Le interviste ai vincitori della seconda giornata di Eugene

L'approfondimento dettagliato di tutta la seconda giornata dei campionati iridati di atletica

Fred Kerley é il nuovo re dei 100 metri. Nella finale il texano ha conquistato la medaglia d’oro in 9”86 battendo gli altri due statunitensi Marvin Bracy Williams e Trayvon Bromell, che hanno realizzato lo stesso tempo di 9”88.

E’ la terza tripletta statunitense nella storia dei 100 metri ai Mondiali e la prima dal 1991 quando Carl Lewis trionfò a Tokyo con il tempo di 9”86 davanti a Leroy Burrell e a Dennis Mitchell. Gli appassionati di atletica statunitensi chiamano la tripletta sul podio “sweep”. Letteralmente significa spazzata. Noi la possiamo tradurre con la parola cappotto. Viene dalla terminologia degli sport di squadra quando un team vince lasciando gli avversari a zero vittorie.

Kerley aveva dimostrato di essere al massimo della forma ai Trials statunitensi di Eugene sulla stessa pista di Hayward Field quando vinse in 9”77 dopo un eccellente 9”76 in semifinale. Nelle batterie dei Mondiali Kerley ha corso in 9”79 in batteria dando la sensazione di passeggiare prima di imporsi in semifinale in 10”02 (unico tempo di questa stagione al di sopra dei 10 secondi).

Tre anni fa Kerley vinse il bronzo ai Mondiali di Doha sui 400 metri in 44”17 oltre all’oro nella staffetta 4×400, ma ha fatto la scelta di concentrarsi sui 100 e sui 200 metri. La scelta inizialmente criticata da alcuni come azzardata si è rivelata vincente. Kerley è una persona riservata.

Fred Kerley: “Abbiamo detto che saremmo riusciti a fare la tripletta e ci siamo riusciti. La medaglia d’oro significa di più di qualunque altra cosa. E’ un risultato fantastico. Non molti paesi ci riescono. E’ straordinario realizzare quest’impresa su suolo americano davanti al nostro pubblico.

E’ una sensazione fantastica. Questa vittoria significa che posso essere competitivo ai massimi livelli sui 100, 200 e 400 metri. Ora ho vinto una medaglia mondiale sui 100 metri e una sui 400 metri. Ho ancora una possibilità sui 200 metri. Correrò le batterie lunedì.

Il ventisettenne statunitense é uno dei tre velocisti della storia ad essere scesi sotto i 10 secondi sui 100 metri, sotto i 20 secondi sui 200 metri e sotto i 44 secondi sui 400 metri. Gli altri due sprinter in grado di realizzare una simile impresa sono Michael Norman e Wayde Van Niekerk.

Fred è cresciuto a Taylor, una cittadina a 30 minuti da Austin in Texas. E’ stato cresciuto dalla zia Virginia che ha adottato Fred e i suoi quattro fratelli e sorelle. Oltre a loro e ai propri figli la zia accolse anche quelli di un altro fratello per un totale di tredici bambini. Fino alle superiori si è dedicato al football americano e al basket, ma nell’ultimo anno si è fratturato la clavicola e da allora si è concentrato sullo sprint.

Anche il fratello minore Mylik ha corso su buoni livelli nelle gare universitarie statunitensi realizzando un primato personale di 44”85 sui 400 metri nel 2017 sulla pista di Sacramento in California. Fred é cugino dell’ex wide receiver dei New York Jersey Jeremy Kerley. E’ molto riservato e religioso.

Fred Kerley: “Considero mia zia come la figura più importante della mia vita. Senza di lei non so che fine avrei fatto. Mio padre era finito in carcere. Mia madre aveva fatto scelte sbagliate. Io avevo soltanto due anni. Ho fatto il mio primo tatuaggio ma l’ho detto molto tempo dopo a mia zia. Si tratta del Salmo 104”.

Marvin Bracy Williams e Trayvon Bromell hanno vinto l’argento e il bronzo condividendo lo stesso tempo di 9”88. Bracy vinse il bronzo ai Mondiali Indoor a Sopot nel 2014 prima di dedicarsi al football americano con le squadre degli Indianapolis Colts e dei Seattle Seehawks, ma è tornato in pista nel 2020.

