Il riassunto completo della quinta giornata di Eugene

L'approfondimento dettagliato con le dichiarazioni dei principali protagonisti

Il brasiliano Alison Dos Santos ha vinto la sua prima medaglia d’oro ai Mondiali sui 400 metri ostacoli stabilendo il primato dei Campionati con lo straordinario tempo di 46”29, terzo crono mondiale di sempre, record sudamericano e miglior tempo su suolo statunitense.

Dos Santos aveva stabilito il precedente record personale di 46”72 in occasione della medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Tokyo alle spalle di Karsten Warholm e di Raj Benjamin.

Dos Santos salì sulla ribalta nel 2018 quando vinse la medaglia di bronzo ai Mondiali under 20 di Tampere. Nel 2019 vinse la medaglia d’oro alle Universiadi di Napoli e si piazzò al settimo posto ai Mondiali di Doha con il primato sudamericano under 20 di 48”28. A soli 10 mesi è rimasto vittima di un incidente domestico che gli ha causato ustioni di terzo grado sul volto.

L’ostacolista brasiliano ha vinto quattro gare consecutive di Diamond League nel 2022 a Doha (47”24), Eugene (47”23), Oslo (47”26) e Stoccolma con lo straordinario tempo di 46”80, crono più veloce al mondo nel 2022.

Alison Dos Santos: “Sono davvero felice. L’energia che mi ha trasmesso il pubblico è stata straordinaria. Ho sentito l’amore del pubblico. Il pubblico mi ha abbracciato. E’ davvero fantastico vincere il titolo mondiale su questa pista. Penso di poter correre ancora più velocemente. Non penso che sia mai possibile correre una gara perfetta. Cercherò sempre di trovare delle strade per migliorare”.

Il vice campione olimpico Raj Benjamin ha vinto la terza medaglia d’argento consecutiva in una grande rassegna di campionato realizzando la terza migliore prestazione della sua carriera. Benjamin ha corso più velocemente soltanto alle Olimpiadi di Tokyo con 46”17 e ai Trials olimpici dell’anno scorso con 46”83.

Benjamin si mise in luce nel 2018 quando vinse il titolo NCAA a Eugene in 47”02 eguagliando il tempo con il quale il grande Edwin Moses realizzò il primato mondiale a Coblenza nel 1983.

Benjamin ha fatto parte del celebre team di atletica dei Trojans della University of Southern California e si allena con l’amico Michael Norman sotto la guida di Quincy Watts, campione olimpico sui 400 metri a Barcellona nel 1992. Raj vanta personali di 10”03 sui 100 metri, di 19”99 sui 200 metri, di 44”31 sui 400 metri. Suo padre è stato un campione di cricket.

Raj Benjamin: “La mia stagione è stata difficile a causa del covid e di un infortunio alla coscia, ma ho dato tutto quello che avevo. Sono contento della medaglia d’argento. Ho tagliato il passo su alcuni ostacoli e la gara è andata a farsi benedire. Quando ho sentito il tifo del pubblico, ho corso il più forte possibile per conquistare il secondo posto”.

Trevor Bassitt (vice campione mondiale indoor sui 400 metri a Belgrado lo scorso Marzo) ha conquistato la medaglia di bronzo con il personale di 47”39 precedendo di due centesimi di secondo il francese Wilfried Happio, che non è salito sul podio con 47”41, un tempo più veloce rispetto alla prestazione che permise a Karsten Warholm di vincere a Doha nel 2019.

La prestazione realizzata dall’ostacolista dall’ostacolista francese sarebbe stata sufficiente per vincere la medaglia d’oro in quattordici delle diciassette edizioni dei Mondiali. Happio vinse il titolo europeo under 20 a Grosseto nel 2017 precedendo Alessandro Sibilio.

Trevor Bassitt: “Battere il record personale sul più grande palcoscenico e vincere la medaglia di bronzo, è tutto quello che potevo chiedere. La medaglia è una soddisfazione incredibile. A volte bisogna andare davvero forte ed è ciò che è successo oggi. Non molte persone possono dire di aver vinto una medaglia alla prima partecipazione ai Mondiali”.

