Road to Tokyo: Vittoria Fontana

In viaggio con la staffetta 4x100 ma con un sogno più grande

La strada per il Giappone, Vittoria Fontana, l’ha presa in maniera decisa nel pomeriggio del 7 marzo scorso quando ha disputato una bellissima semifinale dei 60 metri, durante gli Euroindoor di Torun, in cui ha migliorato il proprio personale di ben 6 centesimi, 7″28, e ha sfiorato l’accesso alla finale.

Una bella soddisfazione per l’azzurra, campionessa europea under 20 sui 100 metri nel 2019, che dopo un anno problematico per le conseguenze di un grave infortunio al piede, ha ripreso la sua crescita agonistica con un’ottima stagione indoor che le ha regalato anche due titoli italiani nei 6o metri (promesse e assoluti).

Il suo inserimento nella squadra azzurra della staffetta 4×100 femminile, già qualificata per le Olimpiadi, appare certo e ci fa molto piacere, quindi, sentirla nell’ambito della nostra speciale rubrica che si occupa degli atleti azzurri che si stanno preparando per l’appuntamento a cinque cerchi di Tokyo.

Ciao Vittoria, grazie per aver raccolto il nostro invito. Un 2021 iniziato benissimo dopo un periodo molto sfortunato susseguente al titolo europeo di Boras, in Svezia, nel 2019.
Cosa è successo dopo?

In realtà il problema è iniziato in maniera importante proprio durante gli Europei dove, pur non avendo percepito alcun disturbo sino ad allora, dopo la finale dei 100 metri ho cominciato a sentire un leggero fastidio al piede che poi è aumentato, sia nella semifinale della staffetta che nella finale successiva, anche se l’adrenalina della competizione ha fatto si che non avessi, sul momento, un reale fastidio.

Alla fine però, già dalla sera dell’ultimo giorno di gare, ho cominciato un po’ a zoppicare, e tornata in Italia gli accertamenti susseguenti hanno rivelato una microfrattura allo scafoide.

È stato veramente un brutto colpo perché non sono riuscita a gustarmi sino in fondo la gioia per la vittoria ai campionati europei.

Vittoria Fontana (foto archivio FIDAL Boras 2019)
Vittoria Fontana (foto archivio FIDAL Boras 2019)
Quanto tempo hai dovuto fermarti e come è stata la ripresa?

Purtroppo non ho potuto fare attività in pista per quasi sette mesi e alla fine di questo periodo è anche esplosa la pandemia con il conseguente lockdown che ha limitato tantissimo le possibilità di allenamento.

A tutto questo aggiungi che quando si riprende dopo un lunghissimo periodo di stop si hanno tantissimi problemi nel ritrovare il giusto assetto di corsa, perché si ha sempre molta paura a correre sulla parte infortunata e si tende quindi a snaturare il movimento atletico, muovendosi in difesa e caricando maggiormente l’altra parte del corpo.

Oltretutto la lunga inattività mi ha anche creato qualche problema di peso per cui, quando finalmente sono tornata a gareggiare, le sensazioni non sono state delle migliori.

Hai avuto paura di non riuscire a riprendere la tua crescita agonistica?

Onestamente si, devo ammettere di essermi fatta prendere in varie occasioni, l’anno scorso, da momenti di sconforto che poi si sono tradotti in un’alternanza di risultati in gara.

C’era sicuramente dentro di me una forte ansia da prestazione e questo mi ha causato una serie di scompensi, anche a livello ormonale, che in definitiva erano solo causati da un forte stress che vivevo.

Fortunatamente con l’aiuto delle persone che mi stavano intorno, e fra tutti cito il mio allenatore Giuseppe Cappelletti, grazie anche un adeguato supporto medico abbiamo identificato una importante carenza a livello vitaminico, in particolare quella D, e del ferro, a cui sono riuscita a porre rimedio con una adeguata integrazione alimentare.

Alla fine, passata la paura, ho ritrovato fiducia e convinzione e certamente i miglioramenti di questo inverno mi hanno definitivamente rasserenata.

Vittoria Fontana (foto archivio FIDAL Boras 2019)
Vittoria Fontana (foto archivio FIDAL Boras 2019)
Raccontami un po’ la tua storia, come hai iniziato con l’Atletica?

Da ragazzina facevo equitazione ma è capitato che, siccome mio fratello faceva atletica, una volta ero passata dal campo sportivo dove si allenava e poiché mi chiesero se volessi provare a fare qualche allenamento cominciai per gioco nel 2015 facendo anche qualche competizione da cadetta negli 80 piani.

Tra il 2016 e il 2017 ho cominciato a gareggiare con una certa continuità, nella categoria allieve, e visti i costanti miglioramenti ho capito che avrei potuto fare qualcosa di importante e mi sono dedicata a tempo pieno.

Dove ti alleni e quante sedute fai a settimana?

Io sono nata e cresciuta a Gallarate dove vivo tuttora e dove mi alleno da quando ho iniziato l’attività.

