Sveva Gerevini ha polverizzato il primato italiano del pentathlon con 4451 punti aggiungendo 17 punti al suo recente record realizzato nel meeting francese di Aubière. La venticinquenne cremonese ha messo a segno due primati personali di eccellente livello tecnico come il 8”38 sui 60 ostacoli e il 6.34m nel salto in lungo.
Nelle altre tre prove Sveva ha realizzato 1.71m nel salto in alto, 11.85m nel getto del peso e 2’12”16 sugli 800 metri. La due volte campionessa italiana outdoor dell’eptathlon del 2019 e del 2020 si è ripresa il titolo nazionale al coperto già vinto nel 2020 battendo la vincitrice dell’edizione passata Marta Giaele Giovannini dell’Atletica Livorno (3887 punti) e Sofia Barbè Cornalba del Cus Pro Patria Milano (3796 punti).
Gerevini si allena con Dario Dester sotto la guida di Pietro Frittoli. Fin dalla prima elementare correva tra i corridoi della scuola elementare. Per diverse stagioni ha praticato i lanci, in particolare il giavellotto.
Nel 2015 ha ripreso con le prove multiple che aveva già praticato da cadetta e lasciato per problemi fisici. Ha compiuto il salto di qualità nel 2017 quando ha conquistato il primo titolo italiano della sua carriera. Nel 2019 ha trionfato ai Campionati Italiani assoluti di Bressanone con 5907 punti, miglior risultato per un’eptatleta italiana negli ultimi otto anni. Sveva si è laueata in ragiologia.
Dopo le cinque fatiche in un solo giorno Sveva era visibilmente emozionata.
Sveva Gerevini: “E’ stata una giornata ricca di emozioni. Per fortuna è finita nel migliore dei modi. Migliorare un record italiano è sempre bellissimo. Peccato perché nell’ultimo tentativo a 1.74m nel salto in alto ho preso una botta al piede, una specie di distorsione e nelle gare successive ho sentito dolore. Il problema mi ha condizionato a livello mentale nel getto del peso.
Durante il salto in lungo mi faceva un po’ male ma ho cercato di non pensarci. Ho detto al Comandante dei Carabinieri che difficilmente avrei portato a casa più di 6.20m nel lungo, ma è venuto fuori un bel 6.34m, che ha migliorato il mio precedente personale di oltre 20 cm. E’ un grandissimo miglioramento. Ho provato una grande gioia.
Si poteva fare qualcosa di meglio, sicuramente nell’alto, nel peso e negli 800 metri, che qui ho corso tre secondi più lentamente rispetto alla gara di Aubière, ma sono soddisfatta degli ostacoli e del lungo. Speravo in qualcosa di meglio perché volevo avvicinami al punteggio che permette di qualificarsi per i Mondiali Indoor di Belgrado.
Gara dopo gara sto realizzando che posso dire la mia a livello internazionale. La gara di Aubière mi ha dato molta sicurezza anche per questi Campionati Italiani. E’ un altro bel passo in avanti verso la nuova dimensione. Qualcosa che non avrei nemmeno immaginato ad inizio stagione. Probabilmente non basta per la qualificazione ai Mondiali.
Per questo staccherò per una settimana prima di riprendere la preparazione in vista dell’esordio all’aperto previsto per il Multistars di Grosseto dal 30 Aprile al 1 Maggio”.
60 metri ostacoli maschili: Paolo Dal Molin
Paolo Dal Molin ha vinto il terzo titolo italiano indoor sui 60 ostacoli in 7”62 nonostante alcuni errori tecnici dopo aver fermato il cronometro in precedenza in 7”56 in batteria avvicinando di cinque centesimi di secondo il suo record italiano di 7”51 realizzato in occasione della medaglia d’argento agli Europei Indoor di Goteborg nel 2013. Per l’ostacolista alessandrino nato a Yaoundé da padre camerunense e da madre veneta si tratta del terzo miglior tempo della sua carriera. Lo scorso anno corse in 7”55 a Liévin e in 7”56 in occasione della medaglia di bronzo agli Europei di Torun.
