Se non esiste un favorito d’obbligo nella gara dei 100 maschili, in quella dei 200 metri invece il campione del mondo uscente, sia di Eugene 2022 ma anche di Doha 2019, lo statunitense Noah Lyles non dovrebbe avere problemi nel conquistare il suo terzo titolo consecutivo sulla distanza, ed anzi si potrebbe anche pensare voglia puntare a farlo con una prestazione cronometrica che avvicini il più possibile lo storico primato del mondo di Usain Bolt, che corse a Berlino nel 2009 in 19″19.

Difficile pensare chi possa impensierire il 26enne velocista della Florida, la cui unica battuta d’arresto negli ultimi anni sul mezzo giro di pista è stata quella delle Olimpiadi di Tokyo dove venne sorpreso sia dal canadese De Grasse che dal connazionale Bednarek, ma la costanza di rendimento mostrata ancor di più da allora fanno immaginare che imposterà la gara a suo piacimento, con l’unica incognita rappresentata forse dal fatto di essersi anche qualificato per i 100 metri, dove ha dichiarato di puntare a una medaglia, per cui il duplice impegno potrebbe anche togliergli qualche energia mentale, anche se i due suoi più pericolosi avversari, in particolare il botswano Letsile Tebogo capace di avvicinarlo nella Diamond League di Londra, e il britannico Zharnel Hughes saranno pure loro sui blocchi della gara veloce più corta.

Da evidenziare peraltro come il ventenne Tebogo nel meeting britannico di cui sopra abbia corso in un sensazionale 19″50 che gli ha consentito di abbattere il record africano che Frankie Fredericks stabilì alle Olimpiadi di Atlanta nel 1996 e di come, il velocista namibiano sia stato l’unico africano nella storia dei Campionati del Mondo ad aver vinto medaglie nei 200 metri, avendone conquistato quattro, una d’oro e tre d’argento.

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A sostenere le speranze del continente nero c’è anche il ghanese James Dadzie, salito al sesto posto della classifica globale con il record nazionale di 19″79 stabilito al Corky/Crofoot Shootout in Texas, diventando il primo atleta di quella nazione a scendere sotto la soglia dei 20 secondi.

Degli altri tre statunitensi Erriyon Knighton dopo il quarto posto alle Olimpiadi di Tokyo 2021 e il bronzo in Oregon lo scorso anno, cercherà di fare ancora meglio in questa edizione dei campionati mondiali ai quali parteciperà con il titolo statunitense conquistato a Eugene in occasione dei Trials, con 19″72 dove ha preceduto Kenny Bednarek, secondo con 19″82 e la sorpresa Courtney Lindsey, che con 19″85 ha tenuto fuori Fred Kerley e Christian Coleman.

Gli azzurri saranno rappresentati dai campioni olimpici della 4×100, Filippo Tortu e Fausto Desalu, con il primo apparso in grandissima crescita di condizione nei recenti campionati assoluti di Molfetta dove ha sfiorato di 4 centesimi il suo personale con un promettente 20″14 e proverà, anche se l’impresa appare molto ardua, a conquistare quella finale sfuggitagli l’anno scorso per pochi millesimi ai danni del canadese Aaron Brown che è sempre uno di quegli atleti che sa dare il meglio di se nelle occasioni importanti.

Per quanto riguarda Desalu, invece, un 2023 un po’ in sordina per qualche problema fisico ma la possibilità di giocarsi tutte le sue possibilità per conquistare quanto meno un posto in semifinale.

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200 metri donne

Dopo la mancata partecipazione ai Campionati del Mondo dello scorso anno, la vittoria ai trials statunitensi di quest’anno con il suo record personale e il tempo più veloce al mondo della stagione di 21″60, la medaglia di bronzo olimpica Gabby Thomas ha chiuso il cerchio grazie appunto a una prestazione cronometrica che l’ha portata al quarto posto nella lista mondiale di tutti i tempi, subito dopo la detentrice del record mondiale Florence Griffith-Joyner e la coppia giamaicana composta da Shericka Jackson ed Elaine Thompson-Herah.

È interessante notare che la Jackson, campionessa mondiale in carica e seconda donna più veloce di tutti i tempi, ha fatto registrare il suo miglior tempo stagionale di 21″71 lo stesso giorno in cui la Thomas ha corso in 21″60, conquistando il suo secondo titolo giamaicano consecutivo e il terzo complessivo nei 200 metri.

Thomas e Jackson si sono affrontati in un interessante faccia a faccia alla Diamond League di Monaco ed è stata la giamaicana ad avere la meglio, vincendo in 21″86, mentre la Thomas si è fermata al settimo posto.

La gara del messo giro di pista femminile sarà comunque molto imprevedibile, visto che cinque delle otto finaliste dell’Oregon non parteciperanno all’evento questa volta e, uno dei volti nuovi che potrà certamente farsi valere è Julien Alfred di Santa Lucia, che nel 2023 è stato inarrestabile, diventando la prima donna nella storia degli NCAA a infrangere la barriera dei sette secondi nei 60 m ed è la seconda velocista indoor di tutti i tempi sia nei 60 m che nei 200 m, con i suoi tempi di 6″94 e 22″01 rispettivamente.

La cinque volte campionessa NCAA ha vinto tutte le gare dei 200 metri all’aperto, tranne una, e ha corso in uno spettacolare 21″73 (2.5m/s) per vincere i Campionati NCAA, facendo peraltro registrare il record nazionale di 21″91 al Tom Jones Memorial Invitational, posizionandosi al terzo posto nella classifica globale di questa stagione.

