Abdi Nageeye è un 33enne maratoneta olandese, di origini somale, che all’età di sei anni si è rifugiato per la prima volta nei Paesi Bassi insieme al fratello, per sfuggire agli orrori della guerra civile nella sua nazione natale, per poi tornare a vivere ancora per un periodo in Somalia, dopo una breve parentesi in Siria, e infine trasferirsi definitivamente in Olanda per essere adottato da una famiglia di Oldebroek.
La storia del giovanissimo Abdi è simile a quella di tanti ragazzi africani particolarmente dotati per la corsa e lui, una volta trovata la sua stabilità famigliare, iniziò nello sport dapprima con il calcio ma poi, dopo aver corso una gara di 5 km in 17 minuti, decise di entrare in una squadra di atletica, disputando le prime gare sulle distanze più corte del mezzofondo dai 1500 metri in su.
A 18 anni, peraltro, ha debuttato con la maglia della nazionale olandese nella prova juniores dei Campionati Europei di corsa campestre, mentre i suoi primi piazzamenti di rilievo risalgono a un paio di anni dopo, nel 2009, quando si classifica al quarto posto sui 5000 metri degli Europei Under 23, e settimo sempre nella gara promesse degli Europei di cross.
Da allora una carriera di buon livello che l’ha portato ad avvicinarsi gradualmente verso le distanze più lunghe, quali mezza e maratona, in un ambito estremamente concorrenziale dove ha raggiunto l’apice agonistico conquistando la medaglia d’argento nella maratona di Sapporo, delle recenti Olimpiadi giapponesi, in cui si è arreso solamente allo strapotere del mito della specialità Eliud Kipchoge.
Per qualsiasi maratoneta, anche di ottimo livello, non è mai semplice ottenere una vittoria in una 42,195 km e, infatti, per Nageeye la vittoria di domenica scorsa nella NN Marathon di Rotterdam è stata la prima, ed ha avuto per lui un significato molto particolare, avendola ottenuta sulle strade della sua nazione e avendo, oltretutto, realizzato il primato nazionale.
Molto emozionante, peraltro, l’arrivo della gara, con uno sprint finale che ha consentito all’olandese di battere di pochi centimetri l’etiope Leul Gebrselassie, con il crono di 2h04’56 che è stato assegnato ufficialmente ad entrambi gli atleti.
Il keniano Reuben Kipyego (secondo classificato alla Maratona di Milano in 2h03’55” nel 2021) si è piazzato al terzo posto in 2h05’12, precedendo di undici secondi il belga Bashir Abdi (2h05’23”) bronzo ai giochi a cinque cerchi del Giappone. Anche il quinto classificato l’altro keniano Kenneth Kipkemoi è sceso sotto le 2h07’ con 2h06’22.
Nageeye che ha migliorato il suo precedente primato olandese di 2h06’17, realizzato sempre a Rotterdam nel 2019, ha così dichiarato al termine della sua fatica:
“Questa vittoria è un sogno che si avvera. Sembrava lontano da raggiungere. Nel 2010 ero di fronte ad un bivio perché dovevo decidere se proseguire con gli studi o dedicarmi completamente all’atletica. Agli inizi della mia carriera sognavo semplicemente di poter correre con i corridori keniani ed etiopi.
Nel 2019 sono riuscito a realizzare il primo obiettivo di correre ai livelli dei migliori classificandomi quarto a Rotterdam. Ho avuto molte delusioni ma ho sempre creduto in me stesso nonostante i tanti infortuni. Alla fine dell’anno scorso pensavo di poter vincere la Maratona di New York ma ho commesso un errore. Ora ho vinto a Rotterdam e non riesco ancora a realizzare la portata di questo risultato. Sono davvero felice e orgoglioso”.
Ripercorrendo brevemente i momenti salienti della sua vita agonistica, va detto che Abdi ha deciso di vedere gli aspetti positivi in ogni situazione della sua vita, nonostante le varie difficoltà, e ha perseguito con passione e determinazione tutti gli obiettivi che ha poi raggiunto.
Nel 2013, in particolare, ha definitivamente abbandonato le corse in pista e si è concentrato su quelle in strada, debuttando l’anno successivo alla maratona di Entshede in 2h11’33 e classificandosi al terzo posto.
