Il Golden Gala è dal 1980 il più prestigioso meeting di atletica organizzato in Italia, nato per iniziativa del più famoso dirigente sportivo nazionale di questo sport, Primo Nebiolo, allora presidente della FIDAL per poi esserlo della federazione mondiale sino al 1999 anno della sua scomparsa, che ebbe l’intuizione di organizzare a Roma un grande evento nell’anno del boicottaggio di molti Paesi alle Olimpiadi di Mosca, dando l’opportunità a chi fosse rimasto fuori dai Giochi di prendersi una rivincita, con il risultato di portare in quella prima edizione come riportato dalle cronache circa 60.000 persone dentro lo Stadio Olimpico, dove gareggiarono tra gli altri Sara Simeoni e Pietro Mennea, a cui dal 2013 il meeting fu intitolato.
La tradizione del Golden Gala si è rinnovata di anno in anno, diventando parte del più importante circuito mondiale di meeting, chiamato Golden League all’inizio nel 1998 e poi dal 2010 Diamond League, con la presenza costante di grandi interpreti stranieri e italiani, come del resto quella di venerdì sera dove di fatto gareggiavano i due atleti azzurri più famosi nel mondo, quali Gianmarco Tamberi e Marcell Jacobs, il primo vincitore in carriera di qualsiasi titolo internazionale possibile, il secondo a cui manca solo quello mondiale all’aperto e un trofeo della Diamond, con la presenza ulteriore di Nadia Battocletti reduce da una stagione incredibile con 2 ori europei e un argento olimpico, ma anche tra gli altri azzurri dei campioni europei Lorenzo Simonelli e Lorenzo Fabbri, oltre che del bronzo a cinque cerchi Andy Diaz.
Naturalmente anche tante presenze straniere molto importanti, in un contesto tecnico su cui certamente nulla si può eccepire agli organizzatori per la parte agonistica, ma lo Stadio Olimpico è apparso dalla visione televisiva desolatamente pieno di ampi spazi senza pubblico, non ho trovato un dato ufficiale, ma ritengo che le presenza effettive fossero tra i 15.000 e i 18.000 spettatori in un impianto da circa 80.000.
Si è ripetuto un po’ quanto visto agli Europei di giugno, con lo stadio che quasi sempre mostrava grandi spazi vuoti, il contrario esatto di quanto visto a Parigi in un impianto di simile capienza strapieno di persone in ogni ora della giornata, ma certo le Olimpiadi hanno un’importanza unica e diversa, anche se certamente le attese della vigilia erano per una partecipazione popolare ben più significativa, grazie alle attese agonistiche poi pienamente mantenute con gli eccezionali risultati degli atleti azzurri.
Tornando al Golden Gala, senza voler puntare il dito contro nessuno, gli ampissimi spazi vuoti sulle tribune mi hanno personalmente dato un senso di tristezza ma anche di rammarico perché, in un momento di crescita evidente del movimento dell’atletica in Italia, hanno dato l’idea che nei confronti di questo sport non ci sia ancora quell’interesse indispensabile perché sempre più ragazzi e ragazze vi si avvicinino per praticarlo.
Andranno fatte delle riflessioni, a mio avviso, che non possono certo essere quelle che a Roma a fine agosto non c’è nessuno, ma soprattutto l’importante è avere la consapevolezza che un simile spettacolo visivo non è certamente la miglior promozione per l’atletica, molto meglio 15.000 spettatori in un impianto da 15.000, e soprattutto che la soluzione non è sentire dire a tutti gli atleti intervistati che sono rimasti colpiti dal grande tifo del pubblico.