Una sensazionale Sabbatini piange di rabbia al termine della sua impresa

Tra le tante belle prestazioni della serata del Golden Gala, due in particolare ci hanno colpito per i miglioramenti personali ottenuti.

Chiudere una gara sensazionale non sfigurando di fronte ad atlete di enorme dimensione internazionale, ed alla fine piangere di rabbia nonostante un tempo strepitoso che, rispetto ai suoi personali di poche settimane fa, segna un miglioramento di circa 9 secondi.

Questa è Gaia Sabbatini, 22 anni compiuti proprio oggi, che con il suo 4’04″23 nei 1500 metri ha sfiorato di 3 centesimi l’impresa che, sino a poco tempo fa, sembrava impossibile di ottenere il minimo per i giochi olimpici e allora, l’atleta teramana che vive e si allena da anni a Roma, è stata presa dallo sconforto come una leonessa ferita.

Nessun problema per Gaia, da oggi quinta italiana di sempre su tale distanza , di cui più che mai apprezziamo la grinta e l’infinita determinazione, il biglietto per Tokyo è blindatissimo in tasca, il ranking prima di stasera la posizionava già benissimo e con questo crono, e i punti della classifica finale, il viaggio per il Giappone è ancora più certo.

Alla fine naturalmente prevale la gioia e queste le sue dichiarazioni: “Se penso a 4′04″23 dico… wow! È un sogno. Ero molto agitata per questa gara e sono contenta di averla gestita bene. Ma un po’ di rammarico c’è per quel minimo olimpico mancato di poco. Il segreto è essermi allenata in modo costante in questi due-tre anni, aver gareggiato tanto all’estero: è importante perché non ti senti più spaesato. Le vedevo in tv e invece adesso sono con loro”.

Gaia Sabbatini (foto Grana/FIDAL)
Gaia Sabbatini (foto Grana/FIDAL)

Complimenti a lei, grande sorpresa delle ultime settimane ed anche ad un ragazzo romano, anche se non sembra, ma si sente quando parla, Ahmed Abdelwahed che, già sicuro della partecipazione a cinque cerchi nei 3000 siepi, ha ottenuto a Firenze una prestazione cronometrica eccezionale, 8’12″04, realizzando il quarto tempo in Italia di sempre dietro mostri sacri azzurri di questa specialità.

 

Ahmed Abdelwahed (foto Grana FIDAL)
Ahmed Abdelwahed (foto Grana FIDAL)
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