Il campione olimpico e primatista mondiale Karsten Warholm si è piazzato al settimo posto in 48”42 dopo essere inciampato sull’ottavo ostacolo.

Karsten Warholm: “E’ stata una gara molto difficile. Ho avuto un infortunio ma per me è importante combattere e dare tutto in pista. Spero di poter essere orgoglioso di averci provato ripensando a questa gara, anche se avrei preferito vincere una medaglia”.

Lancio del disco maschile

Lo sloveno Kristjan Ceh ha vinto la medaglia d’oro iridata nel lancio del disco maschile stabilendo il record dei campionati con l’eccellente misura di 71.13m.

Il due volte campione europeo under 23 è arrivato a 14 cm dal primato personale stabilito in occasione della vittoria nella tappa della Diamond di Birmingham con 71.27m (decima migliore prestazione mondiale di sempre). E’ il secondo atleta sloveno a vincere un titolo mondiale dopo il martellista Primoz Kozmus.

Ceh ha vinto 13 delle 14 gare disputare in questa stagione e ha lanciato il disco tre volte oltre la barriera dei 70 metri in questa stagione.

Kristian Ceh: “Sapevo di avere l’abilità di realizzare un grande lancio, ma è una grande manifestazione di campionato. L’obiettivo era vincere la medaglia d’oro, ma il momento migliore è stato il lancio oltre i 71 metri. Era una pedana veloce ma tutti erano nelle stesse condizioni. Bisogna credere in se stessi. Abbiamo abbastanza tempo per preparare gli Europei di Monaco di Baviera. Voglio essere il migliore anche lì”.

Ceh é allenato dal grande discobolo estone Gerd Kanter, campione mondiale e olimpico e detentore della terza migliore prestazione mondiale di sempre.

Ceh studia ingegneria e ha una somiglianza con il personaggio di Superman Clark Kent. E’ diventato uno degli sportivi sloveni più popolari insieme al cestista NBA Luca Doncic e ai ciclisti Tadej Pogacar e Primoz Roglic in un paese di soli 2 milioni di abitanti che continua a sfornare campioni in tanti sport.

Andrius Gudzius è andato in testa con un lancio da 67.31m superando il diciannovenne Mykolas Alekna, che aveva aperto la gara con 66.59m.

Ceh ha preso la testa della gara con 69.02m al secondo tentativo. Mykolas Alekna, figlio del due volte campione mondiale e olimpico Virgiliius Alekna, si è migliorato con un lancio da 67.87.

La gara ha vissuto il suo momento decisivo al terzo tentativo quando Ceh ha realizzato il lancio della vittoria da 71.13m migliorando il record dei campionati detenuto da Virgilius Alekna con 70.17m dall’edizione di Helsinki 2005.

Alekna e Gudzius si sono migliorati realizzando 69.27m e 67.55m aggiudicandosi la gara al secondo e al terzo posto con 69.27m e 67.55m.

Lo svedese Daniel Stahl ha realizzato 67.10m al quarto tentativo ma ha dovuto accontentarsi del quarto posto davanti al connazionale Simon Petterson (67.00m), all’australiano Matthew Denny (66.47m) e al romeno Alin Firfirica (65.57m). Alex Rose ha raggiunto il miglior risultato di sempre ai Mondiali per le Samoa con 65.57m.

Salto in alto femminile

L’Italia ha vinto la prima medaglia di questa edizione dei Mondiali grazie alla splendida medaglia di bronzo di Elena Vallortigara con 2.00m, secondo miglior risultato della sua carriera dopo il 2.02m realizzato al meeting di Londra nel 2018.

L’australiana Eleanor Patterson ha conquistato la medaglia d’oro superando 2.02m al primo tentativo. Patterson ha eguagliato il record dell’Oceania detenuto da Nicola Olyslagers McDermott.

Patterson si allena con il coach Alex Stewart nel gruppo che comprende Brandon Starc e Marco Fassinotti, che è fidanzato con la neo campionessa del mondo.

