Non posso non tornare a parlare di Alex Schwazer perché, in questi giorni, l’argomento del marciatore altoatesino è mediaticamente molto trattato ma, stranamente, la sensazione che emerge dai titoli dei giornali, e da alcune interviste video, è che la teoria del complotto, perno della struttura difensiva del marciatore, sia quasi definitivamente assodata.

In realtà non è per niente così e credo sia indispensabile, anche e soprattutto per il bene dell’atletica e dei suoi appassionati, perché si sta mettendo in discussione tutto un sistema, raccontare gli eventi con la maggior precisione possibile, non omettendo alcun elemento importante che possa spiegare la complessa materia da un altro punto di vista.

Scrivo questo anche perché, un paio di giorni fa, nel corso di “Ogni Mattina“, un talk show in onda su Canale 8, il canale in chiaro di Sky TV, è stato trasmesso un servizio dove un giornalista, Daniele Piervincenzi, è andato a casa di Schwazer e l’ha intervistato, mostrando all’interno dello stesso pezzo un’altra intervista fatta a Parma con il Colonnello Giampietro Lago, il perito dell’incidente probatorio voluto dal Tribunale di Bolzano nell’ambito del procedimento istruttorio, a carico del marciatore altoatesino, per presunta frode sportiva.

Ora, con tutto il rispetto per la professionalità del giornalista romano noto, tra l’altro, per l’aggressione subita da Roberto Spada quando ancora lavorava in Rai, ogni domanda posta lasciava intendere, senza alcun minimo dubbio, che Schwazer fosse una vittima perseguitata dai massimi organi dell’Atletica Mondiale, in particolare dall’agenzia anti doping (WADA) e, nella fattispecie, mi ha colpito una specifica domanda di tale tenore:

Perché hanno voluto colpire proprio te?” laddove il verbo coniugato al presente, e non al condizionale, che sarebbe dovuto essere d’obbligo, fa pensare a chi ascolta che tutto sia stato già deciso.

Insomma, tutto il servizio di Piervincenzi è stato incentrato su un fondamento di certezze che, peraltro, erano in contrasto con alcune didascalie apparse in sottofondo che usavano, invece, i giusti toni probabilistici, ma la totale assenza d’informazione reale è emersa in maniera ben più grave in un altro servizio che ho trovato sul canale Facebook di “Ogni mattina”, in cui Piervincenzi appare davanti alla Caserma dei Carabinieri di Parma dove avrebbe poi intervistato il Colonnello Lago.

A metà di questo servizio, all’inizio del quale va in onda un’altra intervista, questa volta all’allenatore di Schwazer, Sandro Donati che, ovviamente, racconta la sua personale verità e ne ha tutto il diritto, il giornalista fa un piccolo riassunto di quanto accaduto all’atleta e parla di due medici che avrebbero voluto fargli pagare la colpa di averli denunciati per averlo aiutato a doparsi all’epoca della sua prima squalifica per doping.

Ora, questa affermazione è di un’enorme gravità, perché riferita ai Dottori Giuseppe Fischetto e Pierluigi Fiorella, che vennero condannati in primo grado dal Tribunale di Bolzano per le accuse di Schwazer in merito al fatto che sapessero del fatto che assumeva sostanze proibite, non che lo avessero aiutato a trovarle, ma poi totalmente assolti, in appello, per non aver commesso il fatto, ad ogni livello giuridico, sia ordinario che sportivo, con la logica conseguenza che le accuse di Schwazer sono state considerate totalmente non veritiere.

Credo sia doveroso dire, oltretutto, visto che si insiste sempre su quello che sta subendo Schwazer a livello umano, come i due Dottori citati dal giornalista, senza cognizione di causa, quasi come fossero dei carnefici, hanno avuto delle conseguenze pesantissime a livello professionale ed economico in questa vicenda, come del resto, voglio aggiungere, l’ex atleta ed ex Dirigente Federale Rita Bottglieri, anche lei condannata in primo grado e poi scagionata totalmente dalle accuse infondate di Schwazer.

