Tra 6 giorni inizieranno a Budapest i campionati mondiali di atletica la cui gara tradizionalmente più affascinante è quella dei 100 metri che, per quanto riguarda gli uomini, esordirà proprio nell’atto inaugurale di sabato 19 agosto con le batterie mentre il giorno dopo ci saranno semifinali e finale.
Nell’era del dopo Bolt la disciplina non ha trovato un dominatore assoluto come fu il mitico giamaicano per cui, anche in questa edizione dell’evento non c’è un favorito assoluto ma vari pretendenti in una gara dove non si può sbagliare nulla a cominciare dal tempo di reazione allo sparo dello starter perché alla fine, pochi centesimi o addirittura millesimi possono essere decisivi.
C’è da evidenziare peraltro come da 20 anni, esattamente dai Mondiali di Parigi del 2003, l’oro maschile dei 100 metri non venga assegnato a un atleta che non sia giamaicano o statunitense, e allora fu il velocista del piccolo stato dei Caraibi Saint Kitts and Nevis, Kim Collins, ad imporsi molto a sorpresa con un crono addirittura superiore ai 10 secondi di 10″07 con cui potrebbe essere molto difficile entrare in finale tra 6 giorni.
In tale ottica va evidenziato come il primatista stagionale sia con 9″83 un britannico, anche se di fatto di nascita caraibica nell’isola di Anguilla di cui è cittadino, Zharnel Hughes, campione europeo dei 200 metri l’anno scorso a Monaco di Baviera, ma che sembra aver trovato quest’anno una maturità agonistica ancor maggiore che l’ha portato a battere i due record britannici sia dei 100 con il tempo sopra citato, che dei 200 con un fantastico 19″73 con cui ha anche sfiorato lo storico primato europeo di Pietro Mennea di 19″72.
Insieme a Hughes, i principali favori del pronostico vanno anche al campione del mondo in carica Fred Kerley, che ha iniziato la stagione abbastanza presto ottenendo un miglio risultato di 9″88, ma negli ultimi tempi si è un po’ nascosto anche se poi ha gareggiato ai Trials statunitensi alla ricerca della qualificazione anche per i 200 metri, che ha però fallito giungendo quarto in finale, per cui la sua concentrazione e la sua carica agonistica saranno totalmente concentrati sui 100 al contrario di Hughes che sarà certamente impegnato su entrambe le distanze.
Nella classifica stagionale al secondo posto c’è il keniano Ferdinand Omanyala che ha corso in 9″84 e ha più volte dichiarato di essere certo della vittoria iridata anche se, in passato, ha dimostrato di essere un velocista che non tiene perfettamente i turni mentre, tra gli altri pretendenti quantomeno a un posto tra gli 8 della finale ci saranno certamente gli altri tre statunitensi Cravont Charleston, Christian Coleman campione del mondo dei 100 a Doha 2019, e dal due volte oro iridato dei 200 metri Noah Lyles, atleta ovviamente sempre pericoloso anche sulla distanza più breve rispetto alla sua preferita.
E’ difficile che manchi l’accesso alla finale il sudafricano Akani Simbine, velocista sempre molto regolare ad altissimi livelli da anni, anche se non ha mai trovato l’acuto di una grande podio internazionale, poi sicuramente il botswano Letsile Tebogo, impressionante nel suo 19″50 sui 200 ma molto forte anche sui 100, e poi non si può trascurare il camerunense Emmanuel Eseme che ha corso in stagione in 9″98 mentre, come noto, Assamade Asinga, il 18enne atleta del Suriname capace di ottenere il record del mondo under 20 con un sensazionale 9″89 è stato fermato per problemi di doping.
Tra gli altri velocisti di maggior spessore va citato anche il compagno di squadra di Simbine, il 22enne Shaun Maswanganyi che quest’anno è sceso 9″91, stesso crono ottenuto dell’ancor più giovane atleta bahamense, il 20enne Terrence Jones, che ha vinto il titolo NCAA indoor dei 60m a marzo, poi il giamaicano Oblique Seville, che lo scorso anno si è classificato quarto a Eugene e il suo connazionale Rohan Watson che ha vinto il titolo nazionale in 9″91.
Per i due azzurri compito non facile, con l’obiettivo massimo, a nostro avviso per il campione europeo dei 60 indoor Samuele Ceccarelli di superare un turno e guadagnarsi la semifinale a patto di ritrovare la forma di giugno a cui è seguito un leggero calo palesato nelle ultime due gare compresi gli italiani assoluti, mentre per il campione olimpico ed europeo dei 100, Marcell Jacobs, le possibilità di presentarsi al meglio delle proprie condizioni di ottimo velocista appaiono totalmente non realistiche, parlando da conoscitori della materia e non per slogan sensazionalistici, per cui anche per lui ci apparirebbe più che soddisfacente l’approdo alle semifinali.
