L’incredibile primato di Sydney McLaughlin

La 22enne ostacolista statunitense ha scritto una delle pagine più belle dell'atletica mondiale di sempre

Non si è certo ancora spento l’eco della memorabile impresa realizzata ieri dalla 22enne statunitense Sydney McLaughlin, che ha vinto il suo primo titolo iridato sui 400 metri ostacoli femminili demolendo il suo primato del mondo di 73 centesimi di secondo con il sensazionale tempo di 50”68, e realizzando quella che certamente è la miglior prestazione tecnica dei campionati, ma anche di tutto il 2022 e, certamente, una delle più grandi di sempre nella storia dell’atletica mondiale.

Abbiamo esaurito gli aggettivi per descrivere i risultati che la fenomenale atleta ha realizzato nelle ultime due stagioni, visto che il record realizzato nella finale iridata di Eugene è il suo quarto primato mondiale dal giugno 2021, dopo quelli stabiliti ai Trials olimpici statunitensi dell’anno scorso con 51″90, alle Olimpiadi di Tokyo con 51”46 e ai campionati statunitensi del giugno scorso con 51”41. Da sottolineare come tre di questi quattro primati siano stati realizzati sulla pista di Hayward Field a Eugene.

L’ostacolista, nata il 7 agosto 1999 a New Brunswick in New Jersey, detiene le migliori prestazioni mondiali di tutte le fasce d’età giovanili dai 14 ai 19 anni e ha stabilito i record del mondo under 18 con 54”18 e under 20 con 52”75.

Il crono di McLaughlin si piazzerebbe al diciannovesimo posto nelle liste mondiali stagionali dei 400 metri senza gli ostacoli. Chissà cosa potrebbe valere McLaughlin se corresse con più regolarità i 400 metri piani dove vanta un record personale di 50”07 realizzato nel 2018 a Gainesville. Nelle ultime stagioni McLaughlin ha migliorato anche il personale sui 100metri ostacoli con 12”65 e vanta record di 11”07 sui 100 metri e 22”39 sui 200 metri.

McLaughlin è cresciuta in una famiglia di sportivi. Il padre Willie è stato semifinalista ai Trials olimpici del 1984, mentre la madre Mary è stata una buona atleta a livello di high school. Terza di quattro fratelli, il maggiore Taylor vinse la medaglia d’argento ai Mondiali Under 20 sui 400 metri ostacoli di Bydgoszcz 2016, con la sorella Morgan e il minore Ryan che hanno praticato anche loro atletica a buoni livelli.

Sydney ha frequentato la Union Catholic Regional High School nel New Jersey, dove rivelò il suo straordinario talento diventando una delle migliori atlete di sempre a livello scolastico.

Vinse il titolo mondiale under 18 a Cali in Colombia nel 2015 e divenne la più giovane atleta statunitense a qualificarsi per le Olimpiadi nel 2016 grazie al terzo posto ai Trials olimpici statunitensi con il primato mondiale under 20 di 54”15. Nella sua prima partecipazione olimpica si qualificò per la semifinale a Rio de Janeiro nove giorni dopo il suo diciassettesimo compleanno.

Nel 2017 migliorò il record mondiale under 20 con 53”82 e corse una frazione di staffetta 4×400 con 49”85. Nel 2018 iniziò i suoi studi alla University del Kentucky e continuò a migliorarsi su diverse distanze correndo i 400 metri ostacoli con 52”75, i 400 metri outdoor in 50”07 e i 400 metri indoor in 50”36 e i 200 metri indoor in 22”68 a diciotto anni.

E’ diventata professionista alla fine del 2018 firmando un contratto con New Balance e ha conquistato il successo nelle tappe di Diamond League a Oslo, Montecarlo e nella Finale di Zurigo battendo Dalilah Muhammad. Ai Mondiali di Doha McLaughlin vinse l’argento in 52”23 alle spalle di Muhammad.

E’ allenata con la mitica Allyson Felix, che è sempre stata un punto di riferimento per la sua carriera, dal famoso coach Bob Kersee.

