho contratto la mononucleosi, e mi sono portata dietro i postumi di tale infezione per tantissimi mesi, con inevitabili conseguenze anche nelle gare.

Mi sono definitivamente ripresa nel 2019 anche se ho continuato ad avere qualche piccola allergia, mentre dall’anno scorso tutto è definitivamente scomparso.

Quali sono i tuoi programmi futuri sulla strada per il Giappone?

Con il ranking sono messa bene, ma i nostri propositi sono quelli di tentare di ottenere direttamente il minimo, di 72,50, che sarebbe per me un grande risultato.

Speriamo che non vi siano intoppi a causa del Covid e, appena cominceranno i meeting all’aperto, di poter provare a raggiungere tale obiettivo.

Sara Fantini (foto FIDAL)
Sara Fantini (foto FIDAL)
Se come tutti auspichiamo sarai sulla pedana del lancio del martello dello stadio olimpico di Tokyo e, un sogno sarà realizzato. Quale è quello successivo che vorresti si avverasse?

Saremo in 32 e, per arrivare in finale, bisognerà fare grandissimi lanci in quanto ne vanno solo 12 ma io, se ci sarò, ci proverò fino in fondo, perché essere lì non sarà certamente di totale appagamento.

Ho già fatto i mondiali di Doha 2019, ma mi sono qualificata grazie ai target numbers e non avevamo finalizzato la preparazione a quell’evento, per cui il mio rendimento non è stato ottimale.

In questa stagione, invece, il nostro obiettivo sono proprio le Olimpiadi e spero di arrivarci all’apice della condizione.

Purtroppo non si può vivere in eterno di Atletica, pensi mai al tuo futuro dopo, che studi fai?

Ci penso molto ma, sinceramente non saprei proprio cosa dire adesso. Sono iscritta a un corso universitario di lettere part time, della durata di 6 anni, perché voglio concentrarmi quasi totalmente sull’atletica per ora.

Ho guardato il tuo profilo facebook e non ho trovato molte tue foto, ma soprattutto citazioni di grandi poeti e dipinti di grandi pittori.
Sicuramente l’arte è una tua passione, ne hai altre?

Si hai ragione, amo l’arte ma anche la storia, e poi sono sempre molto appassionata di equitazione, quella che facevo da ragazzina, la monta americana.

C’è qualcuno in particolare che vorresti ringraziare per esserti stato sempre vicino, magari in qualche momento critico della tua pur giovanissima carriera?

Oltre ovviamente ai miei genitori, vorrei ringraziare in particolare il direttore tecnico del Gruppo Sportivo dei Carabinieri, Ottaviano Iuliano, persona straordinaria che supporta noi atleti sempre con una sensibilità e un’attenzione fuori dal comune.

Grazie Sara, in bocca al lupo per tutto e il mio ringraziamento va anche al Gruppo Sportivo dell’Arma dei Carabinieri che ha gentilmente concesso l’autorizzazione per questa intervista.
Paola Iemmi-Sara Fantini (foto personale Doha 2019)
Paola Iemmi-Sara Fantini (foto personale Doha 2019)
Sport OK Junior