Tutti i Trofei della Diamond League 2022

Lyles, Duplantis e Fraser-Pryce su tutti nella magica serata del Letzigrund di Zurigo

Si sono disputate ieri sera a Zurigo, nel famoso stadio Letzigrund, tutte le restanti 26 finali valide per l’assegnazione dei Trofei della Diamond League 2022, dopo che nel tardo pomeriggio di mercoledì 7 si erano svolte le prime sei nella Sechselautenplatz della citta svizzera che aveva visto il secondo trionfo consecutivo, dopo quello dell’anno scorso, di Gianmarco Tamberi nel salto in alto.

Tre in particolare le gare dai più alti contenuti tecnici a cominciare dall’ennesima devastante dimostrazione di superiorità del 25enne velocista statunitense Noah Lyles, due volte campione mondiale, che aveva già vinto quattro titoli della Diamond League (tre sui 200 metri nel 2017, 2018 e 2019 e uno sui 100 metri nel 2019) e che ha conquistato il suo quinto, con una vittoria schiacciante sui 200 metri in 19″52, lasciando gli avversari più vicini a mezzo secondo.

Veramente molto bravo al secondo posto il canadese Aaron Brown, impegnato anche pochi minuti prima nella finale dei 100 metri dove si era piazzato al terzo posto, che chiude in seconda posizione con 20″02, lo stesso crono del dominicano Alexander Ogando superato di pochissimi millesimi.

Quarto il giovanissimo statunitense Erriyon Knighton, quinto il suo connazionale Kenny Bednarek, entrambi a 20″20, mentre l’azzurro Fausto Desalu, campione olimpico della staffetta 4×100 di Tokyo, chiude in ottava posizione con 20″79.

Nella finale del salto con l’asta maschile lo svedese Armand Duplantis, si aggiudica facilmente il trofeo del Diamante per il secondo anno consecutivo con l’eccellente misura di 6.07, un centimetro meglio del 2021, che gli basta per migliorare il record del meeting.

Duplantis ha prontamente riscattato l’unica sconfitta stagionale subita la settimana scorsa contro Ernest Obiena a Bruxelles con l’atleta filippino che, peraltro, non era presente in gara.

Al secondo posto il norvegese Sondre Guttormsen, campione NCAA, che chiude con l’ottima quota di 5,86 di record personale e nazionale della sua nazione, mentre terzo è lo statunitense Chris Nilsen, argento ai Mondiali di Eugene, con 5,81.

La leggendaria velocista giamaicana Shelly Ann Fraser Pryce, che compirà 36 anni il prossimo 27 dicembre, stupisce ancora il mondo con una fantastica condizione al termine di un’ennesima stagione per lei ricchissima di soddisfazioni, a cominciare dal titolo mondiale di Eugene, e domina la finale dei 100 metri con il crono di 10″65 realizzato anche con un vento di -0,8 m/s.

Al secondo posto staccatissima, ma con in testa l’impegno successivo nella finale del mezzo giro di pista, la connazionale Shericka Jackson, oro mondiale in Oregon sui 200 metri, con 10″81 e terza l’ivoriana Marie-Josée Ta Lou con 10″91.

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200 metri femminili

Shericka Jackson domina la sua finale preferita con il crono di 21″80 davanti alle statunitensi Gabby Thomas seconda con 22″38 e Tamara Clark terza con 22″42, con la svizzera zurighese Mujinga Kambundji che è quinta con 22″65.

800 metri femminili

La keniana Mary Moraa, che aveva vinto quest’anno la sua prima gara in carriera di Diamond League con 1’57”68 a Stoccolma, domina la finale e conquista il trofeo con il crono di 1’57″63 davanti alla giamaicana Natoya Goule con 1’57″85 e alla statunitense Sage Hurta terza in 1’58″47.

La britannica Keely Hodgkinson non riesce a bissare il successo della passata edizione del Weltklasse dove vinse con 1’57”98 e chiude quinta con 1’59″06, mentre l’azzurra Elena Bellò è nona con 2’00″24.

Salto in alto femminile

L’ucraina Yaroslava Mahuchik domina la competizione con la misura di 2,03 in una gara che ha visto l’onorevole prestazione dell’azzurra Elena Vallortigara, medaglia di bronzo ai mondiali di Eugene, che però dopo la grandissima soddisfazione iridata ha avuto un certo calo di condizione che non le ha consentito di rendere al meglio in tutte le competizioni svolte, tra cui gli Europei di Monaco.

