Tra le tante cose interessanti capitate a Fayetteville in Arkansas, durante i Campionati NCAA, da sempre fucina e miniera dell’Atletica Usa, al Randal TysonTrack Center, va fatta una riflessione storico-geografica, nell’ambito sempre stuzzicante dei poliedrici e dei proteiformi, che spedisce in vetta uno stato, diventato proverbiale per la sua scarsa tolleranza e per lunghi anni di segregazione.
Da segnalare anche una vecchia canzone country che spesso si ascolta nei film western, Roses of Alabama.
Domande: dov’era nato Jesse Owens che regalò vittorie e record alla Ohio State che lo aveva accolto? A Danville, Alabama.
Dov’è nato Carl Lewis, che passa per essere del New Jersey per crescita o californiano per lunga residenza, o texano per la sua attuale occupazione? A Birmingham, Alabama.
Dov’è nato JuVaughn Krishna Harrison? A Huntsville, contea di Madison, Alabama.
Harrison ha fatto una cosa mai vista: 2,30 di salto in alto e 8,45 di salto in lungo in meno di tre ore, un’accoppiata unica, una combinata senza precedenti.
Ha quasi 22 anni, compleanno il 30 aprile, è molto alto, 1,93, e molto sottile, ha una cascata di treccine colorate, studia ingegneria biomedica alla Lsu, Lousiana State University, sportivamente The Tiger’s Roar.
![JuVaughn Harrison (foto archivio)](https://sprintnews.it/wp-content/uploads/2021/03/Zaynab-Dosso-2021-03-14T174729.564.jpg)
Racconta il giovanotto che all’inizio del pomeriggio non sentiva di essere al meglio e di aver collezionato errori nella progressione dell’asticella. Superati i 2,30 è passato sulla pedana del lungo, è andato in testa al quarto turno atterrando a 8,45, ottavo di sempre al mondo in competizioni indoor.
Gara di livello eccelso: il secondo a 8,35, il terzo a 8,26, il quarto a 8,11. In questo caso, più che le scarpe merita di esser segnalato la qualità del materiale. Non solo quello umano.
Due titoli Ncaa incamerati in un pomeriggio e in due specialità molto diverse. Mai capitato? Non è esatto.
Nel 2019, all’aperto, ad Austin, Texas, c’era riuscito proprio lui, JuVaughn, saltando 2,27 e 8,20 (ma a palmi in quarantottore ore) che sono i suoi record personali senza un tetto sopra la testa. Ora, molto meglio.
La mamma si chiama Georgia e va ringraziata.
Precedenti: il 25 maggio 1935, ad Ann Arbor, Michigan, meeting delle Big Ten, Owens concesse “il giorno dei giorni”: sei record del mondo migliorati o eguagliati in 45 minuti malgrado avesse un forte mal di schiena, compreso il formidabile 8,13 nel lungo, su una pedana che sembrava un sentiero di campagna.
![Jesse Owens (foto archivio epoca)](https://sprintnews.it/wp-content/uploads/2020/05/Progetto-senza-titolo-2020-05-26T085146.010.jpg)
Il record tenne duro per 25 anni, sino a Ralph Boston, nativo del Mississippi, vicino, in tutti i sensi, all’Alabama.
Un anno dopo, “la settimana delle settimane” a Berlino. Lewis pareggiò Jesse a Los Angeles ’84 e allineò quattro medaglie d’oro nel lungo, il comune denominatore che unisce questi tre figli dell’Alabama.
Per Harrison la strada verso Tokyo passerà attraverso i Trials della seconda metà di giugno a Hayward Field, Eugene, Oregon. Proverà una doppia, unica selezione olimpica?