Paolo Dal Molin: “Ero sicuro di far meglio rispetto al tempo della batteria. Se non fossi inciampato sui primi due appoggi avrei potuto correre più velocemente, ma sono contento perché sto recuperando un po’ di stabilità.
Questi ottimi tempi significano che sono sulla strada giusta. La fame non manca mai. Sarò in gara a Madrid il 2 Marzo e quattro giorni dopo a Parigi.Vorrei sfidare Marcell Jacobs ma devo decidere in quale specialità. Magari potremmo sfidarci anche a basket.
Il problema è che è forte anche nei tiri da tre. Condivido la passione per il basket con Gianmarco Tamberi e ammetto che ho visto in tv le schiacciate di Tamberi a Cleveland”.
Il trentaquattrenne ostacolista delle Fiamme Oro Padova arrivò in Italia da bambino e si trasferì a Occimano vicino ad Alessandria. Ha iniziato la sua carriera sportiva con il basket e la pallavolo ma si è fatto coinvolgere nell’atletica, seguito all’inizio da Gianluca Magagna e da Antonio De Sanctis.
Diversi infortuni come la frattura del malleolo tibiale hanno rallentato la sua crescita. Scelse di vivere per un periodo in Germania dove si era trasferita la madre e si allenò con il tecnico tedesco Hansjorrg Holhamer. Nel 2013 vinse l’argento agli Europei Indoor di Gotegorg sotto la guida di Ulrich Knapp, attuale allenatore di Malaika Mihambo.
Nella sua carriera è stato seguito successivamente da altri tecnici stranieri come il francese Giscard Samba e il cubano Santiago Antunez ma è stato frenato da numerosi infortuni. Nel 2018 realizzò il terzo miglior tempo italiano di sempre con 13”40 nella batteria degli Europei di Berlino.
Dalla fine del 2019 si è trasferito a Torino per allenarsi con Alessandro Nocera dopo un periodo di collaborazione con Paolo Camossi. Nel 2021 è tornato ad allenarsi con Antonio De Sanctis, ex specialista dei 110 ostacoli che gareggiò con l’Atletica Riccardi Milano all’inizio degli anni 2000, e ha migliorato il record italiano sui 110 ostacoli con 13”27 ai Campionati Italiani di Rovereto.
Domenica scorsa Paolo ha realizzato 7”64 in batteria a Dusseldorf prima di venire squalificato in finale per una partenza falsa. Mai in carriera aveva corso così velocemente all’esordio stagionale.
“Un esordio dai due volti quello di Dusseldorf. E’ stato il mio miglior esordio di sempre in controllo nei primi tre ostacoli per poi lasciarmi andare. In finale il movimento che ha provocato la squalifica è stato indotto dall’atleta nella corsia al mio fianco. Per un problema muscolare ho dovuto posticipare il rientro di circa tre settimane rispetto al previsto. Nulla di grave ma ho perso un po’ di tempo prezioso”.
Durante la preparazione invernale Dal Molin si è allenato a Tenerife con il campione olimpico dei 100 metri e della staffetta 4×100 Marcell Jacobs.
“Mi ha colpito la serenità di Marcell. L’ho trovato di una tranquillità disarmante. E’ sempre sorridente e rilassato. In questo ci completiamo. Devo imparare da lui. E’ un bel modo di vivere questo sport. Per stare insieme con leggerezza giochiamo volentieri anche a basket”.
60 metri ostacoli femminili: Elisa Di Lazzaro
Elisa Maria Di Lazzaro ha battuto al photo-finish la quattro volte campionessa italiana outdoor Luminosa Bogliolo per appena quattro millesimi di secondo con il tempo di 8”18. Di Lazzaro ha conquistato così il terzo titolo italiano indoor e il secondo consecutivo bissando il successo dell’anno scorso. In questa stagione ha battuto il record personale correndo in 8”11.
L’atleta triestina trasferitasi con la famiglia a Fidenza nel 2012 si allena attualmente ad Almunecar vicino alla città spagnola di Granada, con il tecnico italiano Alessandro Vigo. In passato si è allenata a Fidenza con Maurizio Pratizzoli, tecnico di Ayomide Folorunso e Desola Oki.
