Antibo: un eroe che non si arrende mai

Il leggendario Totò si sta riprendendo bene

Scrivere di Salvatore Antibo è qualcosa che mi provoca un’emozione particolare, perché Totò è stato un campione straordinario, capace di esaltare con le sue imprese chiunque, anche quelli che non erano minimamente appassionati di atletica ma, solo per caso, avevano sintonizzato la televisione durante una delle sue memorabili imprese.

Quella maggiormente stampata nella mia mente, e nel mio cuore, rimarrà sempre la vittoria ai campionati europei di Spalato, nel 1990, quando dopo aver vinto l’oro nei 10000 metri, concesse il bis con una gara nei 5000 che, rivista ancora oggi, mette i brividi, sia per l’inizio, con Totò che scivola e perde 40 metri dagli avversari, che per il finale dove, ai 200 metri dalla fine, passa di forza in mezzo a due avversari e vola verso il traguardo da solo.

Ma i ricordi di Salvatore sono tantissimi, anche a livello mondiale, perché lui era un bianco che non temeva gli africani e la loro maggior predisposizione alla corsa, perché lui viveva di atletica e cercava, in tutti i modi, di allenarsi e lottare come facevano loro.

Il suo periodo migliore fu dal 1988 quando, dopo aver ottenuto la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Seul, inanellò una serie incredibile di successi in ogni competizione nazionale e internazionale, sui 10000 metri, al punto che si presentò ai mondiali di Tokyo del 1991 da grande favorito, insieme al marocchino Khalid Skah che era stato l’unico, in quegli anni, ad averlo battuto una volta, poche settimane prima, il 6 luglio a Oslo in una delle più belle gare di tutti i tempi su quella distanza.

Il 26 agosto successivo, però, sulla pista della capitale giapponese inizia il dramma sportivo di Totò, la gara che rivela all’atleta come, nella sua meravigliosa macchina biologica, ci sia qualche problema.

Salvatore parte con la sua solita carica indomita, fa l’andatura per 1000 metri e poi si tiene sino a metà gara nelle primissime posizioni, seguito come un ombra da Skah che lo ritiene il rivale più pericoloso ma poi, all’improvviso, il black out, il suo corpo è come se non ricevesse gli impulsi della mente, Totò si disorienta, perde posizioni, scivola posizione su posizione, andando avanti quasi per inerzia senza capire bene cosa stia succedendo ed, alla fine, è ultimo superato da tutti.

Quello che poteva sembrare un malessere passeggero, viene nelle settimane successive analizzato in ogni modo e il responso è spietato, epilessia, un piccolo grande male che, inevitabilmente, comincia a condizionare l’attività dell’atleta che deve prendere dei medicinali che ne rallentano notevolmente le prestazioni.

Ma Totò è una guerriero senza eguali e trova ancora la forza per far vedere qualche sprazzo della sua infinita classe.

Alle Olimpiadi di Barcellona 92, per qualche minuto è addirittura medaglia di bronzo, nei 10000, perché il suo grande rivale di tante sfide passate, Khalid Skah, vincitore della gara, viene prima squalificato ma poi riammesso e l’avventura di Antibo finisce con un, sia pur straordinario, quarto posto.

Salvatore Antibo (foto archivio storico)
Salvatore Antibo (foto archivio storico)

È però solo un lampo nel buio che ormai sta scendendo nella vita agonistica del grande campione che, dopo una fugace apparizione ai mondiali di Stoccarda 1993, si ritira.

Tra i suoi grandi risultati precedenti ricordiamo che, ai Giochi Olimpici di Los Angeles 1984, si classificò 4º nella finale dei 10000 piani, vinti da Alberto Cova, perché aveva commesso l’errore di calzare delle scarpe nuove, che lo fecero soffrire durante la gara, privandolo probabilmente di una medaglia.

Nel 1986 fu medaglia di bronzo agli Europei di Stoccarda sui 10000 metri in un podio tutto italiano: Mei, Cova, Antibo.