Sydney, che è una devota cristiana, lo scorso maggio ha sposato l’ex campione di football americano Andre Levrone Jr. Ha la passione per il basket e in passato ha dimostrato di avere del talento anche con la palla arancione a spicchi.

Le dichiarazioni di McLaughlin dopo l’impresa: “E’ irreale. Volevo provare a battere il mio record. Pensavo che abbattere il record del mondo fosse possibile. Dopo questa gara credo che sia realistico scendere sotto i 50 secondi. Penso che ci siano ancora margini di miglioramento. Il tempo è semplicemente straordinario. C’è qualcosa che si può limare. Non credo che sia stata una gara perfetta.

Lo sport corre sempre più veloce. Penso a quali record si possano ancora battere. Ho eseguito la gara nel modo in cui mi aveva suggerito il mio allenatore Bob Kersee. Sapevo che se mantenevo la cadenza giusta, potevo farcela ed è successo. Il livello dei 400 metri ostacoli sta certamente migliorando. Abbiamo un gruppo di atlete che sta spingendo il proprio fisico oltre i propri limiti e i tempi continueranno a migliorare.

Molti parlano di una possibile doppietta 100-400 metri ostacoli alle Olimpiadi di Parigi ma non ho ancora deciso. Non ho idea”.

Per finire il quadro di questo autentico e indiscutibile fenomeno va rilevata anche la sua incredibile calma mostrata dopo il sensazionale risultato e l’immagine di lei seduta sulla pista dopo l’arrivo, quasi senza apparente fatica.

Interessante anche quanto da lei dichiarato, qualche tempo fa, sul fatto che non segua assolutamente uno specifico regime alimentare.

“Sono la persona meno attenta dal punto di vista alimentare. A volte mangio cibo spazzatura la sera prima di una gara, poco prima o anche dopo essere scesa in pista. Ci sono volte in cui ho bisogno di cambiare le mie abitudini e di mangiare un’insalata. Adoro le caramelle gommose e non ci rinuncerei mai prima di una partenza”.

Sydney McLaughlin (foto Colombo/FIDAL

Pur finendo lontana da McLaughlin l’olandese Femke Bol ha conquistato la medaglia d’argento con uno straordinario 52”27 eguagliando il record stagionale realizzato lo scorso 30 Giugno nella tappa svedese della Diamond League di Stoccolma. Bol è salita ancora sul podio in una manifestazione globale dopo il bronzo alle Olimpiadi di Tokyo con 52”03 (primato europeo).

Femke Bol: “Ho corso contro le migliori al mondo. Sydney è semplicemente molto più forte. Aveva un vantaggio talmente grande, che incominciavo a dubitare se avevo corso una buona gara. Poi ho visto il tempo ed ero davvero felice di essermi piazzata seconda in questa gara straordinaria.

Gli Stati Uniti hanno piazzato quattro atlete ai primi cinque posti. La campionessa del mondo in carica Dalilah Muhammad ha vinto la medaglia di bronzo in 53”13 salendo per la quinta volta in carriera sul podio ai Mondiali dopo l’oro di Doha nel 2019, gli argenti nel 2013 e nel 2017 e il bronzo nel 2022. La campionessa NCAA Britton Wilson ha completato la top five classificandosi al quinto posto in 54”02.

Dalilah Muhammad: “Ho sensazioni contrastanti ad essere onesti. E’ fantastico vincere una medaglia ma sono arrivata ai Mondiali dopo essere sempre salita sul podio in questa manifestazione nonostante gli infortuni. Essendo una grande agonista, si vuole raggiungere risultati sempre più ambiziosi”.

Finale 400 metri femminili

La bahamense Shaunae Miller Uibo ha vinto il primo oro mondale outdoor della sua carriera sui 400 metri femminili, l’unico titolo che ancora mancava nella sua prestigiosa bacheca. Miller Uibo ha stabilito la migliore prestazione mondiale dell’anno con 49”11 battendo la dominicana Marileidy Paulino (argento con 49”60) e la rappresentante delle Barbados Sada Williams (49”75) in un podio tutto caraibico.

Shaunae Miller Uibo: “Ho dovuto aspettare molto tempo per vivere questo momento. L’obiettivo della stagione era la medaglia d’oro ai Mondiali. E’ l’unico titolo che mi mancava. Sono davvero orgogliosa di questa medaglia”.

