Eccellente prestazione di Claudio Stecchi nella gara di salto con l’asta maschile del Meeting Hauts-de-France Pas-de-Calais di Liévin, valido quale prova Gold del World Tour, con l’azzurro che ha superato alla prima prova in sequenza 5.44, 5.64, 5.73 e poi 5.82, che rappresenta il record italiano al coperto eguagliato al suo tecnico Giuseppe Gibilisco, ma anche il minimo indispensabile per partecipare agli Euroindoor di Istanbul, e poi chiuso la sua eccellente competizione al secondo posto assoluto, dietro al fenomeno Armand Duplantis fermo a un normale per lui 6.01, con tre tentativi falliti a 5,91 che avrebbe rappresentato il primato nazionale assoluto.

Superati dal saltatore azzurro atleti di primissimo piano quali, in ordine, l’australiano Kurtis Marschall, lo statunitense Jacob Wooten e il suo connazionale Chris Nilsen, tutti a 5,82 ma non alla prima prova a differenza dell’azzurro, ed anche il filippino Ernest Obiena che in stagione aveva già superato 5.91, ma che si è fermato ieri a 5,64 per il decimo posto.

E’ stata veramente una serata trionfale per il 31enne atleta fiorentino che aveva dovuto lottare negli ultimi due anni e mezzo, dopo il record italiano all’aperto ottenuto nel settembre del 2020 a Chiari con la stessa misura di ieri sera, contro ogni tipo di problema fisico che gli aveva consentito pochissime uscite agonistiche, l’ultima delle quali prima della ripresa del 28 gennaio scorso era stata quella della fine luglio 2021 alle Olimpiadi di Tokyo.

Le dichiarazioni di Claudio: “Non ho parole. Dopo un anno e mezzo senza gare potevamo anche accontentarci di finire le indoor a 5,50 e di pensare alla stagione all’aperto. E invece, gara dopo gara, abbiamo capito che si poteva salire, e di tanto. Il 5,72 di Torun mi ha dato le sicurezze che mi servivano. E oggi, quando ho saltato 5,73 alla prima, ho capito che sarebbe arrivato il record.

Gibi? L’ho visto esultare in tribuna, ho sentito il suo urlo, la sua voce. Ci siamo abbracciati e non c’era tanto da dire, soltanto un ‘grazie’: entrambi sappiamo tutte le difficoltà che abbiamo affrontato in questi ultimi due anni.

A partire dall’operazione del novembre 2021 per un’ernia inguinale, e proseguendo con i problemi accusati ad entrambi i tendini d’Achille nei primi mesi del 2022, abbiamo ripreso ad allenarci soltanto nel settembre dello scorso anno  prima a Siracusa e poi a Castelporziano. Non ho mai pensato di smettere ma certamente uno stop così lungo non aiuta.

Quindi ho capito che, ricominciando, dovevo cambiare qualcosa. E abbiamo modificato la tecnica di rincorsa. Prima partivo da fermo, ho saltato così dai 15 ai 30 anni, e invece abbiamo introdotto un pre-avvio. I risultati per ora ci danno ragione.

Peccato per quel terzo tentativo fallito a 5,91, ero sopra l’asticella di qualche centimetro e ci sono ricascato sopra, mi è mancato soltanto un po’ di dinamismo. Certamente ci riproverò. Non agli Assoluti indoor di domenica ad Ancona ai quali a questo punto rinuncio, sicuramente agli Euroindoor di Istanbul.

È un secondo posto di prestigio nella tappa Gold del World Indoor Tour, massimo circuito mondiale, Duplantis è imbattibile, ma che soddisfazione essere secondo e aver superato i più forti del momento, tutta gente che macina gare da anni.”

Non solo immensa gioia ma anche enorme soddisfazione per l’allenatore di Claudio, una leggenda dell’atletica italiana quale Giuseppe Gibilisco che ricordiamo essere ancora l’ultimo atleta italiano ad avere conquistato un titolo mondiale in pista, a Parigi 2003, in quanto l’unico azzurro a vincere da allora una medaglia d’oro iridata è stato Massimo Stano in Oregon, l’anno scorso, ma nella marcia 35 km e quindi in una specialità su strada.

Le parole di Gibi: “Non era scontato che sarebbe tornato a saltare dopo due anni di tunnel, di buio totale. Io, per quello che posso aiutarlo, ci metto l’anima per cercare di fargli esprimere il 120% di quello che può dare. Unendo le forze stiamo riuscendo a riemergere. Oggi è una bella serata, ci restituisce grande fiducia ed energia. Ho la voce rauca perché ho urlato come un matto. Sono veramente contento. E penso che Claudio nelle gambe abbia qualcosina in più. Ora pensiamo agli Europei per premere ancora sull’acceleratore”.

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Gli altri azzurri impegnati nel meeting

Marcell Jacobs perde la sua imbattibilità che durava da circa 2 anni sui 60 metri perdendo la finale, corsa in 6″57 che è lo stesso tempo dell’esordio di Lodz, contro il keniano Ferdinand Omanyala vittorioso con il personale di 6″54, mentre terzo è l’ivoriano Arthur Cissé in 6″59. In batteria il campione europeo e mondiale sulla distanza aveva vinto facilmente in 6″64 davanti allo slovacco Jan Volko.

Le dichiarazioni di Marcell: “Si impara anche dalle sconfitte, non è la prima volta. Da domani mi rimetto a testa bassa a lavorare sulle cose che vanno corrette, come del resto ho fatto finora. Voglio affrontare al meglio i prossimi appuntamenti. Complimenti a Omanyala, ci incontreremo di nuovo.”

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Nei 3000 metri femminili sesto posto per Nadia Battocletti in 8’45″32 nella gara vinta dall’etiope Diriba Welteji in 8’34″84 ma la cosa importante per la mezzofondista azzurra è stato l’ottenimento del minimo per gli Euroindoor.

Le dichiarazioni di Nadia: “Dopo quello che è successo sabato, stasera correvo soltanto per fare lo standard e infatti per i primi 1800 metri sono stata in ritmo da 8’48. Poi ho iniziato a mettermi avanti nel gruppetto ma non ho voluto strafare, ho pensato a evitare cadute o inconvenienti. Era la mia ultima chance per qualificarmi: obiettivo raggiunto. Ora farò un paio di test prima di Istanbul, vedremo se in gara o in allenamento.”

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Negli 800 maschili Catalin Tecuceanu conduce una gara molto grintosa e coraggiosa e chiude in quinta posizione in 1’48″28, mentre il successo va al francese Robert Benjamin con 1’46″78.

Ancora una buona prestazione azzurra arriva dai 1500 maschili dove Pietro Riva chiude in settimA posizione con il crono di 3’37″74, nella gara vinta dal fenomeno norvegese Jakob Ingebrigtsen in 3”32″38.

Negli 800 femminili caratterizzati dal fantastico crono di 1’57″71, miglior prestazione mondiale dell’anno, della britannica Keely Hodgkinson, ottavo posto per Elena Bellò in 2’03″00.

Nel salto con l’asta femminile esibizione poco fortunata per la primatista italiana Roberta Bruni che si ferma a 4,30 e chiude in nona posizione.

Nel salto triplo femminile quinto posto per Dariya Derkach con 13,95 nella gara vinta dalla  cubana Liadagmis Povea con migliore prestazione mondiale dell’anno di 14,81.

Stecchi-Gibilisco a Liévin (selfie di Giuseppe Gibilisco)
Stecchi-Gibilisco a Liévin (selfie di Giuseppe Gibilisco)

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