100 metri donne
A 36 anni, con sei Campionati del Mondo alle spalle e 10 medaglie d’oro nella sua collezione, Shelly-Ann Fraser-Pryce si prepara ad avventurarsi in un territorio sconosciuto ai campionati mondiali che per lei inizieranno domenica 20 agosto.
Dopo aver vinto in Svizzera in 10″82 e a Madrid in 10″83 due giorni dopo, Fraser-Pryce si reca nella capitale ungherese con due sole gare effettuate sui 100 metri oltre che le batterie e la finale dei 200 ai campionati giamaicani, dove è arrivata seconda a Shericka Jackson, campionessa del mondo sulla distanza, con 22″26.
Tre donne sono andate più veloci di lei in stagione sui 100 con in testa la Jackson, grazie al suo bruciante 10″65 dei Trials giamaicani, Sha’Carri Richardson con 10″71 nella batteria dei Campionati statunitensi e l’ivoriana Marie-Josee Ta Lou, in forma smagliante, con 10″75 ai Bislett Games.
La supermamma giamaicana, che si concentrerà sui 100 m, dovrà colmare il divario con le sue avversarie se vuole vincere il titolo per la sesta volta ed eguagliare il record di Sergey Bubka di ori individuali in una sola gara.
In 14 anni, solo una volta Fraser-Pryce non ha tagliato il traguardo per prima in una finale dei 100 metri ai Campionati del Mondo, arrivando quarta a Daegu nel 2011.
In Oregon, 12 mesi fa, ha vinto con il record dei campionati di 10″67, una delle sue sette prestazioni sotto i 10″70 nel 2022, con Jackson seconda in 10″73 ma questa volta la sembra favorita anche se, nelle gare di Diamond League, si è classificata seconda rispetto a Richardson a Doha e in Slesia e terza a Oslo e a Londra.
Per quanto riguarda i testa a testa, Fraser-Pryce vanta un record di 8-1 contro la sua connazionale e compagna di allenamento e un vantaggio di 21-4 su Ta Lou, ma è a pari merito con Richardson (3-3) e i suoi tre successi contro la velocista statunitense sono arrivati negli ultimi tre scontri diretti.
A 34 anni, Ta Lou è in forma smagliante per cercare di coronare una carriera molto brillante che l’ha vista seconda, per un soffio, alla compianta Tori Bowie a Londra nel 2017, perdendo l’oro per 1 centesimo, e terza dietro a Fraser-Pryce e Dina Asher-Smith a Doha nel 2019.
La Pocket Rocket africana di 1 metro e 80 ha ottenuto 10 vittorie in 10 gare sui 100 metri nel 2023, compresi i successi in Diamond League a Firenze, Oslo, Losanna e Londra, e sembra una seria pretendente al primo oro mondiale.
La 22enne Richardson, che farà il suo debutto ai campionati maggiori da senior, ha vinto otto delle nove gare sui 100 m quest’anno, comprese le vittorie in Diamond League a Doha e in Slesia e ha raggiunto un livello impressionante di costanza, registrando quattro dei sette tempi più veloci del 2023.
L’unica sconfitta è arrivata nel Memorial Istvan Gyulai di Szekesfehervar il 18 luglio, quando ha fatto registrare 10″97 come seconda classificata rispetto alla giovane velocista di Santa Lucia, la 22enne Julien Alfred di Santa Lucia, che ha prevalso in 10″89, allungando il suo record di imbattibilità a 10 vittorie.
Quinta al mondo nei 100 metri con 10″83, Alfred ha anche fatto anche registrare il terzo tempo nei 200 metri con 21″91 e sicuramente potrà dire la sua in una finale che dovrebbe certamente raggiungere.
Brittany Brown e Tamari Davis, seconda e terza dietro la Richardson ai campionati statunitensi, hanno anche loro entrambe il potenziale per arrivare in finale e lanciare una sfida, mentre la campionessa mondiale under 20 del 2012, Anthonique Strachan delle Bahamas, ha fatto registrare 10″92 come seconda classificata a Oslo in giugno.
La sfida europea sarà guidata da Asher-Smith, che ha fatto registrare un incoraggiante 10″85 come seconda classificata a Ta Lou nella Diamond League di Londra, e dalla campionessa europea 2019 dei 60 metri indoor della Polonia Ewa Swoboda, che ha superato per la prima volta gli 11 secondi con 10″94 per il terzo posto in Slesia, mentre l’Italia sarà rappresentata da Zaynab Dosso che punterà alla semifinale nell’ottica di ottenere anche una buona prestazione cronometrica.