Ai Campionati Europei a squadre a Silesia c’è stato un atleta che oltre ad indossare la divisa azzurra ha indossato anche la corona d’alloro, nel senso che ha discusso la sua tesi di Laurea, in Economia, on line dalla Polonia: Simone Barontini.
Simone ha iniziato a fare atletica un po’ per caso, il palaindoor di Ancona è vicino casa sua e fortunatamente si è innamorato di questo sport, in particolare del mezzofondo e degli 800 metri.
Vanta 7 titoli assoluti tra indoor e outdoor e una medaglia di bronzo agli Europei U18. Recentemente ha migliorato il suo personale sul doppio giro di pista portandolo a 1’46″63, anche se il miglioramento è stato di un solo centesimo.
È adesso in lizza per entrare nelle posizioni utili del ranking mondiale e vivere il suo sogno a 5 cerchi. Lo vedremo correre questo fine settimana ai Campionati Italiani Assoluti di Rovereto dove proverà a strappare un pass per volare a Tokyo.
A pochissime ore da questo fondamentale appuntamento per la sua pur giovane carriera, ha compiuto 22 anni lo scorso 5 gennaio, lo abbiamo raggiunto telefonicamente e gli abbiamo fatto qualche domanda a cui si è gentilmente prestato.
Ciao Simone. Non tutti possono dire di essersi laureati in nazionale, com’è andata?
È stato strano ma allo stesso tempo bello, fortunatamente non dovevo proprio discutere e non ero certo lì per quello, però diciamo che la camicia l’ho comunque sudata anche se era solo una proclamazione.
Alcuni atleti hanno avuto difficoltà a riprendere la forma dopo aver avuto il covid, è stato così anche per te?
Ha chiaramente influito sulla ripresa post europei, siamo partiti con molta più calma e ho risentito non tanto a livello respiratorio ma in quanto a infiammazioni, molto più frequenti rispetto a prima.
Personale di 1 centesimo ma sempre personale. Il ranking olimpico non sembra più un sogno così lontano.
Chiaramente vorrei fare il minimo e mi rimangono solo i campionati italiani assoluti, però diciamo che sarebbe un sogno partecipare alle olimpiadi quindi se facessi una bella gara sabato (anche non da minimo) e rientrassi con il ranking andrebbe alla grande comunque!
Ci sono degli atleti con cui ti piace confrontarti?
Ogni gara mi stimola, anche un semplice meeting regionale ad Ancona perché il confronto col cronometro e gli avversari non ha niente a che vedere con gli allenamenti. Mi piace gareggiare con il francese Bosse, ammiro soprattutto la sua gestione del pre gara, e con il belga Crestan, gareggiano insieme dalle categorie giovanili e tatticamente non ne sbaglia una.
Quando hai iniziato a fare atletica?
A 12 anni, un po’ per caso. Ad Ancona il Palaindoor è vicino casa e mia mamma poteva lasciare lì me e mia sorella e nel mentre fare palestra, poi pian piano mi sono appassionato.
Che aggettivo useresti per descriverti in gara e perché?
Aggressivo, in senso buono. Visualizzo il mio obiettivo, quando c’è qualcosa di ambizioso in palio mi esalto.
Hai dei rituali pre gara?
Quando c’è il mio allenatore (Fabrizio Dubbini ndr) mi schiaffeggia per darmi una svegliata, ho anche una foto ahahahah.
Che rapporto hai con il tuo allenatore?
Se ho raggiunto qualche risultato in atletica il merito è indubbiamente suo, ma mi ha insegnato tanto soprattutto dal lato umano, è un po’ un secondo papà.
Qual è la gara che non potrai mai dimenticare?
Ce ne sono tante, Jesolo 2016 è stata memorabile, titolo italiano e record U18, ma anche gli assoluti indoor del 2019, mi ricordo un tifo pazzesco ed era l’ultimo giorno per fare il minimo per gli europei, mi sono tirato la gara da solo, ce l’ho fatta e il palazzetto di Ancona è esploso!