Lacena Golding-Clarke è un’ex ostacolista giamaicana, nata a Clarendon il 20 marzo 1975, che ha rappresentato la propria nazione in tre Giochi Olimpici, cinque Campionati del Mondo all’aperto e cinque al coperto, oltre a due eventi dei Giochi del Commonwealth e, proprio in questa manifestazione, ha ottenuto il miglior risultato della sua carriera vincendo l’oro dei 100 metri ostacoli nell’edizione di Manchester, in Gran Bretagna, del 2002.
Ha iniziato la sua carriera come saltatrice in lungo, disciplina in cui vanta un personale di 6,87 ottenuto nel 1998 a Kingston, che ha praticato sino al 2000 partecipando alle Olimpiadi di Atlanta 1996 e Sydney 2000, e ai Mondiali all’aperto di Goteborg 1995 e Atene 1997.
I suoi personali sugli ostacoli, invece, sono 12″68 sui 100 H outdoor ottenuto nel giugno 2005 a Kingston e di 7″83 sui 60 H indoor, mentre tra i suoi allori in tale disciplina figurano anche un bronzo ai Giochi Panamericani del 2003 e uno ai Giochi del Commonwealth del 2006.
Come specialista degli ostacoli veloci nei 60 e 100 metri, ha partecipato ai mondiali indoor di Lisbona 2001 e Birmingham 2002, poi quelli all’aperto di Parigi 2003, ancora quelli al coperto di Budapest 2004 così come quelli di Mosca 2006, e poi ancora nella principale manifestazione iridata all’aperto del 2007 a Osaka e del 2009 a Berlino, per chiudere infine la carriera con quella al coperto di Doha 2010 dove ha raggiunto la sua quinta finale consecutiva su 5 partecipazioni nella disciplina più corta e veloce delle corse con barriere.
Pur svolgendo l’attività di atleta a pieno regime, dopo essersi laureata in Scienze Politiche e di Governo alla Auburn University nel 1999, subito dopo ha iniziato anche un percorso come allenatrice facendo l’assistente volontaria nello stesso College sino al 2006, e si è poi trasferita all’Università del Texas ad Austin per lavorare come allenatrice sino al 2011.
Nel maggio 2012, a carriera agonistica ormai conclusa da due anni, Golding-Clarke è diventata allenatrice dell’Università del Texas a El Paso (UTEP) e, in tale contesto, ha seguito vari atleti tra cui colei che le ha dato quest’anno delle enormi soddisfazioni, la 25enne ostacolista nigeriana Tobi Amusan, prima atleta della sua nazione a vincere una medaglia d’oro ai campionati iridati di atletica, ma anche capace di ottenere in Oregon un sensazionale primato mondiale con il tempo di 12″12 realizzato nella semifinale dei 100 ostacoli, crono poi addirittura superato nella vittoriosa finale con 12″06 non considerato però valido ai fini statistici per vento superiore al consentito.
Golding-Clarke, che era ovviamente presente nello stadio dell’Hayward Field di Eugene, ha assistito alla prestazione del record del mondo di Amusan insieme alla sua collega allenatrice Joanna Hayes e, subito dopo l’arrivo della sua atleta, è rimasta per qualche istante incredula come se il crono che aveva visto comparire sui led luminosi non fosse reale, ma poi ogni suo dubbio è stato cancellato dalle urla di gioia di Tobi sulla pista.
In realtà per Golding-Clarke si trattava di qualcosa che stava nascendo da un po’ di tempo e in tal senso ha così dichiarato: “Nel 2019, prima di recarci a Doha per i Campionati del Mondo, avevo la sensazione che potesse avvicinarsi al primato (di Kendra Harrison di 12″20 del 2016).
Nel 2020, durante la pandemia, ci siamo allenati duramente e ho cominciato a credere realmente che potesse battere quel record ma non mi aspettavo che potesse essere battuto con un simile margine. Pensavo che avrebbe potuto fare 12″19 o 12″18, ma sono ovviamente felice e di essere stata parte di questo grande risultato“.
La nigeriana Amusan è sotto l’occhio vigile di Golding-Clarke dal 2016 e dai tempi in cui frequentava l’Università del Texas a El Paso, dove Golding-Clarke l’ha aiutata a passare dall’essere un’atleta che correva in 13″11 a una che ha strabiliato con 12″12.
Inizialmente, “aveva le carte in regola“, ma era il lavoro tecnico che richiedeva attenzione, quindi le due hanno costruito lentamente la forza generale di Amusan, seguita dalla sua concentrazione mentale, per assicurarsi che fosse equipaggiata per superare tutte le 10 barriere.
L’obiettivo per il 2022 era poi di lavorare sulla velocità per essere in grado di tenere il ritmo degli ostacoli fino al traguardo.
Golding-Clarke, che come detto sopra ha vinto i Giochi del Commonwealth nel 2002, era molto preoccupata per la partecipazione della sua atleta all’edizione di quest’anno in quanto temeva che potesse avere un crollo nervoso dopo la straordinaria esperienza statunitense del titolo e del record mondiale.
Ancora le parole di Lacena: “Per grazia di Dio ha vinto, tutto si è basato sulla sua autoconvinzione di essere ormai la più forte dopo il trionfo di Eugene che le faceva pensare che, se l’aveva fatto lì, poteva farlo ancora di vincere. Sono molto orgogliosa di come ha gareggiato quest’anno. La sua stagione parla da sola“.
Golding-Clarke ricopre ora anche un nuovo ruolo di assistente allenatore per il programma femminile di sprint e ostacoli dell’Università di Auburn. Nel destreggiarsi tra i suoi atleti collegiali e il suo gruppo di atleti professionisti, l’ex ostacolista giamaicana afferma che ci sono alcuni periodi in cui “può essere estremamente faticoso e a volte posso essere molto svuotata, ma devo comunque essere mentalmente forte“.
La sua vita da atleta le ha insegnato i valori fondamentali quali lavorare sodo ma anche essere in grado di sostenere il suo doppio ruolo per gestire la propria salute e il proprio benessere.
Le fondamenta del successo di Golding-Clarke e Amusan sono state costruite sulla creazione e sul mantenimento di un rapporto di fiducia, mentre il loro costante entusiasmo e la loro dedizione al processo hanno permesso ad Amusan di sviluppare il suo potenziale. Parlando di alcuni dei suoi momenti più piacevoli da allenatrice, Golding-Clarke dice: “La cosa più piacevole per me è avere un tempo orientato alla famiglia durante i nostri allenamenti.
La maggior parte dei miei atleti, in particolare nella scena universitaria, i nostri studenti atleti internazionali e io, dobbiamo creare una famiglia, per farli sentire a casa, per farli diventare il meglio che vogliono essere. Sento che il mio aspetto migliore è il modo in cui mi prendo cura di loro, e alla fine diventano ciò che vogliono essere”.
Per i giovani aspiranti ostacolisti, Golding-Clarke dice: “Non è necessario essere troppo veloci per diventare uno dei più grandi ostacolisti. Il merito è del ritmo che hai e della tecnica, di quanto sia solida la tua tecnica. Devi essere in grado di mantenere lo schema per 10 barriere. Per me è più il ritmo che la velocità“.
Una delle grandi doti dell’allenatrice giamaicana è quella di non pensare di non dover più imparare nulla da nessuno e di confrontarsi sempre con degli altri tecnici come, su tutti, i giamaicani Kearney e Francis a cui si rivolge sempre.
“So per certo che le persone hanno bisogno di mentori, quindi anche se ho una detentrice del record mondiale, ho ancora bisogno di un mentore“.