Alex Schwazer, il marciatore altoatesino squalificato due volte per doping dalla giustizia sportiva, la prima dal 2012 al 2016 e la seconda dal 2016 sino al 2024, sarà questa sera uno degli ospiti d’onore della 71esima edizione del Festival di Sanremo che, come ben noto, viene trasmessa in diretta su Rai 1.

In pratica il massimo palcoscenico, per qualsiasi personaggio, a fronte dei circa 10 milioni di spettatori che tale evento richiama, il maggiore possibile per una trasmissione televisiva, a parte forse la finale di un campionato del mondo di calcio in cui fosse protagonista l’Italia.

La presenza di Schwazer è legata alla grande risonanza mediatica avuta dalla recente ordinanza di archiviazione del procedimento preliminare, durato oltre 4 anni presso il Tribunale di Bolzano, in cui si doveva decidere se rinviare a giudizio l’atleta per frode sportiva susseguente ad assunzione di sostanze dopanti.

Tutto nasceva, ovviamente, dalla squalifica sopra citata a 8 anni, la seconda per Schwazer, in seguito alla quale era iniziato un procedimento penale preliminare che ha avuto tempi lunghissimi, per vari motivi legati alle perizie richieste dal giudice incaricato.

Sintetizzando, ma chi volesse può sempre andare a rileggersi tutti i nostri approfondimenti sulla vicenda, poche settimane fa il magistrato Walter Pelino ha deciso, con una documento di 87 pagine, di archiviare le accuse di doping a carico di Schwazer e quindi di non mandarlo a processo penale per frode sportiva.

Va evidenziato, senza entrare più di tanto nel merito dell’ordinanza, che il giudice tra le sue motivazioni ha avanzato pesanti dubbi sul comportamento della WADA, l’Agenzia Mondiale Antidoping, e anche di World Athletics, la massima federazione mondiale di atletica, dando credito, quindi, a quanto sempre sostenuto da parte della difesa dell’atleta, che fosse stato perpetrato ai danni di Schwazer, in merito alla sua seconda squalifica per doping, un vero e proprio complotto.

Questi sono i fatti, nudi e crudi e, pur nell’assoluto rispetto dell’opinione del magistrato, ci sembra doveroso ricordare come tale sua tesi sia stata fortemente contestata da WADA e World Athletics ma, soprattutto, come valga unicamente in un ambito penale mentre, da un punto di vista sportivo, assolutamente nulla sia cambiato e, alla fine, quello che conta in tali vicende sia solamente quanto sentenziato dai Tribunali Sportivi.

Ma i dati oggettivi, evidentemente, non hanno alcuna importanza e, da tempo, ancor prima dell’ordinanza di archiviazione del giudice Pelino, quasi tutta la stampa cartacea e online era dalla parte di Schwazer, ritenendolo la vittima di un sistema più grande di lui.

Stasera la definitiva consacrazione di tutto questo e l’inizio, probabilmente, di una carriera televisiva anche se, sinceramente, da sportivi e appassionati veri di atletica, avremmo preferito rivederlo in gara, magari alle prossime Olimpiadi, cosa che forse sarebbe stata possibile con una linea difesiva più morbida nei confronti delle massime istituzioni mondiali dell’atletica.

Ma così è stato e, allora, ci piace ricordarlo con una foto di copertina che evoca il suo trionfo nella 50 chilometri di marcia dei giochi di Pechino 2008.

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