L’anno scorso vinse la batteria dei Trials statunitensi in 10”00 ma si infortunò alla coscia. Bracy mise a segno una serie di grandi tempi sul finire della stagione scorsa migliorando il personale con 9”85 e conquistò il successo al Palio della Quercia di Rovereto in 9”98. Lo scorso Marzo ha vinto la medaglia di bronzo ai Mondiali indoor di Belgrado sui 60 metri in 6”44 alle spalle di Marcell Jacobs e Christian Coleman.

Marvin Bracy: “E’ una grande sensazione vincere la mia prima medaglia mondiale in casa. Siamo contenti di aver realizzato la tripletta. Cosa avrei potuto chiedere di più ? Tutto il duro lavoro per risolvere il problema degli infortuni ha pagato. Questo risultato dimostra che ho tutto quello che serve per realizzare i miei obiettivi”.

Bromell ha riscattato anni di delusioni e gravi infortuni con un altro bronzo a sette anni di distanza dal terzo posto a pari merito con André De Grasse ai Mondiali di Pechino.

Trayvon Bromell: “Tutti e tre volevamo la medaglia d’oro. Sono contento che gli Stati Uniti siano riusciti a realizzare la tripletta in casa. Sono passati sette anni dalla medaglia di bronzo di Pechino e da allora ho vissuto momenti molto difficili a causa degli infortuni. Molte persone non mi consideravano nemmeno nella lotta per le medaglie”.

Quattro degli otto finalisti sono scesi al di sotto della barriera dei 10 secondi. Il ventunenne giamaicano Oblique Seville si è piazzato al quarto posto in 9”97 dopo aver realizzato il miglior tempo delle semifinali con 9”90.

Seville ha la faccia da ragazzino ma è un talento di cui sentiremo parlare in futuro. Durante la stagione ha corso due volte sotto i 9”90 correndo in 9”86 in Maggio e in 9”88 ai Campionati giamaicani. Lo allena il grande coach Glen Mills, che guidò Usain Bolt ai trionfi olimpici e mondiali.

Il sudafricano Akani Simbine si è piazzato al quinto posto in 10”01 raggiungendo il quinto piazzamento tra i primi cinque tra Olimpiadi e Mondiali. Simbine aveva corso la prima semifinale in 9”97 precedendo con lo stesso tempo Bromell.

Il campione in carica Christian Coleman si è piazzato al sesto posto in 10”01 precedendo il giapponese Abdul Hakim Sani Brown (10”06) e il canadese Aaron Brown (10”08).

Il campione del mondo di Daegu 2011 Yohan Blake non è entrato in finale dopo il quarto posto in semifinale in 10”12. L’oro olimpico dei 200 metri André De Grasse non è andato oltre il quinto posto nella semifinale in 10”21 ma non era al meglio dopo un infortunio e un periodo di stop per il covid che lo aveva costretto a rinunciare ai Campionati canadesi.

Ferdinand Omanyala, arrivato all’ultimo momento a Eugene dopo problemi con il visto, si è classificato al quinto posto in semifinale con 10”14.

10000 metri femminili

L’etiope Letesenbet Gidey ha vinto il primo titolo mondiale dei 10000 metri femminili battendo le keniane Hellen Obiri e Margaret Chelimo Kipkemboi con la migliore prestazione mondiale dell’anno in una volata molto emozionante.

Gidey ha arricchito la sua collezione di medaglie sui 10000 metri dopo l’argento ai Mondiali di Doha 2019 e il bronzo alle Olimpiadi di Tokyo 2021. Detiene inoltre i primati del mondo sui 5000 metri con 14’06”62 a Valencia, sui 10000 metri con 29’01”03 a Hengelo e sulla mezza maratona con 1h02’52 nella Valencia Half Marathon.

Gidey non voleva saperne di correre quando era piccola e fu persino espulsa dalla scuola per essersi rifiutata di partecipare alle lezioni di educazione fisica.