Miller Uibo ha conquistato in passato due ori olimpici nel 2016 a Rio de Janeiro davanti a Allyson Felix e nel 2021 a Tokyo battendo Paulino, l’oro mondiale indoor a Belgrado nel Marzo 2022 davanti a Femke Bol. Ai Mondiali è salita sul podio vincendo due argenti sui 400 a Pechino 2015 e a Doha 2019, il bronzo sui 200m a Londra 2017, dove si è piazzata quarta sui 400 metri.

Con la terza medaglia ai Mondiali sul giro di pista Miller Uibo ha eguagliato il primato di podi in questa manifestazione detenuto da Allyson Felix, Ana Guevara, Jean Miles Clark e Lorraine Graham Fenton.

La bahamense è figlia di Mabelene, che lavora per la Federazione di atletica delle Bahamas, e di Shaun, allenatore di atletica che ha trasmesso alla figlia la passione per l’atletica quando era piccola.

Shauane ha un fratello minore Shaun, che si piazzò quinto nel salto in alto ai Mondiali Under 18 di Nairobi nel 2017 e vincitore ai Carifta Games dello stesso anno con 2.06m, e due sorelle chiamate Shauntaee e Schaunece.

Miller Uibo si è messa in luce da giovanissima vincendo i titoli mondiali sui 400 metri da under 20 a Moncton nel 2010 e under 18 a Lille nel 2011.

La caraibica si allena sulla pista di Clermont in Florida sotto la guida di coach Lance Brauman, che allena anche Noah Lyles. E’ sposata con il decatleta estone Maicel Uibo, conosciuto nel 2012 ai tempi dell’Università di Athens in Georgia. Nella finale di Eugene Shaunae si è esibita con un’acconciatura di capelli di colore verde. In ogni gara si presenta con parrucche di colore diverso. Ha la passione per la cioccolata, i film e le canzoni della cantante Jennifer Hudson. Un importante aspetto della sua vita è la fede religiosa.

Il prossimo obiettivo di Miller Uibo é vincere il terzo oro alle Olimpiadi, anche se potrebbe puntare sui 200 metri.

Le parole di Mille Uibo: “Non correrò più i 400 metri nelle grandi manifestazioni di campionati. L’obiettivo è disputare le Olimpiadi di Parigi sui 200 metri, il mio primo amore“.

Marileidy Paulino ha ripetuto l’argento dell’anno scorso alle Olimpiadi di Tokyo, quando si piazzò al secondo posto in 49”60 sempre alle spalle di Miller Uibo. Con questa medaglia Paulino ha coronato un mondiale davvero memorabile per la Repubblica Dominicana, che in apertura di questa manifestazione ha vinto l’oro nella staffetta 4×400 mista.

Paulino si era presentata a questi Mondiali con un personale stagionale di 49”49 realizzato a La Nucia in Spagna. Sempre nella finale iridata di Eugene l’altra dominicana Fiordaliza Cofil si è piazzata al quinto posto in 50”57.

Marileidy Paulino: “E’ un privilegio rappresentare il mio paese e portarlo ai massimi livelli. La Repubblica Dominicana è un paese emergente con cui bisogna fare i conti. Fiordaliza Cofil ha corso molto bene. E’ un grande risultato. L’anno scorso ero da sola. Ora si è aggiunta una compagna di squadra.

Sada Williams é diventata la prima donna delle Barbados a raggiungere una finale mondiale sui 400 metri. Prima di questi mondiali il paese caraibico aveva vinto solo una medaglia in occasione del bronzo di Ryan Brathwaite sui 110 metri ostacoli a Berlino nel 2009. L’anno scorso Williams ha gareggiato in Italia classificandosi prima a Trieste e seconda a Lignano Sabbiadoro. Si è piazzata al terzo posto nella finale della Diamond League di Zurigo.

Sada Williams: “E’ una sensazione straordinaria. Sono molto felice della mia prestazione e del record nazionale. E’ stata una grande esperienza. Non voglio guardare i messaggi sul telefonino, ma posso semplicemente immaginare quanto tutti siano contenti.”