Nel 1987 ottenne un terzo posto nei 5000 e un secondo posto nei 10000 in Coppa Europa.

Ai Giochi olimpici del 1988 si classificò 2º nella finale dei 10000 piani, dietro al marocchino Brahim Boutayeb.

I suoi record italiani sui 5000 e 10000 metri hanno resistito per 30 anni e passa, essendo stati battuti solo di recente da Yeman Crippa.

Salvatore Antibo (foto archivio storico)
Salvatore Antibo (foto archivio storico)

In seguito agli effetti invalidanti dell’epilessia, dal 2004 è beneficiario del vitalizio per gli sportivi, dedicato esclusivamente per gli atleti italiani che hanno vinto almeno una medaglia alle Olimpiadi. La diaria è stata concessa dalla Presidenza del Consiglio secondo la Legge Onesti.

Negli anni, purtroppo, le condizioni di Salvatore sono sempre gradualmente peggiorate con l’impossibilità, per l’ex atleta, di essere totalmente autosufficiente in quanto non ha più la patente e fa sempre più fatica a stare bene in piedi.

Ogni giorno, da decenni, ha dei piccoli attacchi epilettici che gli rendono molto bassa la qualità della vita, e allora qualche tempo fa è stato deciso di fargli un’operazione per applicargli uno stimolatore vagale, un generatore di impulsi posto sottocute che permetta di inviare stimoli al nervo vago a livello del collo, per provare a ridurre la frequenza degli attacchi quotidiani a cui deve sottostare, oltre che a renderli meno intensi.

Salvatore Antibo (foto personale)
Salvatore Antibo (foto personale)

L’intervento è stato eseguito a febbraio di quest’anno e, dopo qualche giorno, forse anche per la debilitazione che ne è conseguita, Totò ha avuto un’embolia polmonare che ha messo seriamente a rischio la sua vita.

Quel che è successo dopo è stato ampiamente riportato da tutte le fonti di informazioni e dopo tanto spavento, oltre che ovviamente per lui, per le tantissime persone che gli vogliono bene, Salvatore ha superato il momento di grande crisi e, un paio di giorni fa, è anche tornato a casa.

La vita a volte colpisce duro, ma l’importante è resistere ai colpi e se finisci al tappeto, devi avere la forza di rialzarti”.

Queste le sue prime parole apparse nella sua pagina facebook dove così continua.

Quello che ho scoperto è che non ci vuole un coraggio eroico per tornare, ci vuole una testarda, silenziosa, quotidiana costanza.

È proprio grazie a questi eventi, stare solo in ospedale, che inizi a vedere le cose attorno con occhi nuovi, capisci la vera fiducia dalla falsità.

Ho sentito la paura, quella notte non c’erano posti in terapia intensiva, ma quello che ricorderò per sempre è quel medico che mi ha rassicurato e assistito, in terapia intensiva cardiologica, quel medico dopo 14 giorni ha perso la moglie, nonostante avesse la moglie grave ha continuato a svolgere la sua missione di medico.

Ringrazio Gesù per avermi protetto e dato il dono della vita.

Spero tanto di tornare alla mia vita normale il più presto possibile, mi sento come un atleta che si è infortunato e che non può fare più niente, mi auguro che presto possa tornare tutto come prima. Grazie per l’affetto e la vicinanza”.

Salvatore Antibo (foto personale profilo facebook)
Salvatore Antibo (foto personale profilo facebook)

Grazie di cuore Totò, per tutte le emozioni che ci hai sempre regalato ed anche per i tuoi insegnamenti che devono essere di stimolo per tutti, a cominciare da coloro che vogliono provare ad avvicinare la tua grandezza agonistica.

Anche se sopra non ti definisci un eroe, io ti ritengo tale e spero che il tuo esempio in ogni circostanza della tua vita, possa essere seguito da tanti.

Potrei chiudere con qualche video di sue gare esaltanti, ma preferisco questa intervista fattagli 4 anni fa circa, nel 2017, dove Totò si rivela per quello che è adesso, con la massima dignità che un essere umano possa mostrare.

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