Letesenbet Gidey: “Non mi piaceva per niente correre. Ho portato i miei genitori a scuola a parlare con il preside nella speranza di essere reintegrata. Hanno accettato di farmi tornare solo se avessi gareggiato per la scuola. Ho accettato con riluttanza solo per avere la possibilità di tornare a scuola”.

Obiri ha migliorato il primato personale con 30’10”02 vincendo la prima medaglia mondiale sui 10000 metri dopo il quinto posto ai Mondiali di Doha 2019 e il quarto posto alle Olimpiadi di Tokyo 2021. Margaret Chelimo Kipkemboi si é migliorata a sua volta con 30’10”07 tre anni dopo l’argento ai Mondiali di Doha sui 5000 metri.

La campionessa olimpica Sifan Hassan si è piazzata al quarto posto in 30’19”56 ma non era al meglio dopo l’esaltante ma faticosa stagione 2021 culminata con la doppia vittoria sui 5000 e 10000 metri e il bronzo sui 1500 metri alle Olimpiadi di Tokyo. L’olandese aveva corso soltanto una gara sui 5000 metri a Portland in 15’13”41” lo scorso 8 Luglio.

L’eritrea Rahel Daniel ha migliorato il record nazionale con 30’12”15. L’etiope Ejgayehu Taye si è classificata al sesto posto migliorando il personale con 30’12”45.

Lancio del martello maschile

Il fuoriclasse polacco Pawel Fajdek ha vinto il quinto titolo mondiale della sua carriera stabilendo la migliore prestazione mondiale dell’anno con la straordinaria misura di 81.98m in una finale di lancio del martello di altissimi contenuti tecnici dove cinque atleti hanno superato la barriera degli 80 metri.

Soltanto la leggenda del salto con l’asta Sergey Bubka ha vinto più titoli mondiali in una singola specialità.

Il campione olimpico in carica Wojciech Nowicki ha lanciato oltre gli 81 metri vincendo la medaglia d’argento con 81.03m. Il primatista norvegese Elvind Henriksen ha vinto la medaglia di bronzo realizzando il personale stagionale con 80.87m dopo l’argento di Tokyo. I primi tre delle Olimpiadi sono saliti sul podio anche a Eugene con un ordine d’arrivo diverso.

Nowicki ha preso la testa della gara con 80.07m al secondo tentativo. Henriksen ha risposto con un lancio da 80.87m superando Nowicki in classifica. Fajdek è passato in seconda posizione con un lancio da 80.58m. La gara si è decisa al terzo tentativo quando Nowicki ha preso il comando con un lancio da 81.03m ma Fajdek ha risposto pochi minuti dopo con il lancio vincente di 81.98m.

Pawel Fajdek: “Questa era la competizione più importante della stagione. Sono contento di aver vinto il mio quinto oro. Non era un segreto che puntavo al record dei campionati di 83.63m, ma l’anno prossimo avrò un’altra chance a Budapest”.

Il francese Quentin Bigot si è piazzato al quarto posto con un lancio da 80.24m al terzo tentativo. L’ungherese Bence Halasz ha migliorato il personale di 80.15m. Gli statunitensi Rudy Winkler e Daniel Haugh si sono piazzati al sesto e all’ottavo posto rispettivamente con 78.99m e 78.10m. Il giovane ucraino Mykhaylo Kokhan si è piazzato al settimo posto con 78.83m.

Getto del peso femminile

La statunitense Chase Ealey è diventata la prima statunitense a vincere il titolo mondiale del getto del peso femminile con un lancio di 20.49m arrivando a due soli centimetri dal personale realizzato in questa stagione.

Ealey ha vinto l’argento ai Mondiali indoor di Belgrado lo scorso Marzo, con 20.21m eguagliando il record nord americano di Michelle Carter, il titolo statunitense con 20.51m e tre tappe della Diamond League a Doha (19.51m), Oslo (20.13m) e Stoccolma (20.48m).

La statunitense ha riscattato una stagione difficile nel 2021 quando si è dovuta fermare per il covid e ha mancato le Olimpiadi dopo essersi piazzata al quinto posto ai Trials statunitensi.

