L’esempio di De Grasse quale massimo attaccamento ai colori nazionali

Dopo aver visto la finale della 4x100 uomini aumentano i rammarichi per quanto accaduto in casa azzurra

La grande sorpresa della nona giornata dei campionati del mondo di Eugene è stata certamente la vittoria del Canada nella staffetta 4×100 uomini, ma anche indubbiamente quella della stessa disciplina al femminile dove, la squadra degli Usa, ha invece inaspettatamente superato la compagine delle fortissime giamaicane.

Ma è sulla gara degli uomini che voglio soffermare la mia attenzione, con una serie di considerazioni legate al rammarico dell’esserci presentati come campioni olimpici e di non essere riusciti a difendere le nostre possibilità di confermare quel risultato o, quantomeno, di avvicinarlo con un podio che, visti i risultati finali, non era certo impossibile.

E’ inevitabile a questo punto, per me, prendere ad esempio uno straordinario velocista, il canadese Andre De Grasse, 27enne atleta dal palmares molto ricco con ben 11 podi conquistati nelle Olimpiadi e nei Mondiali, tra cui la medaglia d’oro a cinque cerchi nei 200 metri di Tokyo, che presentatosi a questa edizione dei campionati iridati in condizioni fisiche precarie, reduce oltretutto dall’aver avuto il Covid che l’aveva ulteriormente debilitato, ha fatto delle scelte ben precise sapendo di non poter dare il massimo nelle gare individuali.

De Grasse, infatti, iscritto sui 100 e sui 200, ha dapprima corso la batteria della gara più veloce in 10″12, poi la semifinale venendo eliminato con 10″21 e, infine, ha deciso di non presentarsi sui blocchi della batteria dei 200, peraltro la stessa di Filippo Tortu, capendo che sarebbe stato un inutile spreco di energie che ha preferito tenere per la staffetta 4×100 della sua nazione.

Il resto è storia della notte italiana, con il Canada che ha trionfato nella finale della staffetta veloce grazie anche a una straordinaria ultima frazione del fenomeno canadese, credo che per lui questo termine possa essere appropriato, a cui è stata cronometrato il suo 100 lanciato nel fantastico tempo di 8″79.

Il tempo finale è stato di 37″48, due centesimi meglio dell’Italia olimpica dell’anno scorso, con gli Stati Uniti secondi in 37″55, pur colpevoli di un terzo cambio fin troppo al limite, e la Gran Bretagna terza con 37″83.

In definitiva, l’Italia del 6 agosto 2021 avrebbe potuto tranquillamente lottare per ripetere quella stessa impresa, ma ovviamente si dirà come fosse impossibile senza la presenza di Jacobs e allora non posso che farmi la domanda del perché Marcell, che pur sapeva di avere una preparazione approssimativa per tutti i problemi dichiarati da inizio di maggio, non abbia pensato di venire a Eugene per riservare le sue energie, sia pur limitate ma molto buone visto poi crono di 10″04 fatto in batteria, per la staffetta che era la sua unica reale possibilità di tornare in Italia con un podio, visto che nella gara individuale, seguendo la fredda logica di quanto gli è accaduto, sarebbe già stata un’impresa raggiungere la finale che non l’avrebbe certamente soddisfatto.

Ma invece, sia il suo staff che lui hanno continuato a fare proclami sul fatto che sarebbe arrivato al momento decisivo nella miglior condizione, cosa inspiegabile a meno che non si debba pensare che non fosse vero tutto quanto scritto sui suoi problemi e lo scrivo solo per assurdo, per cui alla fine non si è poi presentato ai blocchi della semifinale e la staffetta azzurra, totalmente impreparata a gestire la sua assenza che evidentemente era stata garantita, è poi affondata in un ribaltamento generale frutto anche dell’emergenza improvvisa.

Peccato, anche se poi mi si dirà che sia Patta che Desalu non erano nemmeno nella condizione dell’anno scorso in Giappone, ma è anche vero che Tortu invece stava ancora meglio, e che ovviamente la presenza di un grande campione quale Jacobs avrebbe dato, anche a chi non era al top della forma, una carica ulteriore per arrivare certamente in finale e poi, anche se ripetere il 37″50 dell’anno scorso sarebbe stato impossibile senza Marcell al 100%, il 37″83 dei britannici era, a mio avviso, certamente alla nostra portata.

Insomma è chiaro che non tutti sono fatti nello stesso modo, non è una critica ma un dato oggettivo, per cui Jacobs non ha ritenuto nemmeno fosse importante far sentire la sua presenza in tribuna partendo per l’Italia due ore prima della batteria dei suoi compagni, mentre De Grasse invece ha regalato loro una fantastica medaglia d’oro.

Il palmares di Andre De Grasse

  • 2015 Mondiali Pechino: Bronzo 100 metri
  • 2015 Mondiali Pechino: Bronzo 4×100 metri
  • 2016 Olimpiadi Rio: Bronzo 100 metri
  • 2016 Olimpiadi Rio: Argento 200 metri
  • 2016 Olimpiadi Rio: Bronzo 4×100 metri
  • 2019 Mondiali Doha: Bronzo 100 metri
  • 2019 Mondiali Doha: Argento 200 metri
  • 2021 Olimpiadi Tokyo: Bronzo 100 metri
  • 2021 Olimpiadi Tokyo: Oro 200 metri
  • 2021 Olimpiadi Tokyo: Argento staffetta 4×100
  • 2022 Mondiali Eugene: Oro staffetta 4×100

 

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