Ashton Eaton (foto nbcnews.com)
Ashton Eaton (foto nbcnews.com)

Dopo molto bianco e nero, torniamo in un cromatismo più acceso, per ricordare un doppio addio che qualche giorno fa ha tagliato i tre anni da quando venne pronunciato.

Una coppia solida, in grado di prendere una decisione comune: a 29 anni meno due settimane e a 28 anni appena compiuti, Ashton Eaton e Brianne Theisen annunciarono che poteva andare bene così.

In quel momento, il 4 gennaio 2017, le prove multiple hanno perso un sovrano, transitato nella storia, e una principessa-consorte salita su cinque podi di consistenza assoluta. Per chi ama i numeri, marito più moglie uguale 15.853 punti, media 932. Solo le famiglie Zatopek e Joyner possono abitare allo stesso piano.

Andarsene al massimo, su un picco che sarebbe stato difficile continuare a occupare, in una dimensione in cui il pericolo alita addosso e con avversari che possono essere spietati: è la spiegazione data da Nico Rosberg per un addio pronunciato a 31 anni, all’indomani della conquista del titolo mondiale in F1.

Ashton, per proporzioni un uomo vitruviano, non aveva in quel momento un Lewis Hamlton che potesse minacciare il suo regno (il meravigliso picco toccato di Kevin Mayer a Talence è arrivato un anno e mezzo dopo l’adieu), aveva tutte le chances e un’età che gli avrebbero concesso di inseguire almeno un altro paio di titoli mondiali e il traguardo, che assomiglia a un ideale, del terzo oro olimpico.

E ripercorrendo una solida vicenda di vittoria sulla timidezza, di innamoramento, di affetto ricambiato, di vita in comune, di lavoro svolto fianco a fianco, quel giorno, insieme al marito, salutò e se ne andò anche la graziosa Brianne, canadese, nativa di Saskatoon e trapiantata nell’Oregon, due volte a segno nel “santuario” austriaco di Gotzis, vittorie che mancano nella collezione di Ashton.

Il fuoriclasse di Portand corre e salta magnificamente (correva, saltava: fa una certa impressione pensarlo, scriverlo…), se la cavava egregiamente nei lanci, scrive anche bene.

E’ sufficiente scorrere quel che un po’ enfaticamente può essere definito il suo testamento spirituale affidato alla rete, un percorso che si apre, quand’era adolescente, con la scoperta del decathlon e di un titano, Roman Sebrle, che avrebbe potuto rappresentare la Terra se le Olimpiadi fossero state pacifiche Guerre Stellari, e prosegue puntata dopo puntata con una presa di coscienza, sino all’ultimo passo.

E’ tempo che lasci l’atletica, che vada a cercare qualcosa di nuovo. Francamente non c’è altro che io possa fare nello sport. Ho dato dieci anni nell’inseguire i miei limiti. Li ho raggiunti? Credo sia difficile per chiunque dirlo“.

Ashton se n’è andato per appagamento, per aver raggiunto, più volte, quel che per i comuni mortali che si dedicano a quella faticaccia è una dimensione proibita?

Viene in mente l’addio precocissimo di Herb Elliott che abbandonò l’atletica ancor più giovane, dopo aver vinto le Olimpiadi (a Roma) con un fantasmagorico record mondiale dei 1500 (quel 3’35”6 odora i moderno, quasi di contemporaneo, e un distacco abissale affibbiato al resto della compagnia, aver dominato i Giochi del Commonwealth e domato la distanza più nobile per un anglosassone, il miglio.

Erano altri tempi e un’offerta di lavoro fu sufficiente a fargli chiudere una carriera breve, illustrissima, destinata alla leggenda.

Più di mezzo secolo dopo, Ashton è giunto alla stessa scelta quando azzurri spazi erano ancora aperti davanti a lui. Rimarrà la sua saga, quella dell’uomo che ha superato due volte il promontorio dei 9000 punti, che ha scandito record personali degni di un grande solista, che ha sempre saputo offrire interpretazioni di una nitida calligrafia, gesti perfetti.

A Rio, dove Brianne chiuse con una medaglia di bronzo andata a tener compagnia a due secondi posti mondiali e a un titolo iridato indoor, era diventato il terzo decathleta della storia (e il secondo americano) a metter le mani su due medaglie d’oro consecutive nella specialità che i tedeschi chiamano, con un certo gusto bellico, Zehnkampf, dieci battaglie.

Precedenti assai illustri, Bob Mathias da Tulare che vinse a Londra a 17 anni, otto mesi e dieci giorni, per replicare nel 1952 a Helsinki, e Daley Thompson, da Notting Hill, Londra, che produsse il suo bang-bang a Mosca e a Los Angeles. Daley, che era anche un umorista di razza, ha rappresentato la seconda formidabile congiunzione di razze dopo Jim Thorpe, il cocktail perfetto che avrebbe dato al decathlon Dan O’Brien, Brian Clay e, appunto, Ashton.

Sia Mathias che Thompson lasciarono anche un vigoroso segno legando il successo nella gara più importante al record mondiale. Ashton lo ha fatto al Mondiale di Pechino 2015: secondo titolo e seconda irruzione oltre i 9.000 punti dopo quella di Eugene, con record ritoccato di sei sino a quota 9045 e con un mirabolante 45”00 che gli avrebbe dato il settimo posto nella finale del quarto di miglio riservata agli specialisti.

A Rio era in cerca del settimo sigillo consecutivo: centrato, in fondo a una bella battaglia con Kevin Mayer, successore nell’albo dei primati ma meno solido – e anche sfortunato: vedi Doha – nei grandi appuntamenti.

Da quando l’uomo dell’Oregon era apparso in scena (secondo a Daegu 2011), ha monopolizzato tre Mondiali indoor, due all’aperto, i Giochi londinesi del 2012 e quelli brasiliani.

Media dei decathlon di Londra, Mosca, Pechino e Rio, 8904 punti, una prestazione che i ceki Roman Sebrle, una volta, e Tomas Dvorak, un’altra (più due sfioramenti), hanno superato nei loro giorni più luminosi.

Ashton ha chiuso con 6645 al coperto e 9045 all’aperto, entrambi record mondiali, e con una collezione di limiti personali non solo legati alle dieci fatiche: 10”21, 20”76, 45”00, 4’14”48, 13”35, 48”69 (frutto di un’incursione compiuta in un anno sabbatico che fece tremare più di un ostacolista di mestiere), 2,11, 5,40, 8,23, 15,40, 47,36, 66,64.

Più che numeri sembrano note scritte su foglio da musica. Peccato non abbia provato ad avvicinare anche i 17 metri nel triplo. A occhio, erano nelle sue corde.

Brianne Theisen (foto 29Secrets.com)
Brianne Theisen (foto 29Secrets.com)
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