I keniani Hellen Obiri ed Evans Chebet, vincitori dell’evento nel 2023, difenderanno oggi nel giorno dedicato alla Festa nazionale del Patriot’s Day, il loro titolo contro avversari formidabili nella centoventottesima volta della BAA Boston Marathon, la 42.195 km più antica del mondo, con la sua prima edizione disputata nel 1897 ed ispirata dal successo delle prime Olimpiadi dell’era moderna organizzate ad Atene nel 1896.

La gara si svolgerà sul tradizionale percorso da Hopkington a Boylston Street, ricco di saliscendi e colline come la celebre Heartbreak Hill tra il 32° e il 33° km dove la gara entra nella sua fase decisiva e per quanto riguarda l’ambito femminile avrà come protagonista più attesa proprio Obiri, la quale ha debuttato sulla distanza con un sesto posto alla Maratona di New York nel 2022 con 2h25’49, per poi trionfare nel 2023 sia a Boston in primavera con 2h21’38, che a New York nello scorso autunno con 2h27’23 al termine di una gara tattica in cui è diventata la prima donna a realizzare la doppietta nelle due Marathon Majors statunitensi dello stesso anno.

La 34enne fuoriclasse keniana, straordinaria interprete di ogni genere di manifestazione sia in pista che su strada ed anche di corsa campestre, si è classificata seconda nella mezza maratona di Houston in 1h06’07, alle spalle dell’etiope Sutume Asefa, nelle settimane di avvicinamento alla prova odierna mentre, ricordando i suoi svariati allori vanno evidenziati i due titoli mondiali consecutivi sui 5000 metri a Londra nel 2017 e a Doha 2019, i due argenti nella stessa disciplina alle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016 e a Tokyo 2021, l’oro ai Mondiali di corsa campestre ad Ahrus nel 2019, il titolo mondiale indoor sui 3000 metri ad Istanbul 2012, l’argento sui 10000 metri ai Mondiali di Eugene 2022 e due titoli della Diamond League sui 5000 metri nel 2017 e nel 2018.

Obiri vanta primati personali di 3’57”05 sui 1500 metri, 4’16”15 sul miglio, 8’20”68 sui 3000 metri, 14’18”37 sui 5000 metri, 30’10”02 sui 10000 metri e 1h04’02” sulla mezza maratona.

Catherine Ndereba, connazionale di Obiri, è stata l’ultima atleta a vincere due edizioni consecutive dell’evento di Boston nel 2004 e nel 2005,

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Hellen Obiri: “Sono contenta di ritornare alla Maratona di Boston per provare a difendere il mio titolo. Boston è una gara storica e mi piacerebbe aggiungere il mio nome alla storia di questa manifestazione il prossimo 15 Aprile. E’ stata un’esperienza fantastica vincere questa gara prestigiosa davanti alla mia famiglia che mi aspettava al traguardo”.

Obiri é una delle quattro vincitrici passate della Maratona di Boston iscritte all’edizione di quest’anno. Le altre tre sono la keniana Edna Kiplagat, due volte vincitrice a Boston nel 2017 e nel 2021 e due volte campionessa mondiale a Daegu 2011 e a Mosca 2013, e la statunitense Desirée Linden, vincitrice nel 2018.

Obiri si allena dividendosi tra Kenya e Boulder in Colorado sotto la guida dell’ex maratoneta statunitense Dathan Ritzenheim, che realizzò un record personale di 2h07’47” a Chicago nel 2007.

Obiri è difficile da battere al momento e ha dimostrato di saper correre al meglio sui percorsi molto impegnativi e collinari di Boston e New York.

Dathan Ritzenheim: “Hellen Obiri ha corso 20-25 miglia alla settimana ad un livello più alto rispetto al passato. Le sue prove in allenamento sono state più veloci rispetto alle sessioni svolte in passato nella preparazione alle maratone di Boston e di New York. Siamo fiduciosi che Hellen sia nelle migliori condizioni possibili per correre una maratona.

La starting list comprende nove atlete accreditate di un record personale al di sotto dei 2h20’. Nella storia di questa manifestazione non c’erano mai state così tante atlete in grado di infrangere questa barriera nella stessa edizione. Soltanto l’edizione di Londra nel 2023 aveva fatto meglio con dieci iscritte con un primato al di sotto delle 2h20’.