Ealey si allena a Loughbrugh in Gran Bretagna insieme alla pesista britannica Sophie McKinna. Si è laureata in istruzione elementare e psicologia all’Università di Oklahoma.

Chase Ealey: “Ero talmente emozionata che non riuscita a controllare il mio ultimo lancio. E’ stata una giornata molto importante per me. Il sostegno e gli applausi del pubblico di casa sono stati indimenticabili. Questo momento rimarrà nel profondo del mio cuore. Non riesco a spiegare a parole l’atmosfera all’interno di Hayward Field. Spero che questa vittoria possa cambiare la mia vita”.

Ealey ha raccontato che, quando è nervosa, sua madre le consiglia di respirare. Ealey porta un tatuaggio con la scritta “breathe”, che significa respiro.

Quando sono nervosa, guardo il mio tatuaggio prima di lanciare”.

Iniziò come velocista correndo in 12”27 a 15 anni nel 2010. Vinse cinque gare sui 100 metri, nel getto del peso, nel lancio del giavellotto e nelle staffette 4×100 e 4×200 ai Campionati dello Stato del New Mexico.

“Ai tempi delle high school non mi piaceva il getto del peso, ma è stata la prima specialità nella quale mi sono migliorata a livello di college.”

La campionessa in carica Gong Lijao ha vinto la medaglia d’argento con un lancio da 20.39m realizzato al quinto tentativo. Gong ha eguagliato il primato di otto partecipazioni ai mondiali nel getto del peso detenuto dalla tedesca Nadine Kleinert Schmitt. Ha vinto due ori mondiali a Londra 2017 e Doha 2019, un argento a Pechino 2015 e tre bronzi a Berlino 2009, Daegu 2011 e Mosca 2013.

L’olandese Jessica Schilder ha migliorato il record nazionale di 19.77m al terzo tentativo aggiudicandosi la medaglia di bronzo.

Gong Lijao: “Sapevo di avere un’enorme responsabilità essendo la campionessa in carica. I cinesi si aspettano sempre molto da me. Non sono soddisfatta della medaglia d’argento. Ho messo in pratica tutto il lavoro svolto in allenamento, ma mi aspettavo di più”.

Salto in lungo maschile

Il venticinquenne cinese Wang Jianan ha vinto una sorprendente medaglia d’oro nella finale del salto in lungo maschile con 8.36m all’ultimo tentativo otto anni dopo aver vinto l’oro ai Mondiali Under 20 nello stesso impianto di Hayward Field.

Wang si trovava al sesto posto ad un salto dalla fine con due salti da 8.03m al terzo e quinto tentativo, ma ha piazzato un salto da 8.36m nella sesta prova che gli ha permesso di vincere la gara. Wang ha mancato il record nazionale di 11 centimetri.

Il saltatore asiatico ha vinto la seconda medaglia mondiale della sua carriera dopo essersi piazzato al terzo posto a Pechino nel 2015. Si era classificato quinto alle Olimpiadi di Rio 2016 e sesto ai Mondiali di Doha 2019.

Wang Jianan: “Sono venuto a Eugene con l’obiettivo di raggiungere il podio. Per questo ero un po’ deluso dopo i primi cinque tentativi. Quando ho visto 8.36m sul display, non riuscivo a crederci. Ho realizzato solo dopo che si trattavo del più grande risultato per un lunghista ai Mondiali. Questi pensieri mi hanno reso davvero orgoglioso. Eugene non è soltanto una città fortunata per me, ma una seconda casa”.

Wang ha cominciato la sua carriera come specialista delle prove multiple e ha realizzato un personale di 7063 punti a 15 anni.

Il greco Miltiadis Tentoglou puntava a fare il Grande Slam dopo aver vinto le Olimpiadi di Tokyo, gli Europei outdoor di Berlino e i titoli europei e mondiali indoor, si è dovuto accontentare del secondo posto con 8.32m dopo una serie di salti molto regolare (8.30m, 8.29m, 8.24m e 8.32m).