Elisa Di Lazzaro: “Mi porto a casa il titolo che bramavo da tempo. Questo risultato è di buon auspicio per i mondiali. Ho sistemato la partenza. Bisogna imparare a toccare certi ritmi che ancora non mi appartengono però mi sto allenando bene.
Da novembre mi alleno in Spagna insieme a Hassane Fofana. Mi trovo bene e ho imparato a parlare lo spagnolo. Ho trovato un ambiente stimolante”.
Salto triplo femminile: Dariya Derkach
Dariya Derkach ha superato due volte la barriera dei 14 metri andando due volte oltre il precedente personale indoor con 14.26m al terzo tentativo e 14.13m al quinto. La triplista campana di origini ucraine sale al sesto posto delle liste mondiali dell’anno.
Dariya ha dedicato la vittoria all’Ucraina ferita dalla guerra con la Russia. Prima delle gare l’atletica italiana ha detto no alla guerra con un minuto di silenzio per le vittime del conflitto russo-ucraino.
Ottavia Cestonaro si è classificata seconda con 13.70m davanti a Veronica Zanon (13.40m).
Dariya Derkach: “Vivo questo momento con preoccupazione. Una parte della mia famiglia vive in Ucraina. Per fortuna stanno tutti bene. E’ il mio secondo campionato italiano sotto la guida di Alessandro Nocera e non più con mio papà come allenatore. Qualcosa è cambiato ma sta andando tutto per il verso giusto.”
1500 metri maschili: Nesim Amsellek
Nesim Amsellek ha vinto i 1500 metri in un buon 3’39”87 battendo Federico Riva (3’40”30) e Mohad Abdikhadar (3’40”42). Amsellek è bresciano ma è originario del Marocco. In questa stagione si è messo in luce correndo in 3’38”42 a Sabadell in Spagna. Il campione in carica Pietro Arese ha impostato un ritmo sostenuto nei primi giri transitando ai 1000 metri in 2’26”77. A 300 metri dalla fine Amsellek e Riva hanno iniziato il contrattacco dando vita ad emozionante testa a testa deciso in favore di Amsellek in volata.
Nesim Amsellek: “Sono davvero contento. Ho fatto una grande gara. Mi aspettavo una gara diversa a livello tattico. Ho saputo dimostrare quello che valgo. E’ davvero bello gareggiare contro ottimi atleti nel nostro paese. I 1500 metri stanno vivendo un periodo di grande vivacità nel nostro paese. La concorrenza è molto stimolante e questo mi sprona a lavorare ancora più duramente. A Belgrado voglio dare tutto il possibile e portare in alto la maglia azzurra”.
1500 metri femminili: Giulia Aprile
La siciliana Giulia Aprile ha vinto il terzo titolo italiano indoor sui 1500 metri della sua carriera in 4’18”51 dopo i trionfi del 2017 e del 2019 battendo per due soli centesimi di secondo la genovese Ludovica Cavalli, mentre il terzo posto è andato a Federica Del Buono con 4’19”62. Cavalli ha provato ad attaccare alla campana dell’ultimo giro, ma Aprile l’ha superata all’ingresso del rettilineo finale. Lo scorso anno si impose in questa manifestazione sui 3000 metri.
Giulia Aprile ha scelto di spostarsi a Livorno per affidarsi ai consigli di Claudio Guizzardi in collaborazione con l’ex grande ottocentista Elisa Cusma, svolgendo periodi di preparazione a Modena. Ora si allena a Livorno con Saverio Marconi. Il padre ha praticato mezzofondo. Nel 2008 si è trasferita a Firenze con la mamma per giocare a tennis, il suo primo amore sportivo.
Eptathlon maschile (prima giornata)
Dester ha realizzato il primato personale sui 60 metri con 6”96, migliorando di un centesimo il record personale stabilito in occasione dei Campionati Europei Indoor di Torun dello scorso anno, quando si classificò al settimo posto. Per fare un confronto con la gara del record italiano nella passata edizione degli Assoluti Indoor il cremonese di Casalbuttano ha corso sei centesimi in meno rispetto al 7”02 realizzato un anno fa nello stesso impianto.
