Asafa Powell è il quarto uomo più veloce della storia sulla distanza dei 100 metri piani, la più affascinante e coinvolgente gara dell’Atletica.
Meglio di lui, che vanta un personale di 9″72, hanno fatto solo i connazionali Usain Bolt, 9″58, Yohan Blake 9″69 e lo statunitense Tyson Gay, che vanta lo stesso tempo di Blake.
È stato detentore, in più riprese, del primato mondiale dei 100 metri piani, l’ultima volta con il tempo di 9″74, realizzato sulla pista di Rieti il 9 settembre 2007, oltre a detenere il record sull’insolita distanza delle 100 yards (91,44 metri) con 9″07 ottenuto a Ostrava il 27 maggio 2010.
Nella sua fantastica carriera, peraltro ancora in essere, ha corso ben 97 volte sotto i 10″00 nei 100 metri, che lo colloca nettamente al primo posto nella graduatoria all-time, davanti a Maurice Greene (53 volte).
È anche secondo, dietro a Usain Bolt, nella speciale classifica degli atleti scesi sotto la soglia dei 9″80, essendoci riuscito ben 8 volte contro le 11 del primatista del mondo, ma davanti a Tyson Gay e Justin Gatlin (7 volte) e ad altri 4, considerando che solo in 8 hanno abbattuto tale considerevole barriera.
Asafa ha compiuto, lo scorso 23 novembre, 38 anni ma, quando si parla di lui, non si sa in quale categoria inserirlo, perché certamente è già storia dell’atletica ma è anche, ancora, un grande campione contemporaneo.
Per vari motivi, e soprattutto perché nel 2020 ha gareggiato pochissimo, non abbiamo mai avuto occasione di occuparci di lui e siamo lieti di poterlo fare, specie adesso che la stagione all’aperto è cominciata e arrivano, dall’altra parte del mondo, notizie di grandi risultati agonistici, anche sui 100 metri.
In realtà di Asafa si sa abbastanza poco ultimamente, salvo che continua ad allenarsi nella speranza di poter partecipare alle prossime Olimpiadi in merito alle quali, un paio di mesi fa, si era espresso in modo chiaro nel corso di un articolo apparso sul sito di un’emittente televisiva caraibica, in cui dichiarava il suo fermo proposito di tornare a correre sotto i 10 secondi, ed anche di puntare a una medaglia olimpica.
Propositi non semplici, di certo, in quanto Powel ha ottenuto il suo 97esimo sub 10, il 18 luglio 2016, correndo in 9″92, con +1.9 di vento a favore, al Sóstói Stadion di Székesfehérvár (HUN) mentre, negli anni successivi, il miglior risultato è stato un 10″02, nel 2019, a Leverkusen, sempre con vento +1,9.
Ancor più complicata l’idea di ottenere una medaglia alle Olimpiadi di Tokyo ma, in qualche modo, la longevità di Justin Gatlin, di 10 mesi più vecchio di lui, ancora a ottimi livelli, potrebbe essere certamente un ulteriore stimolo.
In ogni caso, Asafa non molla di certo e punta diritto a quella che sarebbe la sua quinta Olimpiade, dove è arrivato tre volte alla finale nei 100 metri individuali e ha vinto l’unico oro olimpico, proprio durante la sua ultima partecipazione, nella staffetta 4×100 metri dell’edizione di Rio dove non si qualificò per la gara individuale.
D’altra parte la storia agonistica del giamaicano è stata per certi versi molto strana, in quanto un atleta del suo talento e con le sue prestazioni tecniche avrebbe meritato di ottenere maggiori risultati nel corso delle manifestazioni mondiali più importanti.
Invece, per un motivo o per un altro, Asafa ha sempre fallito il successo individuale e l’occasione più clamorosa fu ai Mondiali di Osaka, nel 2007, quando si presentò ai blocchi di partenza della finale dei 100 da strafavorito, con alle spalle due anni di imbattibilità in gare su quella distanza, e dove incredibilmente si dovette accontentare del terzo posto.

Chiuse con un tempo per lui modesto di 9″96, dopo aver dominato i primi 80/85 metri ed essersi fatto travolgere, negli ultimi, da Tyson Gay vittorioso con 9″85 ed anche dal bahamense Derrick Atkins 9″91.
Una gara inspiegabile e, certamente, non era una questione di condizione perché poche settimane dopo, come ricordato sopra, a Rieti fece il record del mondo con 9″74.
Dopo, dal 2008 esplose definitivamente Usain Bolt e, ovviamente, cercare di vincere qualsivoglia titolo mondiale divenne impresa impossibile.
A Powell riuscì solo, da allora, in gara individuale di ottenere un altro bronzo a Berlino nel 2009, in occasione del record del mondo del connazionale e, proprio alle Olimpiadi, pur avendo centrato tre finali, non è mai riuscito ad ottenere almeno un podio singolo: quinto ad Atene e Pechino, ottavo per un infortunio in gara a Londra 2012, dove non poté nemmeno correre nella staffetta che ottenne l’attuale record del mondo.
Ma vediamo, in estrema sintesi, quanto dichiarato dal campione che, come si può vedere nelle foto recenti, appare in ottima forma.

“Le Olimpiadi sono state rimandate a quest’anno ma l’obiettivo è sempre lo stesso. È solo un altro anno e noi atleti sappiamo come prepararci al meglio.
Il mio più grande obiettivo quest’anno sono un podio alle Olimpiadi e ottenere i miei prossimi tre sub-10, per arrivare a 100 volte. Tutto questo sarebbe un grande sogno.
Dobbiamo imparare a gareggiare, al meglio, senza tifosi negli stadi. Penso che sarà così ancora per molto tempo“.
In ogni caso, Asafa ha anche aggiunto che, se pur dovesse raggiungere gli obiettivi prefissati, non ha in programma di ritirarsi fino a quando il suo corpo non gli dirà il contrario.
“Il corpo me lo dirà. Non gareggerò per sempre, ora sono un padre di famiglia, quindi non posso continuare a correre e ad allenarmi all’infinito.
Dopo i tre sub-10 e un podio alle Olimpiadi di Tokyo, mi sentirei soddisfatto e valuterei se proseguire un altro anno o semplicemente smettere“.
Il campione sotto con la moglie
