Sfortuna Tortu: fuori dalla finale nei 200 di Eugene con il personale di 20″10

Solo tre millesimi separano l'azzurro dalla seconda finale mondiale della sua carriera

Nella quinta giornata dei Campionati Mondiali di Eugene in Oregon, Filippo Tortu corre il miglior 200 metri della sua carriera realizzando il personale con 20″10, ma non basta purtroppo per accedere alla finale della notte italiana di venerdì in quanto finisce terzo nella sua gara, superato di soli 3 millesimi dal canadese Aaron Brown, mentre l’ultimo tempo di ripescaggio è stato il 20″09 del sudafricano Luxolo Adams, quarto nella seconda semifinale, e che ha usufruito di un vento di +1,1 rispetto al +0,3 di Filippo.

Peccato, l’atletica da e l’atletica toglie, tre anni fa Tortu a Doha ottenne la finale dei 100 per 1 millesimo e questa volta ha perso quella dei 200 per 3, ma rimane la consapevolezza di una grandissima prestazione, la migliore della sua carriera sulla distanza, e un’ottima premessa per gli Europei di Monaco di Baviera che si terranno tra un mese, in quanto alla fine è stato nettamente il primo dei velocisti del vecchio continente.

Mai nella storia dei Mondiali, in ogni caso, si era usciti dalla finale con un tempo simile (il miglior crono precedente di un escluso era il 20″14 di Pechino 2015), per cui una beffa per Tortu, ma la consapevolezza di essere sulla strada giusta per poter diventare sempre di più uno specialista nei 200 metri di grandissimo livello.

Le dichiarazioni di Filippo subito dopo la gara: “Non me la sono meritata abbastanza. Ci voleva un centesimo in meno: l’anno scorso quel centesimo mi ha fatto tanto gioire (si riferisce alla trionfale volata contro i britannici nella 4×100 alle Olimpiadi) e quest’anno mi lascia l’amaro in bocca. Ho fatto il personale: forse ho corso peggio della batteria, ma sono orgoglioso di avere fatto qua il personale.

Questo è il migliore 200 della carriera, il cronometro è abbastanza chiaro e non lascia interpretazioni. Sono anche meno stanco del solito, l’ho gestito bene. Ho visto che era avanti Brown all’esterno, lo vedevo e ho detto vado a prenderlo, ma gli ultimi dieci metri non ne avevo più, mi sono partiti i piedi indietro. 

Per la staffetta abbiamo perso la nostra punta di diamante perché se hai in squadra un bi-campione olimpico parti con la consapevolezza che corri insieme a uno dei più forti al mondo, ma la staffetta è fatta anche da altre persone. Abbiamo vinto l’oro a cinque cerchi e cercheremo di vendere cara la pelle“.

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