Alla straordinaria specialista di prove multiple, la 28enne belga Nafissatou Thiam, dopo aver vinto praticamente qualsiasi manifestazione internazionale da quando conquistò il suo primo oro olimpico a Rio nel 2016, a parte l’argento dei mondiali di Doha 2019, mancava solo un record del mondo e ieri ha colmato questa piccola lacuna di una fantastica carriera, vincendo il titolo del pentathlon agli euroindoor di Istanbul, con 5055 punti, stimolata in pieno da un’altra prestazione mostruosa come quella della polacca Adrianna Sulek il cui totale finale di 5014 punti, per il suo secondo posto, le ha fatto a sua volta superare il precedente primato di 5013 stabilito nella stessa Atakoy Arena, della capitale turca, dall’ucraina Nataliya Dobrynska nel 2012.
Sfida veramente emozionante tra le due fenomenali atlete che si sono giocate la vittoria e il record del mondo nell’ultima delle 5 massacranti gare disputate in una sola giornata, gli 800 metri, con la Sulek che si è migliorata rispetto al suo personale di 2’09″56 correndo in un eccellente 2’07″17 credendo di poter recuperare lo svantaggio che aveva dopo le prime 4 gare rispetto alla belga ma, quest’ultima, con un finale sorprendente dopo essere stata indietro per gran parte della competizione, è riuscita a produrre uno sprint incredibile che le ha fatto migliorare il proprio personale da 2’18″80 a 2’13″60 che le ha garantito i punti necessari per il successo finale e il nuovo primato.
Grande risultato anche la terza classificata, l’altra belga Noor Vidts, con 4823 punti, mentre da segnalare ovviamente il buon risultato dell’azzurra Sveva Gerevini ottava con 4363 punti.
L’altro grande risultato tra le finali di ieri pomeriggio è stato certamente quello, nel salto triplo maschile, del campione olimpico, mondiale ed europeo il portoghese Pedro Pablo Pichardo, che ha conservato agevolmente il titolo con l’ottima misura di 17,60 in una gara dai modesti contenuti tecnici per quanto riguarda le altre posizioni sul podio, se si pensa che il secondo, il greco Nikolaos Andrikopoulos, ha raggiunto solamente la misura di 16,58 con un centimetro di vantaggio rispetto al tedesco Max Hess e, in tal senso, grande rammarico per la prestazione dell’azzurro Tobia Bocchi, sesto con 16.39, che avrebbe potuto raggiungere una posizione maggiore per le sue possibilità.
Un secondo oro portoghese è stato consegnato nella serata, dalla pedana del getto del peso femminile, da Auriol Dongmo, che ha mantenuto il suo titolo in modo netto con la misura di 19,76 metri in una gara in cui ogni risultato ottenuto sarebbe bastato per farla vincere.
Nella finale dei 3000 femminili, invece, grande sorpresa con la favorita tedesca Klosterhalfen che si fa beffare negli ultimi metri dalla connazionale Klein che vince in 8’35″78 rispetto all’8’36″50 dell’avversaria con il bronzo di Courtney-Bryant in 8’41″19 e il quarto posto dell’azzurra Nadia Battocletti mentre Ludovica Cavalli si piazza nona.
Nei 1500 metri uomini, conferma delle previsioni della vigilia che vedevano vincente il fenomeno norvegese Jakob Ingebrigtsen, primo al suo decimo oro europeo assoluto con 3’33″95, davanti al britannico Neil Gourley secondo in 3’34″23 e al francese Azeddine Habz terzo con 3’35″39, mentre l’azzurro Pietro Arese è buon quinto in 3’38″91 e l’altro italiano invece, Ossama Meslek, è costretto a fermarsi a causa del suo coinvolgimento in una caduta a inizio gara.
Dopo l’oro mondiale indoor, infine, anche quello europeo nei 60 metri donne per la svizzera Mujinga Kambundji che chiude in un eccellente 7″00, ed è netta la superiorità della svizzera sulla polacca Ewa Swoboda seconda con 7″09 e sulla britannica Daryll Neita terza con 7″12.
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