Si è tornato molto a parlare nelle ultime settimane di Alex Schwazer, campione olimpico nei 50 km di marcia a Pechino 2008, che sta scontando l’ultimo degli otto anni della sua seconda squalifica per doping, con termine il 3 luglio 2024, ed attualmente è impegnato come concorrente nel reality show Grande Fratello dove quotidianamente segue un rigido programma di allenamento riportato integralmente da importanti canali di informazione sportiva.

Il motivo per cui il 38enne atleta altoatesino, a cui dobbiamo dare certamente atto di essere predisposto per questo tipo di partecipazioni televisive in quanto dotato di una buona dose di naturale umorismo, passa alcune ore della giornata su un tapis roulant posto all’interno dello studio trasformato in casa, è legato alla sua ambizione ampiamente dichiarata di poter partecipare alle Olimpiadi che si disputeranno a Parigi nel mese di agosto del prossimo anno.

Riteniamo quindi giusto, per noi che quotidianamente ci occupiamo solamente di atletica, fare alcune considerazioni oggettive sulle reali possibilità del marciatore altoatesino di puntare a un clamoroso ritorno agonistico proprio nei Giochi a cinque cerchi, la più importante manifestazione mondiale esistente.

Vediamo allora nel dettaglio quali sono gli ostacoli praticamente insormontabili per l’idea olimpica di Schwazer, il primo dei quali è certamente rappresentato dalla sua squalifica che, scadendo il 3 luglio del 2024, non gli permetterebbe di gareggiare prima e quindi in alcun modo di provare ad ottenere il minimo richiesto da World Athletics, che va realizzato entro il 30 giugno.

Per tale problema esisterebbe un piccolissimo spiraglio rappresentato da una lieve riduzione della condanna degli 8 anni, richiesta a gran voce dalla stragrande maggioranza della stampa sportiva, in funzione di alcune segnalazioni fatte dal marciatore su terze parti, che sarebbero state di aiuto per l’Agenzia Mondiale Antidoping ma ipotizzare questo, dopo tutto quello che la difesa, l’allenatore e l’atleta stesso hanno dichiarato negli anni contro il sistema dell’atletica mondiale, sembra abbastanza difficile da immaginare.

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Ma vogliamo fare un esercizio di ottimismo e immaginiamo, invece, che gli organi della giustizia sportiva concedano questo piccolo sconto di alcuni mesi a Schwazer che potrebbe così tornare a gareggiare, ma ovviamente non più nella sua gara, la 50 km, ormai cancellata da tempo dal programma internazionale, ma solo sulla 20 km dove aveva ottenuto oltre un decennio fa qualche buon risultato, ma che non era mai stata certamente la sua specialità preferita.

Per poter quindi partecipare alle Olimpiadi nella marcia esiste solo una gara, con tre posti teorici a disposizione a patto di fare un minimo di 1h20’10, che potrebbe anche non bastare perché a parte i nostri due principali rappresentanti quali il campione in carica della 20 km Massimo Stano, e Francesco Fortunato atleta in costante crescita anno dopo anno, ci sarà una grande concorrenza rappresentata dal giovane e promettente Andrea Cosi, dall’esperto Matteo Giupponi e da tutti quei marciatori che, sino all’anno scorso, preparavano quantomeno la 35 km, ed ora dovranno necessariamente concentrarsi sull’unica prova individuale disponibile.

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Ma, ancora una volta, andiamo oltre e ipotizziamo il miracolo agonistico di un atleta di ormai 39 anni che, dopo 8 anni di assenza dalle gare, torna in strada a competere su una distanza per lui non totalmente congeniale e strabilia, riuscendo a fare il minimo ed essere tra i primi tre che potrebbero partecipare sulla carta ai Giochi.

E allora, purtroppo per Schwazer, ci sarebbe un ultimo ostacolo, l’impossibilità di vestire la maglia azzurra per via della Carta Etica creata dalla FIDAL nel 2013 che prevede, per gli atleti squalificati con un minimo di due anni per doping, l’esclusione automatica dalla nazionale italiana.

In realtà, nel 2016, alla fine della prima squalifica per doping del marciatore altoatesino, venne autorizzata una deroga che permise all’atleta di fare una gara che gli diede il minimo per le Olimpiadi di Rio, poi saltate per la seconda positività, ma tale carta è ancora ben vigente e, nonostante negli ultimi mesi ci fosse stata un’iniziativa per una revisione in cui si sostituisse il diniego a vestire la maglia azzurra con un impegno a partecipare ad iniziative volte al contrasto al doping, nell’ultimo consiglio federale proprio del 29 settembre scorso, tutto è stato confermato come prima salvo la possibilità per il consiglio stesso di derogarvi in casi rarissimi, ma soprattutto con un voto unanime di tutti i consiglieri, ipotesi realmente con probabilità praticamente pari allo 0.

A nostro avviso, in definitiva, non esiste alcuna chance per il marciatore altoatesino di essere presente come atleta in gara a Parigi, non potendo oltretutto in alcun modo indossare la maglia azzurra, mentre potrebbe essere pensabile in ogni caso un suo ritorno agonistico, dopo la fine naturale della squalifica e quindi già l’anno prossimo, per verificare realmente la sua condizione e magari puntare ai Mondiali di Tokyo del 2025 dove potrebbe pensare di gareggiare per un’altra nazione.

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