Miltiadis Tentoglou: “Sono venuto qui per vincere la medaglia d’oro. Nulla ha funzionato al meglio. Sono campione olimpico e mondiale indoor in carica, ma sono deluso di aver perso la mia grande chance di vincere il titolo mondiale, l’unica vittoria che manca alla mia collezione. Per fortuna non dovrò aspettare due anni per il prossimo Campionato del Mondo. Non vedo l’ora di Budapest. Manca solo un anno.
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Lo svizzero Simon Ehammer ha conquistato la medaglia di bronzo con 8.16m al secondo tentativo. L’atleta originario del Cantone Appenzeller diventa il primo decathleta a vincere una medaglia mondiale o olimpica in una specialità individuale.

Il giovane rossocrociato tornerà a gareggiare nel decathlon agli Europei di Monaco di Baviera tra un mese. Lo scorso Maggio lo svizzero ha realizzato il record svizzero del lungo con 8.45m al meeting delle prove multiple di Goetzis, dove si è classificato terzo con 8377 punti.

Il bronzo olimpico Maykel Massò ha sfiorato di un centimetro la medaglia di bronzo con 8.15m. Lo statunitense Steffin McCarter si è piazzato al quinto posto con 8.04m precedendo il campione mondiale indoor 2016 Marquis Dendy. L’indiano Sreshankar ha eguagliato il miglior risultato di un atleta del suo paese ai Mondiali.

Batterie 100 metri femminili

La campionessa mondiale in carica dei 200 metri Dina Asher Smith ha realizzato il tempo più veloce delle batterie dei 100 metri con 10”84 mancando il suo record britannico di un solo centesimo di secondo. Lo scorso anno la ventiseienne londinese mancò la finale olimpica per un infortunio subito ai Campionati britannici.

Dina Asher Smith: “Ho corso contro avversarie emergenti nella mia batteria. Ho dovuto eseguire al meglio la mia gara ma nello stesso tempo risparmiare le energie. Non ho pensato al tempo finale ma sono contenta di aver vinto la mia batteria. Ho bisogno di recuperare per correre ancora forte in semifinale”.

La quattro volte campionessa mondiale Shelly Ann Fraser Pryce ha vinto agevolmente la sua batteria in 10”87. La giamaicana ha esibito una nuova acconciatura di capelli di colore viola.

Shelly Ann Fraser Pryce: “Il primo round è spesso uno dei più difficili perché si vuole essere sicuri che tutto vada bene. Volevo qualificarmi nel modo più facile possibile. Quando tornerò in camera il mio allenatore analizzerà il video della gara per capire se c’è qualcosa da cambiare”.

La tre volte medagliata mondiale Marie Josée Ta Lou ha dimostrato il suo buon momento di forma vincendo la batteria in 10”92. La svizzera Mujinga Kambundji è scesa sotto gli 11 secondi con 10”97. Le giamaicane Shericka Jackson e Elaine Thompson Herah si sono imposte nelle loro batterie con 11”02 e 11”15. L’azzurra Zayab Dosso si è qualificata brillantemente grazie al terzo posto in 11”26 nella batteria vinta da Thompson Herah.

Qualificazioni del salto in alto femminile

L’azzurra Elena Vallortigara é una delle cinque atlete a raggiungere la finale del salto in alto femminile superando tutte le misure fino a 1.93m al primo tentativo (il cosiddetto clean sheet come dicono gli americani).

Le altre atlete in grado di accedere alla gara per le medaglie senza errori sono state la campionessa mondiale indoor Yaroslava Mahuchik, Safina Sadullayeva dell’Uzbekistan, l’ucraina Iryna Gerashchenko e la vice campionessa mondiale indoor Eleanor Patterson. Sono state eliminate la vice campionessa mondiale di Londra 2017 Yuliya Levchenko e la statunitense Vashti Cunningham, che hanno superato rispettivamente 1.90m e 1.86m.

Elena Vallortigara: “Sono orgogliosa di aver raggiunto la finale saltando tutte le misure al primo tentativo fino a 1.93m. Mi tolgo un peso dalle spalle. Tutto è possibile in finale. Ringrazio il mio allenatore Stefano Giardi e il mio team per il sostegno. Senza di loro non ce l’avrei fatta.”