La segue a ruota l’altra statunitense Sha’Carri Richardson, che quest’anno ha mostrato una enorme condizione stabilendo i personali con 10″71 per i 100 m e di 21″94 per i 200 m, quest’ultimo stabilito ai Campionati statunitensi dove si è classificata seconda rispetto a Thomas dopo aver conquistato il suo primo titolo nazionale nei 100 metri.

La terza statunitense in gara, Kayla White, si è dimostrata promettente in questa stagione con il 22″01 che le ha regalato il terzo posto ai Campionati statunitensi, mentre non va mai trascurata la medaglia d’oro del 2019 e di bronzo in Oregon, la britannica Dina Asher-Smith, che si affiderà al suo bagaglio di esperienza per farcela, non avendo disputato molte gare sui 200 metri in questa stagione.

L’Italia vedrà in gara Dalia Kaddari che lotterà per un posto in semifinale cercando di lottare anche contro il crono, accrescendo ulteriormente la sua esperienza di una carriera ancora giovanissima.

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400 metri uomini

Il campione uscente, lo statunitense Michael Norman, ha conquistato il titolo in Oregon con un crono non trascendentale di 44″29 ma nell’edizione ungherese del giro di pista al maschile bisognerà certamente fare meglio perché, il campione olimpico di Tokyo il bahamense Steven Gardiner assente nel 2022 per infortunio, sarà alla partenza ed è apparso in stagione in ottima condizione raggiungendo la vetta della classifica mondiale con la vittoria al meeting di Szekesfehervar, in Ungheria il 18 luglio, con 43″74, non lontano dal suo record personale del 2019 di 43″48.

Ma c’è un terzo atleta in grado di inserirsi a pieno titolo nella lotta di cui sopra, il sudafricano primatista del mondo sulla distanza, Wayde Van Niekerk che mai come in questa stagione è apparso finalmente tornato ai suoi antichi splendori dopo il gravissimo infortunio subito al crociato del ginocchio durante una partita di rugby disputata per beneficenza nell’ottobre 2017.

Il suo ritorno alla piena forma fisica ha richiesto diversi anni, ma dopo il quinto posto nella finale mondiale dello scorso anno ha continuato a spingere in questa stagione in cui è imbattuto, avendo vinto tre gare della Diamond League ed avendo nella classifica mondiale del 2023 il quarto tempo di 44″08, mentre nella stessa graduatoria si trova al secondo posto l’atleta dello Zambia, Muzala Samukonga, che ha corso in 43″91 in aprile e avrebbe potuto fare da terzo incomodo nella lotta per le medaglie ma, un brutto infortunio al bicipite femorale durante la Diamond League del 16 luglio a Chorzow, ne mette fortemente in discussione la partecipazione anche se risulta ancora iscritto.

Qualche possibilità di medaglia anche per il giamaicano Rusheen McDonald, che a Szekesfehervar si è classificato terzo dietro Gardiner in 44″03, e per il britannico Matthew Hudson-Smith, due volte campione europeo e bronzo mondiale 2022.

Kirani James di Grenada torna a gareggiare ai Campionati mondiali dopo aver conquistato tre medaglie, oro nel 2011, argento nel 2022 e bronzo nel 2015, negli ultimi 12 anni, mentre per gli azzurri ci sarà il primatista italiano Davide Re apparso in crescente condizione di forma nel corso degli assoluti di Molfetta.

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400 metri donne

Marileidy Paulino, della Repubblica Dominicana, ha già al suo attivo una medaglia d’argento olimpica a Tokyo e una mondiale a Eugene, ma questa edizione della manifestazione le offre la grande opportunità di fare meglio.

Le prospettive della ventiseienne di Nizao, che è stata battuta ai titoli olimpici e mondiali da Shaunae Miller-Uibo, sono state rafforzate dalla notizia che la statunitense Sydney McLaughlin-Levrone ha dovuto rinunciare per un problema al ginocchio.

La McLaughlin-Levrone, primatista mondiale dei 400 m ostacoli, è in cima alla lista mondiale dei 400 m di quest’anno con 48″74, ma in sua assenza la Paulino sarà la più veloce grazie al suo primato di 48″98 stabilito a Los Angeles il 27 maggio.

A Paulino non mancheranno rivali temibili, tra cui la stessa Miller-Uibo, anche se la 29enne bahamense difenderà il suo titolo a Budapest in quella che sarà la sua prima gara importante dopo il parto del figlio Maicel, avvenuto il 20 aprile per cui è praticamente impossibile che possa essere al meglio della condizione.

Ci sarà molto interesse anche per le prestazioni dell’irlandese Rhasidat Adeleke, che è diventata recentemente professionista dopo aver stabilito il 10 giugno ad Austin, in Texas, il record nazionale di 49″20, che l’ha collocata al quarto posto nella lista mondiale di quest’anno.

La ventenne di Dublino ha mancato la finale mondiale dello scorso anno per u soffio e quest’anno dovrebbe certamente superare quel livello di prestazioni, ma attenzione anche alla polacca Natalia Kaczmarek e all’olandese Lieke Klaver.

Anche la statunitense Britton Wilson, che il 13 maggio a Baton Rouge ha corso in 49″13 e si è piazzata terza nella top list di quest’anno, e la sua compagna di squadra Talitha Diggs, che quest’anno ha un record di 49″93, saranno in lizza per le medaglie.

Salwa Eid Naser del Bahrein, che ha battuto Miller-Uibo per il titolo mondiale 2019 a Doha, tornerà a gareggiare dopo aver saltato le Olimpiadi di Tokyo e i Campionati mondiali di atletica dello scorso anno mentre scontava un’interdizione di due anni per mancati controlli antidoping.

L’Italia sarà rappresentata da Alice Mangione.

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