Ma la superficialità con cui è stato affrontato l’argomento dal pur autorevole giornalista Piervincenzi fa parte di una tendenza generale di quasi tutta la stampa, quando si parla di Schwazer, a raccontare solo una parte delle cose, evidenziando al massimo i punti a suo favore e non facendo mai riferimento ad altri aspetti quali, ad esempio, quello appena raccontato dei Dottori e della ex Dirigente FIDAL, che getta qualche ombra sull’integrità morale dell’atleta che proprio sull’aspetto etico sta portando avanti, da tempo, la sua battaglia.

E a dimostrazione di quanto appena scritto vorrei tornare al nostro precedente editoriale in cui abbiamo cercato di spiegare come, quanto accaduto il 14 settembre scorso presso il Tribunale di Bolzano, sia stato solo un passaggio di un’udienza preliminare per decidere se rinviare a giudizio Schwazer per frode sportiva e come, 245 pagine di perizia del Colonnello Lago, abbiano solo escluso che l’alta percentuale di DNA trovata nelle urine di Schwazer possa essere ricondotta a super allenamento, non eliminando però alcun altra ipotesi tra cui, ovviamente, quella del doping.

A tal proposito, vorrei evidenziare quella che mi sembra un’altra importante omissione nel racconto di questa vicenda, in particolare per quanto riguarda proprio la terza perizia del Colonnello Lago.

Nei vari articoli di commento del lavoro del perito dei Ris di Parma, si fanno dei vaghi accenni al fatto che un perito della WADA, presente in aula, abbia contestato, come è logico che fosse, quanto asserito dal Colonnello Lago ma, a tal proposito, alcuni fonti giornalistiche hanno anche evidenziato come l’incaricato dell’Agenzia Mondiale Anti Doping (WADA) fosse il Prof. Vincenzo Pascali, di cui hanno voluto ricordare, con estrema dovizia di particolari, una controversia giudiziaria nell’ambito dell’esercizio della sua professione.

Ovviamente non possiamo e non vogliamo entrare nel merito di questa vicenda ma, per completezza di informazione, siamo andati a leggere se ci fossero altri periti rappresentanti le parti civili (WADA e W.A.) ed abbiamo scoperto che a rappresentare World Athletics era presente in aula il Prof. Emiliano Giardina.

A dire il vero non è stato facile trovare l’indicazione di questo genetista dell’Università di Roma Tor Vergata noto, tra l’altro, per il suo ruolo tecnico scientifico nelle perizie di ricerca e verifica di tracce biologiche di numerosi casi di cronaca nera, tra i quali quelli degli assassinii di Yara Gambirasio e di Meredith Kercher.

Difatti il suo nome non appare in nessuno dei tanti articoli apparsi sui giornali cartacei e online, ma abbiamo scoperto della sua esistenza tramite un’intervista da lui rilasciata dopo l’udienza del 14 settembre ad un sito specializzato sulla marcia, La marcia.com, che vanta un buon seguito anche su Facebook con una pagina dedicata e quasi 4500 persone che la seguono.

Vi riportiamo, dunque, il testo integrale dell’intervista rilasciata dal Professor Giardina al sito, che ovviamente parte dal presupposto di una diversa valutazione di determinati dati, ma che dimostra come un conto siano le teorie, e un altro le certezze assolute che si tende a far emergere negli ultimi giorni.