Eleanor Patterson: “Sapevo di poter realizzare una grande prestazione. Non ho gareggiato molto quest’estate a causa di un infortunio. Sono commossa. Non riesco a crederci di aver battuto atlete così forti. Il mio ragazzo è italiano. Capisco la lingua italiana ma non riesco ancora a parlarla”.

La campionessa mondiale Yaroslava Mahuchik ha vinto la medaglia d’argento con un salto da 2.02m realizzato al secondo tentativo.

Elena Vallortigara ha vinto la medaglia di bronzo superando tutte le misure (1.84m, 1.89m, 1.93m, 1.96m, 1.98m e 2.00m) sempre al primo tentativo. L’ucraina Iryna Geraschenko si è piazzata al quarto posto con un salto da 2.00m riuscito al secondo tentativo.

La simpatica australiana Nicola Olyslagers ha centrato tutte le misure fino a 1.96m al primo tentativo ma ha commesso tre errori a 1.98m chiudendo al quinto posto. Anche l’uzbeka Safina Sadullayeva e la diciassettenne estone Karmen Bruus hanno valicato l’asticella alla quota di 1.96m ma con più errori rispetto a Olyslagers. Bruss ha realizzato con questa misura il primato mondiale under 18.

Patterson ha centrato la quota di 2.02m alla prima prova, mentre Mahuchik ha avuto bisogno di due tentativi per superare questa misura. Vallortigara e Gerashchenko hanno commesso tre errori a questa misura chiudendo rispettivamente al terzo e al quarto posto.

La vicentina di Schio ha festeggiato la terza medaglia iridata dopo i bronzi ai Mondiali Under 18 di Ostrava nel 2007 e ai Mondiali Under 20 di Moncton nel 2010. È diventata la seconda saltatrice italiana a vincere una medaglia ai Mondiali outdoor dopo la grande Antonietta Di Martino, che vinse due bronzi a Berlino 2009 e a Daegu 2011.

Elena Vallortigara: “E’ un sogno che si avvera. Non ho ancora realizzato. Ho desiderato questa medaglia da tanto tempo. Questa medaglia vale una carriera. Sono orgogliosa per me e il mio allenatore Stefano Giardi e tutto il lavoro che abbiamo svolto per raggiungere questo obiettivo.

Quando ho saltato 2.00m, ho capito che qualcosa di fantastico potesse succedere. Ho sognato persino una medaglia di un colore diverso. Ho pensato di poter attaccare il record italiano.

Finale 1500 metri maschili

Lo scozzese Jake Wightman ha vinto a sorpresa la medaglia d’oro sui 1500 metri maschili 39 anni dopo la vittoria del connazionale Steve Cram nell’edizione inaugurale di Helsinki 1983.

Wightman ha migliorato il record personale con un eccellente 3’29”23 precedendo il campione olimpico Jakob Ingebrigtsen e lo spagnolo Mohamed Katir, che sono scesi a loro volta sotto i 3’30” correndo in 3’29”47 e in 3’29”90 in una gara di altissimi contenuti tecnici.

Lo spagnolo Mario Garcia (vice campione europeo under 23 e secondo classificato ai Campionati NCAA) si è piazzato al quarto posto con il record personale di 3’30”20 (il miglior risultato di sempre per un atleta dei college americani) davanti al bronzo olimpico Josh Kerr (3’30”60), a Timothy Cheruiyot (3’30”69) e a Abel Kipsang (3’31”21).

Wightman ha riscattato la delusione per il decimo posto nella finale olimpica di Tokyo dei 1500 metri. Il ventottenne di Edimburgo è allenato dal padre Geoff Wightman, che lavora come speaker ai Mondiali di Eugene e a molte delle più grandi manifestazioni di atletica in Gran Bretagna e stava commentando emozionato la gara del titolo mondiale del figlio. La madre Susan è stata una maratoneta e ha partecipato alle Olimpiadi di Seul 1988.