Tadu Teshome e Hiwot Gebrekidan sono le atlete accreditate del miglior tempo tra le iscritte con i loro record personali inferiori alle 2h18’ realizzati negli ultimi anni a Valencia.

Teshome si é classificata al quarto posto nella velocissima maratona spagnola nel 2022 in 2h17’36”, ha vinto la Maratona di Riyadh in Arabia Saudita in 2h26’38” nel 2022. Nel 2023 ha corso tre volte classificandosi ottava a Londra in 2h21’31”, quinta a Chicago in 2h20’04” e sesta nell’ultima gara disputata a Shanghai in 2h25’05”.

Gebrekidan si è classificata ottava a Boston nel 2023 in 2h24’30” e terza a Valencia con il record personale di 2h17’59”. L’etiope ha vinto a Milano nel 2021 in 2h19’35”, si è classificata seconda a Berlino in 2h21’23” e quinta a Tokyo nel 2022 in 2h19’10”.

Da seguire anche le etiopi Senbere Teferi, vice campionessa mondiale sui 5000 metri a Pechino 2015, e Ababel Yeshaneh.

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Teferi ha stabilito il record personale sulla mezza maratona con 1h04’40” a Barcellona lo scorso Febbraio e detiene record personali sui 5000 metri con 14’15”24 a Hengelo nel 2022 e sulla maratona con 2h19’21” a Berlino nel 2023.

Yeshaneh ha detenuto in passato il primato del mondo della mezza maratona con 1h04’31” a Ras Al Khaimah e ha raggiunto il podio in tre World Marathon Majors con i secondi posti a Boston nel 2022 e a Chicago nel 2019 e il terzo posto a New York nel 2021. Nell’edizione di due anni fa della Maratona di Boston Yeshaneh ha sfiorato la vittoria arrivando a soli quattro secondi dalla vincitrice Peres Jepchirchir.

La keniana Sharon Lokedi ha compiuto una grande sorpresa vincendo l’edizione del 2022 della Maratona di New York in 2h23’23” al debutto sulla distanza. Lokedi si è classificata al terzo posto a New York nel 2023 alle spalle di Hellen Obiri e di Letsenbet Gidey. Lokedi è stata costretta a rinunciare alla Maratona di Boston dell’anno scorso per un infortunio alla caviglia.

Le altre protagoniste in gara sono l’etiope Meseret Belete, vincitrice nelle maratone di Doha in 2h20’46” e di Amsterdam in 2h18’21” nel 2023, la connazionale Workenesh Edesa, prima classificata alla Maratona di Osaka dello scorso Gennaio in 2h18’51” (primato personale e record del percorso migliorato di oltre due minuti), la due volte campionessa mondiale Edna Kiplagat, due volte vincitrice a Boston nel 2017 e nel 2021 a 41 anni, seconda nel 2022 e doppia campionessa mondiale di maratona a Daegu 2011 e a Mosca 2013, la keniana Judith Korir, vincitrice a Parigi in 2h19’48” e vice campionessa del mondo a Eugene nel 2022 in 2h18’20”, la keniana Mary Ngugi Cooper, seconda nel 2021 e terza nel 2022 nelle precedenti partecipazioni alla Maratona di Boston e terza classificata alla Roma Ostia Half Marathon in 1h07’38” lo scorso Marzo.

La marocchina Fatima Gardadi farà il suo esordio in una gara del circuito World Marathon Majors. Gardadi ha vinto la medaglia di bronzo ai Mondiali di Budapest 2023. Prima del podio iridato in terra ungherese Gardadi ha vinto due maratone marocchine a Marrakesh nel 2022 e a Rabat nel 2023. Quest’anno si piazzata seconda a Xiamen in Cina in 2h24’12”.

Le migliori statunitensi in gara sono Sara Hall, quinta classificata sia ai Mondiali di Eugene 2022 in 2h22’10” sia ai recenti Trials olimpici di maratona ad Orlando, la maratoneta di origini keniane Caroline Rotich, vincitrice a Boston nel 2015, Desirée Linden, che ha trionfato a Boston nel 2018 e partecipante per l’undicesima volta a questa gara, ed Emma Bates, la migliore delle atlete di casa nell’edizione dell’anno scorso con il quinto posto in 2h22’10”.