Per Elena, in ogni caso, una prova di grande orgoglio che le ha fatto chiudere al quinto posto con la misura di 1,91 saltata al primo tentativo, dopo però due errori a 1,88 che le avevano fatto decidere, con coraggio, di rischiare il tutto per tutto con l’unica prova possibile alla quota successiva.

Dietro alla ventenne campionessa mondiale indoor e oro europeo Mahuchik, si è piazzata la connazionale Iryna Gerashchenko con 1,94 saltato al primo tentativo, e terza l’australiana vice campionessa olimpica Nicola Olyslagers, con la stessa misura ottenuta con un errore in più.

Mahuchik alla fine ha provato tre volte anche i 2,06 senza riuscirci.

Le dichiarazioni di Elena: “Era importante ritornare a saltare sopra 1,90 Sono un po’ più contenta rispetto alle ultime gare. Il pubblico è stato spaziale, mi ha aiutato a tirar fuori quelle poche energie che sono rimaste a fine stagione. Mi sento di essere arrivata in fondo, ma almeno a differenza di Bruxelles sono riuscita a portare avanti l’idea che avevo in testa”.

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Salto triplo femminile

Yulimar Rojas con soli due salti vince facilmente la gara con la misura di 15,28 al secondo tentativo che chiude di fatto ogni questione, mentre al secondo posto si piazza la campionessa europea di Monaco, l’ucraina Maryna Beck Romanchuk, ancora molto vicina ai 15 metri con 14.96, con al terzo posto la giamaicana Shanieka Ricketts, vincitrice della Diamond League nel 2019, che chiude con un miglior salto di 14,85.

Salto triplo maschile

Grande impresa del saltatore cubano Andy Diaz, che vive e si allena a Roma da oltre un anno sotto la guida del mitico Fabrizio Donato e potrebbe a breve diventare cittadino italiano, che vince la finale realizzando oltretutto il proprio personale di 17,70 metri.

Per Andy quindi una doppia straordinaria soddisfazione, avendo anche superato il campione mondiale e olimpico Pedro Pablo Pichardo secondo con 17,63 mentre terzo è stato il connazionale, in procinto di diventare a sua volta cittadino spagnolo, Jordan Diaz con 17,60.

Per il vincitore subito il salto vincente per poi fare due nulli e due rinunce, e chiudere con la misura di 16,46 ormai a gara conclusa.

Le dichiarazioni di Andy: “Vorrei ottenere la cittadinanza italiana e gareggiare in maglia azzurra.”

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400 metri femminili

La vice campionessa mondiale e olimpica, la dominicana Marileidy Paulino, trionfa con l’ottimo crono di 48″99 che rappresenta il proprio personale, ma anche il record nazionale e la miglior prestazione mondiale dell’anno.

Al secondo posto la connazionale Fiordaliza Cofil con 49″93 e terza la rappresentante delle Barbados Sada Williams, medaglia di bronzo ai Mondiali di Eugene, con 49″98.

100 ostacoli donne

La nigeriana Tobi Amusan, primatista e campionessa del mondo, ha fatto il bis nel titolo della Diamond League conquistato l’anno scorso sulla pista del Letzigrund, con un’altra eccellente prestazione di 12″29.

La portoricana campionessa olimpica Jasmine Camacho Quinn, che aveva vinto sei gare della Diamond League in questa stagione, si è piazzata solamente quarta con 12″49 superata anche dalla statunitense Tia Jones, seconda con 12″40, e dalla giamaicana Britany Anderson terza con 12″42.

400 metri maschili

Il grenadino Kirani James ha conquistato il suo terzo titolo della Diamond League, dopo che nella finale dell’anno scorso si era piazzato secondo ad un solo centesimo dal vincitore Michael Cherry.

James si é aggiudicato la gara con il crono di 44″26 davanti agli statunitensi Bryce Deadmon secondo con 44″47 e Vernon Norwood terzo con 44″66, mentre l’idolo di casa lo svizzero ticinese Ricky Petrucciani ha ottenuto un buon quinto posto in 45″31, e il britannico Matthew Hudson Smith con è invece partito.

Nella gara ‘B’, quella che non assegnava il trofeo, quarta posizione per Davide Re con 45″59, nella serie dominata dal sudafricano primatista del mondo Wayde Van Niekerk con 44″39, il quale non si era qualificato per la finale principale.

