Il prossimo 8 settembre si terrà a Fiuggi l’assemblea elettiva della FIDAL, che dovrà rinnovare tutto il consiglio federale e soprattutto dovrà eleggere un nuovo presidente ma, allo stato attuale della situazione, questa primaria elezione sarà una semplice formalità perché esiste solo un candidato, Stefano Mei l’attuale presidente, e nessun avversario.
La nostra testata giornalistica, che si occupa quotidianamente da 5 anni esclusivamente di atletica, ritiene per sua precisa linea editoriale di doversi occupare solo di quanto attiene ogni genere di attività agonistica relativa al movimento, senza minimamente voler entrare in quelle che sono le dinamiche politiche della federazione, anche perché in realtà ben poco interessano al grande pubblico che segue questo sport, tanto è vero che le votazioni vengono fatte dai rappresentanti delle varie società sportive dislocate su tutto il territorio.
E’ inevitabile però che non si possa non rimanere stupiti, per usare un eufemismo, di fronte a una competizione elettorale che non presenta sfida, e mi sembra quantomeno doveroso spiegare nella maniera più semplice possibile perché stia accadendo, nel senso che ovviamente un candidato in alternativa ci sarebbe, l’ex maratoneta nonché attuale presidente di Fidal Puglia, Giacomo Leone, ma la sua candidatura è stata ritenuta non valida dalla commissione elettorale della FIDAL, in quanto mancante di alcuni requisiti determinati dal regolamento di ammissione, e tale decisione è stata confermata anche dal tribunale federale che ha esaminato il 23 scorso il ricorso alla decisione della commissione elettorale.
Premettendo che Giacomo Leone è l’espressione di un movimento creato da oltre un anno, denominato “L’atletica – Un’altra atletica è possibile”, con un proprio sito di riferimento che evidentemente scrive articoli di parte, nell’ottica di una valutazione assolutamente oggettiva voglio invitare chi fosse interessato nel capire meglio cosa sia accaduto, a leggere la sentenza del tribunale federale del 23 agosto che si può trovare sul sito della FIDAL a questa pagina sotto il provvedimento 21 TF24/2024.
Per chi non avesse tempo o voglia di leggerlo, anticipo che di fatto Leone è stato escluso dalla possibilità di sfidare il presidente Mei nella competizione elettorale del prossimo 8 settembre in quanto, nella documentazione richiesta, era necessario secondo l’art 37 bis comma 2 dello statuto federale presentare 285 deleghe firmate da presidenti di società, tecnici e atleti, con indicata espressamente la loro preferenza per il candidato Giacomo Leone, il quale personalmente le ha consegnate entro i termini richiesti, solo che in quattro di queste pur essendo regolarmente sottoscritte, mancava l’indicazione scritta del nome di Leone e quindi sono state ritenute non valide.
Quindi Leone ha consegnato 285 schede debitamente firmate, ma in 4 di queste mancava il suo nome, anche se avendole in mano evidentemente la preferenza non poteva che essere per lui, ma tanto è bastato per ritenerle non valide e non accettare il successivo ricorso, dove peraltro è stata anche presentata una dichiarazione firmata di queste quattro persone che confermavano la loro preferenza. Troppo tardi!
Sinceramente a caldo, dopo aver letto la sentenza che tra l’altro poi esclude invece totalmente un’altra eccezione che era stata mossa dalla commissione elettorale alla candidatura dell’ex maratoneta, mi sono indignato come amante di questo sport, ma devo ammettere che riflettendo è una decisione ineccepibile in una logica elettorale politica dove esistono solo avversari da battere, in qualsiasi modo lecito si possa, senza nessun tipo di fair play che invece nello sport esiste, al punto che vengono dati dei premi importanti per questo anche da World Athletics, ma evidentemente non in una federazione sia pur sportiva.
Solo per la cronaca va detto che la questione è tutt’altro che chiusa con una serie di ricorsi in atto, precedenti ai fatti dell’esclusione della candidatura di Leone, riguardanti vari aspetti su cui non voglio entrare perché le informazioni in mio possesso sono di parte e trovo giusto aspettare delle sentenze ufficiali e pubbliche, come appunto quella del tribunale federale che ha rigettato il ricorso di Leone.