Davide Re e Maria Chiara Milardi: una brutta storia umana

    Incredibile fine della collaborazione sportiva tra l'allenatrice di Rieti e il primatista italiano dei 400

    Giovedì sera scorso nell’ambito di tutte le straordinarie finali della Diamond League 2021 trasmesse in diretta da Sky Sport, durante la cronaca dei 400 metri in cui era presente il primatista italiano Davide Re, il telecronista Nicola Roggero ha evidenziato come l’atleta avrebbe cambiato guida tecnica nella prossima stagione 2022.

    La notizia mi ha sinceramente stupito perché conosco abbastanza bene il grande lavoro tecnico svolto dall’allenatrice di Davide, Maria Chiara Milardi, per allenarsi con la quale l’atleta ligure si era trasferito a Rieti circa cinque anni fa e grazie alla quale ha ottenuto straordinari risultati in un momento certamente delicato della sua carriera, arrivando come ben noto ad essere il primo italiano a scendere sotto i 45 nei 400, sino a fissare il record italiano a 44″77 nel 2019 e sfiorare di pochissimo, sia in quell’anno nei Mondiali di Doha che quest’anno nelle Olimpiadi di Tokyo, l’accesso alla finale correndo in entrambe le occasioni sempre sotto i 45.

    Ricordando, inoltre, la grande competenza dell’allenatrice reatina che ha portato al record italiano del giro di pista anche Matteo Galvan, ho pensato che la scelta di Davide preannunciata dal commentatore Sky fosse dettata magari da ragioni familiari, perché non ne vedevo altre possibili, e invece poche ore fa da un post su facebook della Milardi scopro che anche lei lo ha scoperto guardando la TV, senza che nessuno, a cominciare soprattutto dall’atleta, gliene avesse ancora parlato.

    Una storia veramente brutta, mi si consenta, e anche se non mi piace mai criticare nessuno mi sembra quasi incredibile che una persona quale Davide Re con cui ho avuto varie volte modo di interagire, e che mi è sempre sembrato particolarmente educato e sensibile, possa avere avuto un simile scivolone di stile.

    Spero, ovviamente, ci possa essere una spiegazione ma proprio non riesco a vederne una nel senso che se veramente, e sarebbe assurdo fosse il contrario, Maria Chiara non ne sapeva nulla siamo di fronte a un comportamento umano veramente molto poco elegante e, al di là dell’amarezza di Chiara anche nei confronti di altri, come si può leggere dalle sue parole sotto molto crude, credo che la colpa morale debba essere totalmente imputata all’atleta.

    Peccato, in un momento così bello per l’Atletica Italiana una bruttissima pagina che non avrei mai voluto commentare.

    Le parole di Maria Chiara Milardi nel suo post su Facebook

    Quello che scrivo non nasce da presunzione ma semplicemente da disillusione e onestà intellettuale.
    Ho sentito per anni ai raduni discorsi del tipo “così non si può lavorare”, “fate voi il nostro lavoro se siete più bravi”, “io mi limito a prendere i tempi” etc etc …mi è sempre sembrata follia, ho sempre pensato che l’ultima cosa che avrei fatto in questo ambiente sarebbe stata scendere a compromessi.
    Ci sono scesa troppo spesso nella mia vita in tante situazioni ma…Non è per l’atletica che voglio farlo.
    Sono cresciuta pensando che questo ambiente avrebbe rappresentato una valvola di sfogo; mio padre mi ha insegnato che l’atletica è una passione, un’opportunità, un gioco meraviglioso.
    Io ne ho fatto un lavoro che, come tale , ha comportato responsabilità, rinunce e preoccupazioni…mi sono comunque divertita tantissimo.
    Ho iniziato il mio percorso pensando che il fatto di essere “giovane” e donna non avrebbe ostacolato la mia credibilità…mi sbagliavo.
    Credo, senza falsa modestia, che il lavoro svolto con tutti gli atleti che ho allenato abbia contribuito in larga misura al cambio di rotta sull’impostazione dell’allenamento dei 400 in Italia.
    Quest’anno più di sempre ho capito che forse avrei preferito incidere sui valori piuttosto che sui programmi.
    Ho saputo del cambio di allenatore di Davide Re mentre guardavo la sua gara di Berlino in diretta Sky. Lo ha detto il telecronista.
    Poi mi ha chiamato Davide per analizzare insieme la gara e per parlare degli allenamenti in vista della prossima.
    Ho pensato ci fosse stato un semplice fraintendimento…poi quando ho chiesto al diretto interessato quale fosse stato il misunderstanding mi è stato risposto che in realtà mi avrebbe comunicato la sua scelta appena possibile.
    Ci tengo a chiarire che non discuto nella maniera più assoluta la scelta che addirittura apprezzo dal punto di vista motivazionale (laddove necessario).
    Quello che discuto è la forma.
    Davide, le Fiamme Gialle, la Federazione avrebbero probabilmente potuto evitare che la notizia mi arrivasse dal commento Sky o per lo meno avrebbero potuto fare una chiamata per avere o dare chiarimenti a posteriori.
    Probabilmente è chiedere troppo…ci sono riunioni, premiazioni, gare, consigli federali…
    Ho chiesto poi spiegazioni al presidente che mi ha risposto che aveva avuto la notizia in una cena ma…“chiara pensavo tu lo sapessi”; al vicepresidente il quale mi ha detto che non ne sapeva nulla e poi…”scusa ma tu chiara cosa ti aspettavi dalla federazione?!?” …infine, durante il cds u23 ho parlato con uno dei consiglieri federali, che prima di farmi parlare mi stoppa dicendo… “prima dimmi come sta Davide”…
    -Al presidente Mei auguro tante altre cene così piene di contenuti “poco”rilevanti (per “contenuti” mi riferisco alla notizia del cambio allenatore, per “poco rilevanti” intendo non meritevoli di una chiamata);
    -al vice presidente rispondo dicendo che quello che “mi aspettavo” non era diverso da quello che è stato sbandierato e condiviso in campagna elettorale da tutti i candidati…la richiesta di “curriculum” e la priorità alla “meritocrazia” (almeno verso metà settembre);
    -al consigliere dico che Davide sta benissimo e ha fatto sicuramente la scelta migliore visto che non sono mai stata e mai sarò in grado di allenare mettendo da parte la fiducia, il rispetto e la correttezza nei confronti di chi alleno e della struttura per cui lavoro;
    -al CT non dico nulla perché non ho domande a cui rispondere;
    -a me stessa dico che qualcuno mi ha insegnato (forse sbagliando) che per la passione dell’atletica si può anche vivere di pane e cipolle…quell’atletica di cui parlava lui è sicuramente un’altra però.
    Nessuno sapeva niente e questo sicuramente mette tutti al sicuro dalle proprie responsabilità…compresa me.
    Sport OK Junior