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Lancio del disco maschile

Il campione del mondo lo sloveno Kristjan Ceh trionfa con la misura di 67,10 davanti al bronzo olimpico, l’austriaco Lukas Weisshainher, secondo con 65,70 mentre terzo è il bronzo mondiale di Eugene, il lituano Andrius Gudzius, con 65,28.

Lancio del disco femminile

La statunitense campionessa olimpica Valarie Allman ottiene il bis dopo il successo nella finale della dell’anno scorso con la misura di 67.77, ma trova una validissima opposizione dalla croata Sandra Perkovic, vincitrice di sei Trofei dei Diamanti dal 2012 al 2017, seconda con 67,31.

110 metri ostacoli maschili

Lo statunitense Grant Holloway ottiene l’ennesimo grande successo di una splendida carriera, nell’anno in cui ha vinto il secondo titolo mondiale consecutivo a Eugene in 13”03 ed è sceso per la prima volta al di sotto dei 13 secondi correndo in 12”99 a Montecarlo.

Per Grant oggi il Trofeo del Diamante arriva con un eccellente 13″02 davanti al giamaicano Rasheed Broadbell con 13″06 e al connazionale di quest’ultimo, il campione olimpico Hansle Parchment, terzo con 13″26.

400 ostacoli femminile

Il duello tra l’olandese Femke Bol e la statunitense Dalilah Muhammad si risolve negli ultimi due ostacoli grazie alla maggiore brillantezza della campionessa europea che vince in 53″03, mentre l’ex primatista del mondo viene inghiottita al quarto posto con 53″83, superata dalla panamense Gianna Woodruff (53″72) e dalla giamaicana Janieve Russell (53″77).

L’azzurra Ayomide Folorunso chiude con 55″86 all’ottavo posto.

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100 metri uomini

Lo statunitense Trayvon Bromell domina con 9″94 con un metro abbondante di vantaggio sul giamaicano Yohan Blake (10″05) e sul canadese Aaron Brown (10″06).

Ottimo quinto posto per il cingalese che si allena da anni in Italia a Roma, Yupun Abeykoon, capace di 10″14, per la gioia del suo tecnico Claudio Licciardello.

400 metri ostacoli maschile

Il campione del mondo, il brasiliano Alison Dos Santos, realizza un’altra splendida gara con l’eccellente crono di 46″98 e, senza Warholm, fa il vuoto sull’americano Khallifah Rosser secondo in 47″76.

1500 metri maschile

Jakob Ingebrigtsen, campione del mondo dei 5000, non è mai stanco ed appagato e non si lascia sfuggire la vittoria oltretutto con il miglior crono mondiale della stagione di 3’29″02, davanti al keniano Timothy Cheruiyot secondo con 3’30″27.

800 metri uomini

Superba la rimonta del keniano oro olimpico e mondiale Emmanuel Korir che sigla il tempo più veloce al mondo del 2022 con 1’43″26, sbarazzandosi del canadese Marco Arop secondo con 1’43″38, che aveva lanciato una volata lunga.

1500 metri femminile

Dominio keniano grazie alla classe dell’altro oro olimpico e mondiale Faith Kipyegon che si limita a 4’00″44 per guadagnare il suo terzo titolo, davanti alla sempre più solida irlandese Ciara Mageean seconda con 4’01″68.

3000 siepi donne

Vittoria dell’Etiopia con Werkuha Getachew in 9’03″57 su Winfred Yavi atleta del Bahrain con 9’04″47.

3000 siepi maschile

Dominio assoluto del marocchino campione olimpico e mondiale, Soufiane El Bakkali, con 8’07″67 davanti all’etiope Getnet Wale (8’08″56) e al keniano Abraham Kibiwot (8’08″61).

Salto in lungo femminile

Trionfa per la serba, campionessa del mondo indoor, Ivana Vuleta con 6,97 con il quarto posto sorprendete della tedesca Malaika Mihambo con 6,52.

Salto in lungo maschile

Non delude il greco Miltiadis Tentoglou con 8,42 davanti allo statunitense Marquis Dendy secondo con 8,18.

Lancio del giavellotto maschile

Il campione olimpico Neeraj Chopra vince con un lancio di 88.44, un metro e mezzo in più del ceco Jakub Vadlejch (86,94).

Lancio del giavellotto femminile

Vittoria della statunitense Kara Winger con 64.98, davanti campionessa del mondo Kelsey-Lee Barber con 63,72.

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