L’olandese Lieke Klaver si é piazzata al quarto posto in 50”33 dopo i due primati realizzati in batteria (50”24) e in semifinale (50”18). La giamaicana Stephanie Ann McPherson ha concluso quinta con 50”36 dopo il quarto posto alle Olimpiadi di Tokyo.

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400 metri maschili

Il californiano Michael Norman ha vinto finalmente il primo titolo mondiale della sua carriera sui 400 metri in 44”29 battendo il campione olimpico di Londra 2012 Kirani James con un grande finale negli ultimi 80 metri. Norman è diventato il primo statunitense a vincere il titolo mondiale sul giro di pista dall’edizione di Mosca 2013 quando si impose Lashawn Merritt.

Dopo la finale Norman ha ricevuto l’abbraccio dell’inseparabile amico Raj Benjamin, con cui ha condiviso gli allenamenti sotto la guida del campione olimpico di Barcellona 1992 Quincy Watts fin dai tempi delle gare universitarie con la maglia giallorossa del team di atletica dei Trojans della University of Southern California diretta da Carryl Gilbert Smith.

Michael è nato a San Diego in California il 3 Dicembre 1997 da una famiglia di ex atleti. Ha ereditato la passione per l’atletica dalla madre Nobue, velocista giapponese a livello universitario, e dal padre Mike di origini afro-americane. Michael si rivelò nel 2016 vincendo il titolo mondiale under 20 sui 200 metri in 20”17.

Durante la stagione 2018 realizzò il record mondiale indoor sui 400 metri con 44”52 ai Campionati NCAA Indoor. Scese per la prima volta al di sotto del muro dei 44 secondi correndo in 43”61 nelle Finali NCAA di Eugene nel 2018. E’ uno dei tre sprinter ad essere scesi sotto i 10 secondi sui 100 metri (9”86), sotto i 20 secondi sui 200 metri (19”70) e sotto i 44 secondi sui 400 metri (43”45 quarto miglior crono di sempre).

Michael Norman: “E’ stata una sensazione straordinaria scendere in pista davanti al pubblico di casa e vincere la medaglia d’oro. Voglio ringraziare tutti coloro che mi hanno sostenuto in tutta la mia carriera. Sono tornato ai principi base dell’allenamento insieme al mio allenatore Quincy Watts. L’anno scorso non ho avuto una buona stagione e ho avuto bisogno di molto lavoro per raggiungere questo livello.”

Kirani James ha vinto l’argento in 44”48 completando la collezione di medaglie ai Mondiali dopo l’oro di Daegu 2011 e il bronzo di Pechino 2015. Il grenadino è riuscito a fare un en-plein simile anche a livello olimpico (oro a Londra 2012, argento a Rio 2016 e bronzo a Tokyo 2021).

Il britannico Matthew Hudson Smith ha vinto la medaglia di bronzo in 44”66 diventando il primo atleta del suo paese a vincere una medaglia sui 400 metri ai Mondiali dai tempi di Roger Black a Tokyo nel 1991. Ha resistito ancora il record europeo del tedesco Thomas Schoenlebe di 44”33 stabilito ai Mondiali di Roma del 1987.

Matthew Hudson Smith: “Ero pronto a vincere una medaglia e l’ho vinta. E’ quello che conta. Nel 2017 ero vicino a smettere un anno dopo l’ottavo posto alle Olimpiadi di Rio ma mia madre mi convinse a continuare. Ho lasciato Wolverhampton per andare ad allenarmi negli Stati Uniti”.

Il secondo classificato dei Campionati statunitensi Champion Allison si è piazzato al quarto posto in 44”77 davanti al primatista mondiale Wayde Van Niekerk, che è tornato ad esprimersi su buoni livelli in una grande rassegna globale piazzandosi al quinto posto con 44”97.

Wayde Van Niekerk: “Spero di poter tornare sul podio la prossima volta”.

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Lancio del giavellotto femminile

L’australiana Kelsey Lee Barber é diventata la prima donna in grado di vincere due medaglie mondiali consecutive nel giavellotto. Lee Barber ha conquistato la medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Tokyo dell’anno scorso.

