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Fantastica, meravigliosa, entusiasmante Nadia Battocletti che aggiunge un’ennesima perla alla sua pur giovanissima carriera, appropriandosi del record italiano dei 5.000 metri nel corso della Diamond League di Londra, dove si è piazzata ottava con il crono di 14’41″30, superando il vecchio limite di Roberta Brunet di 14’44″50 risalente al 16 agosto 1996 ed ottenendo anche il minimo per le Olimpiadi di Parigi 2024.

Nella gara vinta dall’etiope Gudaf Tsegay in 14’12″29 di primato del meeting ed anche personale, difficilissimo all’inizio per la mezzofondista trentina trovare la cadenza per lei adeguata con il gruppo immediatamente allungato per il ritmo imposto dalle pacemaker, e una situazione agonistica resa ancora più scomoda per aver fatto da lepre di se stessa dopo la frammentazione in tre gruppi delle atlete.

Posizione dopo posizione, l’azzurra ha però recuperato e superato atlete più avanti di lei come la norvegese Grovdal, fino a conquistare la posizione finale mentre davanti si sono giocate la vittoria sul rettilineo finale la Tesegay che ha piegato la resistenza della keniana Beatrice Chebet seconda in 14’12″22 e dell’olandese Sifan Hassan, terza ma anche lei al proprio primato che le vale il nuovo record europeo con 14’13″42.

Tra gli altri grandi risultati da evidenziare il record del mondo under 20 dell’etiope Medina Eisa in 14’16″54 e il primato americano della statunitense Alicia Monson con 14’19″45, in quello che è stato uno dei 5000 metri femminili più veloci di sempre nella storia.

Le dichiarazioni di Nadia:  “A un mese dai Mondiali è una grande conquista in quanto l’obiettivo era migliorare lo stagionale e se possibile fare anche il ‘minimo’ olimpico. Ci sono riuscita e adesso vorrei continuare su questa strada, crescere di giorno in giorno come persona e come atleta. Sono molto felice di come è andata la gara, volevo inseguire la wavelight rossa ma ci siamo trovate, io e altre ragazze, su quella del record del meeting.

Mi sono sentita bene in gara, a circa un mese dai campionati del mondo è una grande conquista per me. Il mio obiettivo era migliorare lo stagionale e provare a centrare il minimo olimpico. Per Budapest, e per il futuro in generale, vorrei migliorare passo dopo passo, ringrazio mio papà e lo staff medico che mi segue.”

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Tra gli altri azzurri partecipanti all’evento britannico Leonardo Fabbri è arrivato di corsa a Londra dopo l’ottima prova del giorno prima a Trieste nel getto del peso e, forse un po’ stanco, ha fatto un buon lancio d’apertura a 20,97 ma poi quattro nulli, per l’ottavo posto in classifica.

La vittoria nella gara è andata al primatista del mondo Ryan Crouser, con l’ennesima serie di lanci tutti validi oltre i 22 metri, e l’acuto al quinto turno di 23,07, nona prestazione assoluta, davanti al neozelandese Tom Walsh con 22,59 di stagionale e all’altro statunitense Joe Kovacs con 21,87.

Le parole di Leo: “Sono contento della mia prestazione, ancora felice per il minimo olimpico conquistato ieri (21,71), la stabilità tecnica è una costante, sono arrivato alle due di notte a Londra dopo il viaggio di ieri sera e la misura ottenuta oggi mi soddisfa“.

Roberta Bruni è stata invece sesta nel salto con l’asta con 4,51 superato alla seconda prova prima dei tre successivi errori a 4,62, misura che le avrebbe permesse di migliorare lo stagionale ottenuto al Golden Gala di Firenze con 4,61, mentre per le prime posizioni vittoria della finlandese campionessa europea Wilma Murto con 4,80 al secondo tentativo, uno in più invece necessario a Katie Moon, seconda.

Nei 400 ostacoli donne ancora una sensazionale prestazione dell’olandese Femke Bol, che  ha disintegrato il già suo record europeo di ben 58 centesimi con un 51″45 che l’ha fatta diventare la seconda di sempre nella storia con la terza prestazione assoluta dietro la coppia di top-marks di Sydney McLaughlin con 50″68 e 51″41, la cui scelta di dedicarsi ai soli 400 piani a Budapest spalanca alla Bol le porte dell’oro mondiale.

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I 200 metri erano forse la gara più attesa del meeting e, nonostante l’assenza dell’ultima ora di due protagonisti iscritti quali gli statunitensi Fred Kerley e Erryion Knighton, ha regalato grandissime emozioni con un rettilineo palpitante tra il grande favorito Noah Lyles, vincitore alla fine con 19″47, ma seguito di un nulla da un fenomenale Letsile Tebogo, velocista botswano di 20 anni compiuti lo scorso 3 giugno, al record africano con 19″50 ma anche da un eccezionale Zharnel Hughes, che ha polverizzato il record britannico con 19″73, avvicinando di un centesimo il primato europeo di Pietro Mennea del 1979.

Tutti e tre sono scesi sotto il record del meeting, detenuto da Usain Bolt in 19″76.

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Nei 100 donne l’ivoriana Marie Josée Ta Lou ha vinto nettamente il confronto tra le migliori (assente Sha’Carri Richardson) in 10″75 di primato del meeting, costruendo il successo negli ultimi 30 metri su una ottima Dina Asher-Smith (10″85) e sulla leader stagionale Shericka Jackson (10″94).

Nell’alto maschile successo di JuVaughn Harrison nella sfida contro Mutaz Barshim con 2,35 per lo statunitense al secondo tentativo, quota riservatasi dal qatarino con un solo tentativo dopo due errori a 2,33.

Bellissimo il 400 uomini incerto fino alla fine vinto dal primatista mondiale Wayde Van Niekerk con 44″36 sulla coppia statunitense Deadmon (44″40) e Norwood (44″46), mentre negli 800 donne, senza Keely Hodgkinson che ha rinunciato all’ultimo, l’altra britannica Jemma Reekie si è presa il record de meeting con 1’57″30, vincendo davanti alla giamaicana Goule (1’57″61).

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