Batterie 3000 siepi femminili

La kazaka di origini keniana Norah Jeruto ha realizzato il secondo miglior tempo della storia dei Mondiali correndo in uno strepitoso 9’01”54. Hayward Field ha portato ancora fortuna a Jeruto, che ha vinto le ultime due edizioni del Prefontaine Classic nel 2021 con 8’53”65 (terzo crono mondiale di sempre) e nel 2022 con 8’57”97. Yerkuta Getachew si è piazzata al secondo posto con 9’11”25 battendo la tunisina Marwa Bouzayani, che ha migliorato il personale con 9’12”14.

La francese Alice Finot ha migliorato il primato francese con 9’14”34 conquistando il successo nella seconda batteria davanti all’etiope Mekides Abebe (9’14”83) e alla primatista albanese Luiza Gega (9’14”91).

Celliphine Chepsol, che migliorò il record mondiale under 20 sulla pista di Eugene con 8’58”78 nel 2017, ha conquistato il successo nella terza batteria in 9’16”78 battendo la slovena Marusa Mismas Zrimsek (9’17”14) la rappresentante del Barhein Winfred Yavi Mutile (9’17”32).

La campionessa olimpica Peruth Chemutai e l’iridata di Londra 2017 Emma Coburn si sono qualificate per ripescaggio.

Batterie 110 metri ostacoli maschili

Il campione mondiale Grant Holloway ha vinto la seconda batteria realizzando il miglior tempo assoluto 13”14. L’oro olimpico Hansle Parchment si è imposto nella sua batteria in 13”17 battendo il primatista sudamericano Rafael Pereira di sei centesimi. Trey Cunningham e Devon Allen si sono aggiudicati le loro rispettive batterie con 13”28 e 13”47.

Batterie 400 metri ostacoli maschili

Il campione olimpico e primatista mondiale Karsten Warholm ha vinto agevolmente la sua batteria in 49”34 destando una buona condizione dopo l’infortunio di Rabat.

Karsten Warholm: “I 400 metri ostacoli mi sono sembrati più lunghi di quanto mi ricordassi. E’ difficile dire quali siano le mie chance di difendere il mio titolo, non avendo corso altre gare quest’anno”.

Khalifah Rosser ha realizzato il miglior tempo di tutte le batterie con 48”62. Raj Benjamin e Allison Dos Santos si sono aggiudicati agevolmente le loro rispettive batterie con 49”06 e 49”41. Mario Lambrughi ha mancato l’ingresso in semifinale per soli nove centesimi di secondo con 50”18.

Salto triplo femminile

La primatista mondiale Yulimar Rojas ha avuto bisogno di un solo salto per qualificarsi per la finale con 14.73m. Maryna Beck Romanchuk si è qualificata con la seconda migliore misura di 14.54m. Ana Lucia Tima ha realizzato il record della Repubblica Dominicana con 14.52m precedendo la finlandese Kristina Makela (14.48m) e Shanieka Ricketts (14.45m). Ottavia Cestonaro è stata eliminata con 13.63m.

Semifinali 1500 metri femminili

Gudaf Tsegay ha realizzato il miglior tempo delle semifinali con 4’01”28 precedendo l’argento olimpico Laura Muir che ha migliorato il personale stagionale con 4’01”78. Faith Kipyegon si è imposta nell’altra semifinale con 4’03”98 davanti all’etiope Hirut Meshesha (4’04”05). L’abruzzese Gaia Sabbatini è stata squalificata per un contatto con l’ugandese Winnie Nanyondo dopo aver corso in 4’05”41, crono che non sarebbe stato comunque sufficiente per andare in finale.

Laura Muir: “E’ la mia quinta partecipazione ai Mondiali e la mia quinta finale. Spero di poter vincere una medaglia alla mia quinta possibilità.

Batterie 1500 metri maschili

L’australiano Stewart McSweyn ha corso il tempo più veloce delle batterie con 3’34”91 precedendo Charles Philibert Thiboutot (3’35”02) e il campione olimpico Jacob Ingebrigtsen (3’35”12). Oliver Hoare e Josh Kerr hanno vinto le altre batterie correndo rispettivamente in 3’38”04 e in 3’38”94.

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