La lanciatrice aussie ha stabilito la migliore prestazione mondiale dell’anno con 66.91m al terzo tentativo.

Kelsey Lee Barber: “Mi sto godendo questo grande momento. Ho vissuto giò quest’esperienza ai Mondiali del 2019 di Doha. È un mondo di emozioni. Sto consolidando il mio posto tra le migliori lanciatrici del mondo e voglio proseguire su questa strada.

La trentaseienne statunitense Kara Winger ha rimontato tre posizioni passando dal quinto al secondo posto grazie ad un lancio da 64.05m realizzato al sesto tentativo. Winger ha preso parte a quattro edizioni delle Olimpiadi e a sei Campionati del Mondo.

Kara Winger: “Ho avuto molto sostegno da parte del pubblico. Sognavo da tempo di vincere una medaglia in casa a Hayward Field. Sono ancora incredula per quello che è successo”.

La giapponese Haruka Kitaguchi ha vinto la medaglia di bronzo con un lancio da 63.27m al sesto tentativo. Kitaguchi si è imposta nella gara di Diamond League di Parigi dello scorso Giugno.

Haruka Kitaguchi: “Ho fatto la storia. Il mio obiettivo era raggiungere una posizione tra le prime otto. Non pensavo alla medaglia prima della gara”.

La campionessa olimpica Lyu Shiying si è piazzata al quarto posto con 63.25m precedendo di tre centimetri l’altra australiana Mackenzie Little (63.22m).

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35 km di marcia femminile

Prima di questi mondiali il Perù non aveva mai vinto medaglie in questa rassegna. Nel giro di una settimana ne ha vinte due con Kimberly Garcia Leon, che ha trionfato nella 35 km di marcia pochi giorni dopo il trionfo nella 20 km.

Garcia ha emulato la doppietta del grande Robert Korzeniowski, che conquistò due ori nella 20 km e nella 50 km a Sydney 2000.

La sudamericana ha stabiilto il primato sudamericano con 2h39’16”. Con questa prestazione ha migliorato il personale di quattro minuti.

Katarzyna Zdzieblo ha tagliato il traguardo in seconda posizione con 2h40’03. La polacca è cresciuta nella scuola di marcia fondata da Korzeniwski. La cinese Qieyang Shije (seguita da Sandro Damilano) ha conquistato il bronzo con 2h40’37”

La greca Antigoni Ntrismpioti si è classificata quarta con il record nazionale di 2h41’58 battendo le spagnole Raquel Gonzales (2h42’27) e Laura Garcia Caro (2h42’45”).

Garcia é allenata dall’ecuadoregno Andreas Chocho, che gareggerà nella 35 km di Domenica.

Kimberly Garcia: “Ho sempre sognato di fare uno sport del quale sono appassionata- Pratico la marcia all’età di cinque anni. Dopo la vittoria nella 20 km, ho cercato di mangiare bene e di prepararmi al meglio nella 35 km. Mi sono allenata bene per finire forte negli ultimi chilometri. Non vedo l’ora di festeggiare questa medaglia con la mia famiglia”.

Qualificazioni del salto con l’asta maschile

Armand Mondo Duplantis si è qualificato senza problemi superando 5.65m e 5.75m sempre al primo tentativo. Gli unici a superare sempre tutte le misure al primo tentativo sono stati lo statunitense Chris Nilsen e il tedesco Oleg Zernikel.

Il brasilano Thiago Braz ha superato con fatica 5.65m al terzo tentativo ha centrato la qualificazione superano 5.75m alla terza prova. Renaud Lavillenie è stato l’unico francese a qualificarsi superando 5.75m al secondo tentativo. In finale ci sono anche Ernest Obiena, Ben Broeders, Pal Haugen Lillefossse, Bo Kanda Lita Baehre, Sondre Gutormsen, Meno Vloon e Ersu Sasma.

Armand Duplantis: “Sarebbe bello se riuscissi a realizzare una grande misura, ma la cosa più importante è vincere la medaglia d’oro. Sono riuscito a risparmiare energie in vista della finale. Mi sento bene. Non posso lamentarmi e sono pronto per la finale.”

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