Emma Bates: “Mi sono procurata una fascite plantare durante la Maratona di Chicago e non è stato facile tornare dall’infortunio. Durante la fase di riabilitazione mi sono ispirata a Emma Coburn, che è tornata da un infortunio alla coscia. E’ stato un periodo difficile da superare. Ho corso sessioni di allenamento più veloci rispetto al passato.

Jenny Simpson proverà a concludere la prima maratona della sua carriera dopo il ritiro ai Trials statunitensi di Orlando. Simpson vinse il titolo mondiale a Daegu nel 2011 e il bronzo alle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016 sui 1500 metri.

Jemma Simpson: “Sono eccitata di partecipare ad un evento che ha fatto la storia del nostro sport. Boston si identifica per il suo percorso. E’ davvero un privilegio essere qui”.

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La gara maschile

Il keniano Evans Chebet e il tanzaniano Gabriel Geay, primo e secondo nell’edizione dell’anno scorso, sfideranno il vincitore della Maratona di Valencia del 2023.

Chebet ha vinto la Maratona di Boston per il secondo anno consecutivo nel 2023 in 2h05’54”. Il trentacinquenne keniano ha vinto a Valencia nel 2020 in 2h03’00”, a New York in 2h08’41” e a Boston in 2h06’51” nel 2022 e si è piazzato terzo a Berlino in 2h05’31” nel 2016, quarto a Londra nel 2021 in 2h05’43” e a Tokyo in 2h06’42” nel 2017.

Chebet non ha corso nell’ultimo anno e la sua preparazione alla Maratona di Boston è stata condizionata da un infortunio al tendine d’Achille. L’atleta allenato da Claudio Berardelli proverà a diventare il quinto atleta della storia a vincere tre edizioni consecutive della Maratona di Boston e il primo a riuscire in questa impresa dai tempi di Robert Kipkoech Cheruiyot nel triennio dal 2006 al 2008. Gli altri atleti in grado di fare la tripletta a Boston sono stati Clarence DeMar (1922-1924), Bill Rodgers (1978-1980) e Cosmas Ndeti (1993-1995).

Chebet si è piazzato tra i primi tre in 13 gare su 17 disputate sulla distanza in carriera. Nonostante i tanti grandi risultati Chebet non è stato incluso nella lista provvisoria degli atleti keniani che parteciperanno alle Olimpiadi di Parigi.

Evans Chebet: “Forse non sono stato incluso a causa dell’infortunio al tendine d’Achille che non mi ha permesso di partecipare alla Maratona di New York. Ho parlato con i selezionatori keniani che mi hanno detto che aspetteranno i risultati della Maratona di Boston prima di prendere una decisione definitiva. E’ ancora possibile che la Federazione keniana possa convocarmi se correrò bene a Boston. Se mi chiameranno mi farò trovare pronto. Non ho mai partecipato alle Olimpiadi”.

Chebet si allena insieme al vincitore della maratona di Tokyo 2024 Benson Kipruto e al primo classificato della Maratona di Londra 2022 Amos Kipruto nel gruppo gestito dal coach bresciano Claudio Berardelli che ha dichiarato quanto sotto al sito statunitense Letsrun.

Chebet non è l’atleta più veloce del mio gruppo quando si tratta di svolgere determinati lavori in allenamento, ma ha l’esperienza giusta quando si tratta di gestire una maratona e la capacità di combinare al meglio tutti gli aspetti che lo rendono un grande maratoneta. E’ molto efficiente dal punto di vista biomeccanico e psicologico. Ha una corsa molto economica. Sa perfettamente come allenarsi. Molto raramente forza in allenamento. Non è mai l’atleta che vince negli allenamenti.

Siamo stati molto cauti negli allenamenti nella fase di preparazione perché Evans veniva dall’infortunio subito prima della maratona di New York. Non abbiamo potuto fare un grande carico di allenamento come volevamo all’inizio. Quando abbiamo provato a correre a ritmi più veloci, siamo stati costretti a ridurre l’intensità, ma alla fine della preparazione, le cose non sono andate male. Ora è molto felice“.

Lemma ha vinto a Valencia in 2h01’48” nello scorso Dicembre diventando il quarto atleta della storia dopo Kelvin Kiptum, Eliud Kipchoge e Kenenisa Bekele ad infrangere la barriera delle 2h02’. Il successo di Valencia è stato il primo per Lemma dal trionfo alla Maratona di Londra nel 2021 in 2h04’01”. L’etiope ha collezionato anche un terzo posto a Berlino in 2h03’36” nel 2019, ma a Boston si è ritirato due volte e si è piazzato trentesimo nel 2019.

