L’altro pianeta di Armand Duplantis

Il fenomenale astista svedese sale ancora una volta oltre i 6 metri

Negli FBK Games di Hengelo, prova olandese di Continental Tour Gold intitolata alla leggenda dell’atletica dei Paesi Bassi Fanny Blankers-Koen, ennesima dimostrazione di strapotere agonistico da parte del 22enne fenomeno svedese del salto con l’asta, Armand Duplantis, che rappresenta la più emblematica icona di tutta l’attuale atletica mondiale.

Ieri pomeriggio neanche un clima certamente non adatto per una competizione, con pioggia battente, freddo pungente e vento sferzante che sicuramente ha particolarmente disturbato gli specialisti dell’asta, è riuscito a fermare il volo verso l’alto di Armand che ha superato per l’ennesima volta, nella sua ancor breve carriera, la quota dei sei metri vincendo la gara con 6,01 metri.

Duplantis appartiene veramente a un altro pianeta e per i suoi avversari competere contro di lui è praticamente impossibile al punto che il suo soprannome di “Mondo”, che non sappiamo bene da cosa derivi, dovrebbe essere cambiato con quello di un altro corpo celeste che orbita intorno a una stella, quale ad esempio “Saturno Duplantis” oppure “Nettuno Duplantis”.

Ma, forse, cambierà il suo soprannome attuale proprio da questa estate quando, nel corso dei prossimi campionati del mondo che si svolgeranno a luglio nella sua nazione di nascita, gli Stati Uniti, conquisterà l’ultimo titolo che ancora manca alla sua già leggendaria carriera che lo vede, naturalmente, anche primatista iridato della specialità.

Per la cronaca ieri Armand ha fatto solo quattro salti, superando i 5,55 m, i 5,70 m, i 5,80 m e i 6,01 m, la sua 42esima volta oltre la soglia dei sei metri, con l’olandese Rutger Koppelaar secondo e vincitore della gara tra gli umani con 5,70 m, mentre il belga Ben Brooders si è piazzato terzo con 5,60 m.

Le dichiarazioni di Duplantis: “Ho dovuto usare aste più piccole e non sono riuscito ad arrivare in alto come avrei fatto di solito. È solo la mia seconda gara all’aperto dell’anno. Sto ancora cercando di capire alcune cose sulla mia tecnica di salto e sul mio ritmo di rincorsa.

Mi sento bene e so che posso saltare più in alto, quindi non sono troppo stressato. Mi sarebbe piaciuto fare meglio oggi ma fa parte del gioco che non ci possano essere condizioni perfette sempre.

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Le altre gare del meeting olandese

L’idolo di casa, la straordinaria specialista dei 400 ostacoli femminili di cui è primatista europea e bronzo alle Olimpiadi, Femke Bol ha dominato all’esordio sulla gara con 53″94, mentre nel lungo 6,65 vincente dell’oro olimpico e mondiale, la tedesca Malaika Mihambo.

La giamaicana Britany Anderson ha vinto i 100 ostacoli in 12″51 per battere nettamente la campionessa iridata, la statunitense Nia Ali che ha chiuso in 12″69, mentre il connazionale di Ali, Vernon Norwood ha vinto i 400 metri uomini con 45″28 precedeno il giamaicano Christopher Taylor con 45″45.

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Sulle pedane dei lanci, miglior prestazione mondiale dell’anno nel getto del peso femminile con il personale a 19,98 della statunitense Chase Ealey, mentre nel lancio del giavellotto maschile si ripete oltre i novanta metri il grenadino Anderson Peters con 90,75, davanti al tedesco Julian Weber che realizza il personale con 89,54 e al trinidegno Keshorn Walcott (89,07).

Nei 10.000 metri femminili sorpresa derivante dalla sconfitta delle attese mezzofondiste etiopi battute dalla britannica Eilish McColgan con 30’19″02 diventando la quinta europea di sempre, mentre alle sue spalle la primatista del mondo Letesenbet Gidey si aggiudica la volata per il secondo posto con 30’44’27.

Nei 3000 siepi donne l’olimpionica ugandese Peruth Chemutai ha vinto con 9’14″00 davanti all’albanese Luiza Gega seconda con il personale di 9’15″48.

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