Nageeye ha corso per la prima volta alla Maratona di Rotterdam nel 2015 classificandosi al nono posto in 2h12’33” e si è qualificato per la sua prima Olimpiade grazie all’ottavo posto alla Maratona di Amsterdam in 2h10’24” davanti al keniano Abel Kirui.
“La mia prima gara a Rotterdam fu una delusione. Ricordo che volevo realizzare il minimo per le Olimpiadi di 2h10”. Fu l’unica volta che scoppiai in lacrime dopo aver tagliato il traguardo in una maratona. Non mi allenai molto bene. Trascorsi dei periodi di allenamento in Etiopia e in Kenya ma qualcosa non andò per il verso giusto. Promisi a me stesso che non sarebbe più successo”.
Nel 2016 si è piazzato ottavo alla Maratona di Boston e undicesimo alle Olimpiadi di Rio de Janeiro.
L’anno successivo Nageeye è diventato il primo maratoneta olandese a scendere sotto la barriera delle 2h10’ con 2h09’34” a Rotterdam e si è migliorato successivamente correndo in 2h08’16” ad Amsterdam.
“Tornai a Rotterdam due anni dopo la grande delusione. Ero un atleta più maturo. Entrai a far parte del NN Running Team e mi allenai nel training camp di Kaptagat con il gruppo di Eliud Kipchoge. Correndo in 2h09’34” a Rotterdam ho capito di poter competere con i migliori. Allora ero il secondo maratoneta olandese ma sapevo di poter fare molto meglio.”
Nageeye ha seguito il motto di Kipchoge “No Human is limited”.
“Quando Eliud dice che nessuno deve porsi limiti, non intende che tutti possano correre la maratona in due ore, ma che non bisogna mai porsi limiti e si deve credere in sé stessi”.
Nel 2019 ha demolito il record olandese di due minuti correndo in 2h06’17” in occasione del quarto posto a Rotterdam.
“La maratona di Rotterdam del 2019 è stata una delle mie migliori gare. In passato ero abituato a correre nel gruppo degli inseguitori. Per la prima volta riuscii a correre insieme ai migliori nel gruppo di testa. Ho sentito i crampi ma ero sorpreso quando mi accorsi che stavo correndo al ritmo da 2h06’. Questa performance mi ha dato la consapevolezza che potevo correre ancora più forte”.
Lo scorso Novembre ha tagliato il traguardo al quinto posto alla Maratona di New York in 2h11’39 pochi mesi dopo il secondo posto alle Olimpiadi giapponesi.
“A New York sono rimasto molto indietro nelle fasi iniziali della gara. Ho perso l’aggressività. Mi sentivo ancora fresco negli ultimi chilometri ma ormai era troppo tardi per rimontare. Mia moglie ha dato alla luce nostra figlia Asra e la paternità è stata una piacevole distrazione che mi ha fatto dimenticare la delusione di New York e mi ha permesso di concentrarmi su un nuovo obiettivo.
Rotterdam mi ha sempre offerto le migliori esperienze nella mia carriera di maratoneta. Si svolge nel mio paese. Rotterdam mi accoglie sempre a braccia aperte. La società NN Running ha la sua sede a Rotterdam. Il percorso è veloce e il pubblico è fantastico”.
Negli ultimi tre anni Nageeye ha lasciato il gruppo di allenamento di Kaptagat e segue i programmi di allenamento del coach irlandese Gary Lough, marito di Paula Radcliffe.
Nageeye si allena per gran parte dell’anno in Etiopia con l’amico Bashir Abdi, che ha vinto la Maratona di Rotterdam nel 2021 stabilendo il record europeo con 2h03’36.
“E’ stato speciale correre contro Bashir. Le sue performance hanno aumentato le aspettative. E’ molto veloce quando ci alleniamo ma sono migliorato molto anch’io e riesco ad adattarmi bene ai programmi di allenamento. Ci stimoliamo a vicenda e questo ci permette di elevare il nostro livello”.
Nageeye parla cinque lingue: somalo, olandese, arabo, inglese e amarico.