L’allenatore etiope Gemedu Dedefo, che allena anche il vincitore della Maratona di New York Tamirat Tola, ha spiegato così la scelta di far gareggiare Lemma a Boston e Tola a Londra in un’intervista a Lets Run.

Tola e Lemma sono entrambi candidati alla convocazione olimpica. Se entrambi corressero la stessa maratona questa primavera, uno potrebbe oscurare l’altro nella scelta definitiva dei selezionatori etiopi. Se ad esempio entrambi corressero a Londra, la Federazione etiope non darebbe molta importanza al secondo posto alle spalle di un connazionale, anche se dovesse esserci una buona prestazione cronometrica. Per questo è stato deciso di far correre Tola a Londra e Lemma a Boston”.

Gabriel Geay si è classificato quinto a Milano in 2h04’55” e secondo a Valencia nel 2022 stabilendo il record personale con 2h03’00” (lo stesso record di Chebet). Nel corso del 2023 l’atleta tanzaniano ha collezionato un secondo posto a Boston in 2h06’04” (il terzo tempo mai corso a Boston) e un quinto posto a Valencia in 2h04’33”.

Il keniano Albert Korir correrà per la terza volta in carriera a Boston dopo il sesto posto nel 2022 in 2h08’50” e il quarto posto nel 2023 in 2h08’01”. Korir ha corso molto bene anche a New York vincendo nel 2021 in 2h08’22” e piazzandosi secondo nel 2019 in 2h08’36” e nel 2023 in 2h06’57”. In carriera vanta anche un successo a Houston nel 2019 e proverà a vincere una maratona in tre diverse città statunitensi.

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Un altro passato vincitore di maratone World Majors in gara é l’etiope Shura Kitata, che ha vinto a Londra nel 2020 in 2h05’41” e si è piazzato secondo sempre nella capitale britannica in 2h04’49” nel 2018 e due volte a New York nel 2018 in 2h06’01” e nel 2022 in 2h08’54”. Lo scorso Novembre Kitata si è classificato terzo a New York in 2h07’11”.

Gli altri atleti accreditati di un record personale al di sotto delle 2h05’ sono i keniani Joshua Belet, vincitore ad Amsterdam con il record personale di 2h04’18” e secondo classificato ad Amburgo in 2h04’22” nel 2023, Ronald Korir, quarto a Berlino nel 2023 in 2h04’33”, Cyprian Kotut, secondo ad Amsterdam nel 2023 in 2h04’34” e vincitore alla Maratona di Parigi nel 2016, John Korir, terzo e quarto nelle ultime due edizioni della Maratona di Chicago nel 2022 e nel 2023 e fratello minore del vincitore della Boston Marathon 2012 Wesley Korir, e l’etiope Haftu Teklu, quinto a Berlino nel 2023 in 2h04’42”.

I migliori atleti in gara non provenienti dal Kenya e dall’Etiopia sono il giapponese Suguru Osako, terzo a Boston nel 2017 in 2h10’28” e a Chicago nel 2018 in 2h05’50” e quarto a Tokyo nel 2020 in 2h05’29”, il norvegese Sondre Norstad Moen, vincitore a Fukuoka con il precedente record europeo di 2h05’48” nel 2017, e il marocchino Zouhair Talbi, quinto a Boston l’anno scorso davanti ad Eliud Kipchoge e vincitore a Houston nel 2024 con il primato personale di 2h06’39”.

I migliori atleti statunitensi in gara sono Elkanah Kibet e CJ Albertson, rispettivamente quarto e quinto ai Trials olimpici di Orlando, e l’ex keniano Sam Chelanga, che ha corso in 2h08’50” a Chicago nel 2023. Kibet si è classificato al nono posto a Boston nel 2022 in 2h09’07”. Albertson si è classificato decimo a Boston nel 2021 in 2h11’44” dopo aver guidato la gara con due minuti di vantaggio al 21 km e vanta un miglior tempo di 2h10’22” a Boston realizzato nell’edizione del 2022.

CJ Albertson: “Non sono in forma per correre in 2h06’-2h07’, ma sono in condizioni di realizzare un tempo da 2h09’ e se ci sarà un buon vento a favore posso abbattere la barriera delle 2h09’.”

La starting list annovera 20 atleti con un record personale al di sotto delle 2h10’.

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