Mi piace lavorare molto, ne sento il bisogno per poter dare il massimo per cui in periodo di carico svolgiamo anche 8/9 allenamenti a settimana, doppiando ovviamente in alcune giornate, mentre nella vicinanza delle gare, svolgo al massimo 5/6 sedute.

La primatista italiana dei 100 metri Manuela Levorato ha detto che si rivede molto in te, come fisico e come modo di correre, e crede che tu possa battere un giorno il suo primato (11″14 ndr).
Pensi che la sua previsione possa avverarsi?

In effetti me lo dicono in tanti che io e Manuela ci assomigliamo e, ovviamente, mi fa piacere essere accostata ad una simile campionessa.

I record sono fatti per essere battuti e l’ambizione di ogni atleta è quello di provare a farlo anche se, in questo momento, considero quel crono, che sarebbe praticamente il limite per andare alle Olimpiadi, molto lontano.

Preferisco, quindi, non pensarci, crescere un po’ alla volta e se poi succederà ne sarò orgogliosa e felice.

Vittoria Fontana (foto Colombo/FIDAL)
Vittoria Fontana (foto Colombo/FIDAL)
Per caratteristiche fisiche i 200 metri potrebbero essere la tua gara in proiezione futura. Che rapporto hai con questa distanza?

Un rapporto di amore/odio, mi piacciono ma li temo anche molto perché ho sempre un po’ paura di sbagliare a gestire le forze.

Sicuramente quest’anno cercherò di correrne qualcuno, anche per migliorare il mio personale di 23″62 ma, per adesso, voglio puntare soprattutto sui 100 metri, li sento di più la mia gara.

Nelle corse di velocità, in particolare, ogni minimo dettaglio è fondamentale per guadagnare quei pochi centesimi che fanno la differenza.
In cosa pensi di dover concentrarti maggiormente per fare il definitivo salto di qualità agonistica?

Stiamo molto lavorando sull’inizio e sulla fine della gara. In partenza penso di dover migliorare dopo l’uscita dai blocchi, nel senso che ho la tendenza ad andare troppo presto in corsa ampia e invece devo arrivarci più gradualmente compensando al meglio il rapporto frequenza/velocità.

Negli ultimi metri, invece, credo di avere un po’ il difetto di buttarmi troppo presto, come forse ho fatto nella semifinale degli Euroindoor e poi, devo migliorare nella fluidità in quanto non riesco ancora a correr in totale decontrazione, ma questa è una caratteristica che ritengo di poter acquisire con il tempo e l’esperienza.

Vittoria Fontana (foto Grana/FIDAL)
Vittoria Fontana (foto Grana/FIDAL)
Senza voler anticipare le decisioni del responsabile tecnico delle staffette, Filippo Di Mulo, ritengo scontato il tuo inserimento nella squadra che volerà a Tokyo per la 4×100 femminile.
Che tipo di emozione ti suscita questa possibilità che, per tanti atleti e atlete, rappresenta il sogno di una vita sportiva?

Una gioia infinita, spero tantissimo che si avveri e mi viene sempre in mente, a tal proposito, mio cugino Davide, che tre anni fa, quando cominciavo ad avere dei discreti risultati, per scherzare mi disse di insistere che sarei andata alle Olimpiadi.

Vittoria Fontana (foto Colombo/FIDAL)
Vittoria Fontana (foto Colombo/FIDAL)
E se il primo sogno è quasi realizzato, ne fai mai un altro, un po’ più grande, quello di riuscire a gareggiare, a Tokyo, anche nella gara individuale?

Credo che sognare non costi nulla e, in effetti, io ci voglio provare per cui da maggio, quando inizieranno i meeting internazionali che danno punteggi per il ranking world athletics, cercherò di disputare il maggior numero possibile di 100 metri per migliorare la mia classifica, ed anche il mio personale di 11″40 del 2019.

Chiaro che avere progredito così tanto nei 60 metri mi da fiducia, ma se anche non dovessi riuscire ad ottenere la qualificazione per la gara individuale sarò ugualmente felice.

Fuori dalle piste di atletica cosa fai, cosa studi, quali sono le tue principali passioni?

Sono una ragazza normalissima, mi piace stare con gli amici, andare in giro, adesso non si può purtroppo, e poi amo molto la mia famiglia, stare con i miei genitori e mia nonna.

Ho fatto il liceo delle scienze umane a Gallarate e adesso sono iscritta al corso di laurea triennale dei servizi giuridici, perché poi vorrei fare i due anni della magistrale con specializzazione in criminologia, nell’ottica di poter utilizzare i miei studi nell’ambito dell’Arma dei Carabinieri quando finirò la carriera sportiva e, in particolare, mi piacerebbe molto lavorare nel RIS.

Ringrazio Vittoria per la sua disponibilità, le faccio un grande in bocca al lupo per tutti i suoi futuri impegni, e ringrazio anche il Gruppo Sportivo dei Carabinieri, presso cui l’atleta è arruolata, che ha concesso l’autorizzazione per questa intervista.
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