Dester ha vinto il salto in lungo con 7.50m nella sua specialità preferita arrivando a 16 centimetri dalla misura di 7.66m realizzata nel corso della gara da record dello scorso anno. Nelle due prove successive l’allievo di coach Pietro Frittoli si è imposto nel getto del peso con 13.59m prima di saltare 2.01m nell’alto vinto da Lorenzo Modugno con 2.04m. Dester ha concluso la prima giornata al comando con 3348 punti davanti al trentino Lorenzo Naidon (3141 punti) e a Jacopo Zanatta (3021 punti).
5000 metri di marcia maschili
Teodorico Caporaso ha vinto la 5000 metri di marcia con il record personale di 19’36”15 nonostante una sosta in penalty zone per 30 secondi a causa di tre cartellini rossi. Leonardo Dei Tos si è classificato al secondo posto in 20’09”56 davanti al giovane lombardo Gabriele Gamba (21’19”96).
3000 metri di marcia femminili
La bolognese Simona Bertini ha bissato il successo di tre settimane fa ai Tricolori Under 23 fermando il cronometro in 12’55”13 sui 3000 metri di marcia. La lombarda Lidia Barcella (azzurra della 35 km) si è piazzata al secondo posto in 13’36”78 davanti ad Anna Ferrari (13’44”79).
Salto triplo maschile
Il triestino Simone Biasutti ha conquistato il titolo italiano del salto triplo con 16.23m battendo un ritrovato Daniele Greco (15.86m) e Stefano Magnini (15.56m). Biasutti è allenato dal bronzo olimpico di Londra 2012 Fabrizio Donato.
Salto con l’asta maschile
Il diciannovenne sanremese Matteo Oliveri (finalista mondiale under 20 a Nairobi lo scorso anno) ha migliorato il personale di 17 centimetri superando la quota di 5.37m. Matteo Mianni dell’Assindustria Sport Padova ha eguagliato il personale alla quota di 5.32m. Eugenio Ceban ha completato il podio piazzandosi al terzo posto con 5.17m.
Salto in alto maschile
Il lombardo Christian Falocchi ha vinto il titolo italiano del salto in alto maschile con un salto da 2.21m alla seconda prova battendo Nicolas Nava ed Eugenio Meloni, secondo e terzo con la stessa misura di 2.12m. Falocchi ha commesso successivamente tre errori a 2.25m.
Falocchi si rivelò nel 2017 quando migliorò il personale con 2.25m ai Campionati Italiani Under 23 di Ancona. E’ cresciiuto a Breno in provincia di Brescia ed è allenato dai coach dai tecnici di salto in alto bergamaschi Orlando Motta e Pierangelo Maroni.
Non ha gareggiato Gianmarco Tamberi, ma l’anconetano era presente con la fidanzata Chiara per fare il tifo ai compagni di nazionale.
Gianmarco Tamberi: “Purtroppo quest’anno abbiamo deciso di non fare le indoor. E’ stata una decisione saggia in vista della stagione outdoor e dei Mondiali all’aperto. Mi sto allenando bene in vista della stagione all’aperto. Mi spiace vedere gareggiare i miei amici nel mio palazzetto dove mi alleno tutti i giorni.
Ho svolto una sessione di allenamento stamattina. Ho incrociato Marcell Jacobs che stava facendo un piccolo riscaldamento. Abbiamo fatto due partenze dai blocchi insieme e abbiamo scambiato due parole. Ho coronato il mio sogno di giocare nella NBA Celebrity Game a Cleveland alla vigilia dell’All Star Game di basket. Arrivo dalla settimana più emozionante della mia vita a parte le Olimpiadi.
Era un sogno che avevo da bambino fin da quando ho iniziato a giocare a basket. Non ho mai nascosto questa passione. E’ stata una grande emozione vedere appesa nello spogliatoio la maglietta con la scritta Tamberi. Non dimenticherò mai questi momenti. Ho adorato quest’esperienza dal primo all’ultimo giorno”.