Federica Del Buono - Praga 2015 (Foto Fidal)
Federica Del Buono - Praga 2015 (Foto Fidal)

Avevamo annunciato che si stava allenando e che sembrava in buone condizioni, abbiamo celebrato, domenica, il suo ritorno alle gare e ora, le facciamo raccontare le sue sensazioni ed emozioni, a poco più di due giorni dal suo ritorno in gara.

Federica, è stata una gioia leggere della tua gara di domenica scorsa, ancor più grande perchè non era stata annunciata. Avete deciso solo negli ultimi giorni o avete preferito non comunicarla per una sorta di scaramanzia?

In realtà la prima, ma più che una gara mi piace definirla un allenamento nel senso che è circa un mese e mezzo che sono tornata a correre, senza alcun problema e volevo dimostrare al mio Gruppo Sportivo, che mi ha sempre sostenuta senza mai farmi la minima pressione, che ci sono e che posso tornare a gareggiare.

Direi che è andata alla grande, in ogni caso e, oltretutto, hai anche sbagliato strada per cui il tuo tempo reale sarebbe stato intorno ai 34:30/ 34:40.

Diciamo che speravo di andare sotto i 35 minuti e non ci sono riuscita per 2 secondi, ma l’importante era la tenuta fisica e devo dire che non ho avuto alcun problema e nessuna conseguenza nei giorni seguenti alla prova.

L’altro giorno hai dimostrato di esserci sia fisicamente che di testa, perchè correre, quasi 10 km da sola, non è certo semplice.

Hai detto molto bene, mi sento a posto fisicamente ma ancor più di testa, perchè ho la consapevolezza di essere molto maturata, ultimamente, specie dopo l’esperienza avuta, a Roma, tra la fine del 2018 e la primavera del 2019.

Come mai sei andata a Roma e come giudichi tale periodo della tua vita atletica? 

La mia permanenza, a Roma, è nata da una mia precisa scelta, su indicazione della Federazione che mi aveva consigliato di provare nuove tecniche di allenamento, con un nuovo tecnico (Vincenzo De Luca) per cercare di capire se, in qualche modo, tutti gli infortuni che mi capitavano, a catena, potessero terminare.

Sinceramente, mia madre, da sempre mia allenatrice, non era d’accordo, ma ha rispettato, in pieno, la mia decisione e sostenuto, sino in fondo, il mio percorso romano.

A Roma ho incontrato varie difficoltà. Logistiche, perchè vivevo in caserma e, non avendo la macchina, facevo fatica a trovare posti, dove mangiare, che fossero adatti per le mie esigenze di atleta. Tecniche, perchè avevo la sensazione che, il nuovo tipo di allenamento, non fosse idoneo alle mie caratteristiche.

Vista così, sembra essere stata una parentesi negativa anche in considerazione del fatto che, pure a Roma, ti infortunavi spesso.

Non è stata, per niente, una brutta esperienza. Ho avuto modo, innanzitutto, di confrontarmi con alcune realtà e aspetti tecnici a me sconosciuti che, al ritorno a Vicenza, ho condiviso con mia madre e che ci sono stati molto utili.

Aspetto fondamentale, poi, della mia esperienza romana è stato il supporto avuto dalle strutture mediche perchè, a seguito di uno dei miei vari infortuni, un edema al metatarso del piede, sono state fatte delle accurate valutazioni genetiche che hanno determinato come io soffrissi di una importante forma celiarchica, con intolleranza a determinati alimenti che mi indebolivano, limitando l’apporto del calcio alle ossa.

Tale scoperta, e il successivo cambio nell’alimentazione, hanno avuto, quindi, un ruolo fondamentale nel mio recupero e, oltretutto, ce l’hanno nella prevenzione fisica futura.

Veramente molto interessante e confortante. Ora che finalmente puoi tornare a pensare alla competizione, quali sono i programmi di massima per i prossimi mesi?

In questo momento, io e tutte le persone del mio staff tra cui, voglio ricordare, oltre mia mamma, anche Umberto Pegoraro che mi segue per tutta la parte della forza, ci stiamo gustando la gioia per quanto accaduto domenica, senza avere fretta nel pianificare degli impegni precisi.

Ti dico, anche, che mi piacerebbe fare qualche gara su strada, perchè l’asfalto per me è un terreno ideale, ma valuteremo, insieme, con calma, se fare qualche cross oppure qualche gara indoor. Il mio pensiero primario va, però, alla stagione all’aperto.

Pensi di puntare sui 1500, dalla prossima primavera, o ti vedremo correre anche qualche 800?

Non sono mai stata un’atleta velocissima negli ultimi cento metri e, ora, dopo 3 anni di inattività, credo ancor meno. I 1500 sono certamente la gara che amo e, forse, in proiezione, potrei nel tempo allungare la distanza.

Per l’anno prossimo, comunque, si punta ai 1500 ma sicuramente, come preparazione a questi, farò anche degli 800.

Già, l’anno prossimo ci saranno le Olimpiadi di Tokio, ma anche gli Europei di Parigi. Senti di poter puntare a entrambi gli obiettivi o saresti felice anche di partecipare solo a una delle due?

Guarda Ferdinando, è chiaro che qualsiasi atleta cerca sempre di puntare più in alto possibile e, anche io, lo faccio, per cui non voglio pormi limiti.

Però, da quest’anno, la mia forza in più deve essere la testa, perchè solo cercando di avere sempre la mente libera da ansie eccessive, sono convinta di poter correre forte. A dove posso arrivare, però, non voglio pensarci, in quanto se lo dovessi fare non mi sentirei così serena e felice, come sono adesso, con dentro di me tutto il grande amore e la passione che ho per la corsa.

Le tue parole sono veramente il segno di una grande maturità, Federica. Per ultimo vorrei chiederti se c’è qualcuno, in particolare, che vorresti ringraziare, al di fuori della tua famiglia o del tuo Gruppo Sportivo, per esserti stata vicina in questi anni complicati?

Si, certamente, la mia grande amica Johanelis (Herrera Abreu), che mi è stata sempre vicina, nei miei momenti più bui, spronandomi sempre a non mollare mai. Se sono qui, a raccontare del mio ritorno agonistico, una parte del merito va anche a lei, che è un grande esempio di passione e dedizione all’atletica, e quel che ha fatto, con le sue compagne di staffetta a Doha, ne è il risultato.

Grazie a Federica, grandissima atleta ma anche straordinaria persona che, con il coraggio e la determinazione dei grandi, sono certo saprà riprendere il cammino che le compete per il suo talento.

Federica Del Buono ( foto organizzatori )
Federica Del Buono – Villaverla ( foto organizzatori )

 

 

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