Buongiorno Professore. Immagino che l’avranno già chiamata tanti giornalisti per sapere il suo parere.
Affatto, siete stati primi e gli unici a chiamarmi insieme con il Fatto Quotidiano
I giornali parlano di DNA anomalo, non umano ed addirittura alieno. È così?
Naturalmente no, i titoli dei giornali sono esagerati. La quantità di DNA nelle urine di Alex Schwazer non è così alta da essere considerata anormale. Basta ricordare che nell’urina di uno dei soggetti usati per i test di comparazione del RIS è stata trovata una concentrazione di DNA di 8500 pg/ul (picogrammi/microlitro)
Può essere più preciso senza entrare troppo nel tecnico?
“Il DNA nelle urine umane deriva dalla presenza di residui di emazie, cellule epiteliali ecc. La quantità è variabile nel singolo individuo e tra gli individui. Non necessariamente è sintomo di patologie. È possibile anche la presenza di residui di liquido seminale. In ogni caso la quantità di materiale genetico nelle urine non è un parametro molto studiato… un motivo ci sarà
Molti sportivi (allenatori e atleti) che ci hanno contattato si stupiscono del fatto che non si è mai parlato dell’ipotesi di microematuria dopo esercizio fisico, condizione frequente ed assolutamente benigna che sparisce anche in 24 ore e può essere dovuta ai ripetuti traumi sul rene o sulla vescica di corridori e ciclisti.
E si sa che Schwazer oltre a fare lunghi ed intensi allenamenti, integrava spesso con sedute in bicicletta in casa sui rulli. Inoltre, Schwazer ha recentemente dichiarato a SKY che il giorno del prelievo antidoping (1° gennaio 2016) era reduce da 40 Km di allenamento. Potrebbe essere una spiegazione per l’aumento del suo DNA nelle urine ?
“È una delle possibilità. Cercare di trovare una spiegazione è un esercizio difficile. La sperimentazione condotta dimostra che la quantità di DNA nelle urine di Alex Schwazer è assolutamente riscontrabile nella popolazione umana sana.
Mi perdoni la doppia negazione, quindi secondo lei nulla di non fisiologico?
“Assolutamente nulla di non fisiologico”
In tribunale c’è stato scontro tra lei e il Colonnello Lago? Il campione di 37 persone usato da Lago per la perizia del RIS non è troppo ridotto?
“Il Colonnello Lago è un genetista esperto, che stimo e continuo a stimare. Non siamo d’accordo sull’interpretazione dei dati della sua sperimentazione. Capita tra scienziati.”
Veniamo all’ipotesi che tanto scalda i giornali nostrani. Prendiamo un’urina “dopata” di un soggetto, la passiamo sotto i raggi infrarossi per annullare il suo DNA, poi ci aggiungiamo l’urina concentrata di Alex Schwazer con tanto DNA da coprire eventuali residui altrui. A parte il coinvolgimento di decine di persone di varie nazionalità e ruoli, tutto ciò è fattibile?
Nei processi di solito si cerca la presenza di DNA di uno o più soggetti, non la quantità. L’urina contenuta nel campione B analizzata dal Colonnello Lago si trovava nel medesimo contenitore che è stato chiuso in presenza dell’atleta o dei suoi consulenti.
All’interno di questa urina, con il rispetto del contradditorio, è stata trovata una sostanza dopante e un unico DNA: quello di Alex Schwazer. La sperimentazione del Col. Lago, che ribadisco è stata condotta con rigore scientifico e professionalità, dimostra che la quantità di DNA rilevata nell’urina di Alex Schwazer poteva essere superiore al momento del prelievo, ma che debba ritenersi un valore riscontrabile nella popolazione umana.
Ultima domanda. Mettiamo che io sono soggetto ad un controllo delle urine e riesco a far cadere un po’ della mia saliva all’interno della provetta che le raccoglie. Riuscirei così ad aumentare la concentrazione del mio DNA in esse?
No questa è un’ipotesi da escludere. Così come, onestamente, quelle ventilate dalla difesa sulla presunta possibilità di alterare le urine in un contenitore sigillato. Le ipotesi devono essere verosimili. Queste non lo sono.”

Vorrei chiudere dichiarando, se mai non fosse stato chiaro, la nostra posizione di commentatori totalmente neutrali in una vicenda estremamente delicata che, in quanto tale, mette in discussione la credibilità di un intero movimento sportivo.

Crediamo, quindi, sia doverosa la massima prudenza nell’esprimere qualsiasi tipo di giudizio affrettato nel rispetto di tutti gli appassionati e praticanti, ma anche degli stessi tifosi di Schwazer, che sono ancora tantissimi e a cui non debbono, in alcun modo, essere raccontate delle mezze verità.

 

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