Quando si parla di casi della vita ci si riferisce a quelle situazioni che non sono dipendenti da un reale volere, ma che accadono per un puro caso ed è ovviamente per un caso che le elezioni per la nomina del nuovo Presidente della Fidal coincidano praticamente sempre ( pochi giorni di differenza) con quelle del Presidente degli Stati Uniti.
Tutta questa altisonante premessa per commentare brevemente la notizia, invero di tre giorni fa, della presentazione, da parte di Stefano Mei, della sua nuova candidatura a Presidente della Fidal.
E’ la seconda volta che il grande ex atleta spezzino ci prova e, come già si disse, quattro anni fa, la sua è certamente una figura forte e importante nel contesto dell’atletica italiana.
Quel che non mi piacque, allora, furono i toni usati, per tutta la campagna, culminati con un discorso, dal mio punto di vista, troppo aspro, nel giorno ufficiale delle elezioni, il 6 Novembre del 2016.
Io posso capire che, in una campagna elettorale, anche se per la nomina alla Presidenza di una Federazione Sportiva, ci debba essere uno scontro, delle critiche anche forti, ma si tratta pur sempre di sport.
Il discorso di Mei fu, allora, vibrante e certamente ispirato all’amore per l’atletica, ma troppo spesso basato su critiche e sospetti di ogni genere, a conclusione di una campagna elettorale troppo improntata su toni di battaglia.
Lascerei alla cruda politica quotidiana questo tipo di comunicazione, cercando sempre di ricordare come lo sport debba essere inteso quale la quintessenza del benessere e della salute di ogni singolo individuo.
Questo non vuole dire, certamente, che Stefano Mei non possa essere un ottimo Presidente della Fidal, anzi, per esperienza, competenza tecnica, energia ed entusiasmo potrebbe essere quasi perfetto.
Mi permetto, solo, di consigliarli di non farsi troppo travolgere dalla smania di voler raggiungere, a tutti i costi, l’obiettivo, quasi fosse un trofeo da sfoggiare.
In tale senso, trovo un po’ prematura la sua candidatura presentata, in grande stile, l’altro giorno, perchè manca un anno, un tempo infinito e scendere in campo, così presto, può denotare un certo tipo di nervosismo che, poi, non permette di affrontare, le fasi cruciali della contesa, con il giusto spirito di confronto costruttivo per il solo bene dell’atletica e degli atleti.
Ma, ad onor del vero, di nervosismo ai margini di questa futura elezione, che sarà nel novembre del 2020, un po’ ce n’è, con tante voci più o meno vere, sui possibili pretendenti e alcune prese di posizione ufficiali, tra cui quella del Generale Parrinello che si è detto disponibile, nel giusto momento, a prendere in considerazione la possibilità di una sua candidatura.
In definitiva, credo che sia molto meglio, per ora, incentrare l’attenzione sull’atletica e sugli atleti, fermo restando che, quando i pretendenti per il rinnovo del consiglio federale saranno tutti ufficializzati, saremo molto lieti di mettere a disposizione, dei lettori, i loro programmi, in modo tale che ognuno si possa fare una propria idea.