Corridori cittadini (foto libera)
Corridori cittadini (foto libera)

Pur amando da sempre l’attività fisica, di ogni genere, da utilizzare quale principale prevenzione per tanti mali, sia fisici che psicologici, non ho mai compreso la bontà della corsa su strada, in altre parole di coloro che corrono sui marciapiedi o, addirittura, sul ciglio delle strade metropolitane.

Si è molto dibattuto di tale argomento, specie in questo drammatico 2020, quando in pieno lockdown i corridori venivano spesso additati quali degli untori e insultati da varie parti.

Adesso, in questa nuova delicata fase dell’emergenza, “correre” è uno dei pochi sport concessi dopo il varo dell’ultimo DPCM e si è tornato a parlarne, ampiamente, su tutti i media.

Interessante, a tal riguardo, un articolo apparso ieri sulla “Gazzetta.it”, in cui si tratta proprio l’argomento della corsa fatta in una città quale Milano, con un alto tasso di inquinamento, con l’intervento della Dottoressa Federica Poli, pneumologa dell’IRCCS Policlinico San Donato di Milano, che ha dichiarato quanto segue.

“Sicuramente fare attività fisica è sempre da consigliare. Va ricordato che l’aria che respiriamo quando corriamo è la stessa che respiriamo quando stiamo fermi. E’ vero che fare sport all’aria aperta in una città inquinata porta ad inalare particelle nocive. Per questo sarebbe meglio fare attività sportiva in zone della città meno inquinate. Ma in generale l’attività fisica a livello polmonare ha tutta una serie di benefici: migliora la performance respiratoria, la tolleranza agli sforzi, alla fatica e mantiene i muscoli attivi. Noi, non va dimenticato, respiriamo con dei muscoli che normalmente non fanno fatica a fare il loro lavoro respiratorio. Ma mantenere una buona capacità ventilatoria aiuta. Certo bisogna non avere patologie croniche sottostanti”.“Non si può dire. A Milano, per esempio, l’incidenza di tumori ai polmoni non è così diversa da quella delle altre zone di Italia. La vera differenza la fa il fumo. Oppure le patologie pregresse: se una persona ha l’asma, per esempio, l’aria di Milano può aggravare la situazione”.

 

In sostanza la Dottoressa sostiene che correre in mezzo alle macchine non sia tanto dannoso rispetto a farlo in mezzo a un parco, e lo precisa in questo modo.

“E’ un po’ meglio correre in un parco, ma comunque l’aria resta quella della città. Certo, se uno corre proprio nel traffico, inalando lo scarico di un’auto ferma al semaforo, è peggio. In certi parchi ed in certe zone periferiche la concentrazione di polveri inquinanti può essere minore”.

Alla domanda se sia meglio correre o camminare la risposta è questa.

Dipende da come stiamo noi, da che fisico abbiamo. Se la persona è anziana o con patologie, la attività fisica deve essere calibrata alle sue capacità fisiche. La vita attiva è benefica in generale, ma bisogna conoscere i propri limiti”.

Per finire un importante consiglio sulle precauzioni da prendere, dopo una certa età, prima di iniziare qualsiasi tipo di attività fisica, sia pur leggera.

“Dopo i 50 anni sicuramente. Se ci sono fattori di rischio come diabete, fumo, obesità, familiarità forti per cardiopatie, anche dopo i 40 anni. In tutti questi casi è bene fare una visita medica e una spirometria prima di mettersi a fare sport. Le palestre già lo fanno, ma il fai da te è più rischioso”.

In definitiva resto della mia idea, con tutto il rispetto per le parole della specialista, che sia assolutamente da evitare qualsiasi tipo di corsa in mezzo al traffico di una città inquinata perché, respirare a pieni polmoni, sotto sforzo, i gas di scarico delle macchine a distanza ravvicinata, non credo proprio faccia bene.

Condivido invece appieno che si debba andare a cercare parchi un po’ più isolati, in zone periferiche, specie in presenza di allenamenti abbastanza intensi.

Sport OK Junior