Wightman é secondo nelle liste britanniche di sempre dietro a Mo Farah ma davanti ai tre big del mezzofondo britannico Sebastian Coe, Steve Ovett e Steve Cram. Si mise in luce per la prima volta nel 2013 quando vinse il titolo europeo under 20 a Rieti. Prima della finale di Eugene i migliori risultati della sua carriera erano le medaglie di bronzo ai Giochi del Commonwealth di Gold Coast e agli Europei di Berlino nel 2018. Aveva un personale di 3’29”47 realizzato a Montecarlo nel 2020.

Jack Wightman: “Probabilmente realizzerò di aver vinto soltanto quando mi sarò ritirato. Ho avuto un anno pieno di delusioni nel 2021. Non penso che la gente realizzerà quanto sia stato devastante il decimo posto alle Olimpiadi. Ho ventotto anni. Non so quante opportunità avrò in futuro. Spero che possano esserci nuovi traguardi come questo. E’ stato importante aver raggiunto una pietra miliare. Qualunque cosa succederà, sarò sempre il campione del mondo.”

Semifinali 200 metri maschili

Gli sprinter statunitensi hanno stabilito i tre migliori tempi delle semifinali. Il campione mondiale Noah Lyles ha corso il più veloce con 19”62 (suo terzo crono stagionale sotto in 19”70) nella prima sbattendo il vice campione olimpico Kenneth Bednarek, che ha ha migliorato il personale stagionale con 19”84.

Noah Lyles: “Il mio allenatore mi ha detto di tirare fuori la bestia che è in me”.

Il fenomenale diciottenne Erryon Knighton ha dominato la terza semifinale in 19”77. Il canadese Aaron Brown ha battuto Filippo Tortu per tre soli millesimi di secondo con 20”10 aggiudicandosi il secondo posto che lo qualifica per la finale.

Tortu esce in semifinale a testa alta con un personale migliorato di 1 centesimo di secondo. In carriera il campione olimpico della staffetta 4×100 aveva realizzato 20”11 a Nairobi lo scorso anno. Tortu è stato il migliore degli sprinter europei davanti al britannico Nethaneel Mitchell Blake.

Filippo Tortu: “A Doha ero entrato in finale sui 100 metri per un solo millesimo di secondo. A Tokyo abbiamo vinto di un centesimo di secondo. Oggi ho pagato il conto. Per la staffetta pesa l’assenza di Marcell Jacobs, ma ci faremo trovare pronti. Un pensiero va a Vanni Loriga. Ho saputo della sua morte in mattinata. E’ stato uno dei più grandi giornalisti italiani di atletica. Era venuto a seguire il mio esame di maturità ed ero molto legato a lui”.

Alexander Ogando della Repubblica Dominicana ha migliorato il record nazionale nella seconda batteria con 19”91 precedendo di un centesimo di secondo Joseph Fahnbulleh.

Fred Kerley é stato frenato dai crampi ed è stato eliminato con 20”68.

Fred Kerley: “Sono stato colpito dai crampi. Fa parte del gioco. Penso già alle prossime gare”.

Semifinali 200 metri femminili

Shericka Jackson ha fatto registrare il miglior crono delle semifinali con uno straordinario 21”67 battendo la sprinter del Niger Aminatu Seyni (22”04). Mujinga Kambundji ha raggiunto la seconda finale di questi Mondiali battendo di nuovo il record svizzero con 22”05.

Shericka Jackson: “Mi sento in forma. Questo risultato non è una sorpresa. Voglio rifarmi della delusione dell’anno scorso alle Olimpiadi di Toky quando fui eliminata in batteria sui 200 metri.

La cinque volte campionessa mondiale dei 100 metri Shelly Ann Fraser Pryce ha migliorato il personale stagionale con 21”82 battendo la campionessa statunitense e NCAA Abby Steiner, che si è qualificata per la sua prima finale iridata. La sarda di Quartu Sant’Elena Dalia Kaddari si è confermata sotto i 23 secondi con 22”83 dopo aver corso in 22”75 in batteria.

Dalia Kaddari: “Correre contro Fraser Pryce mi ha dato molta spinta. Non sono pienamente soddisfatta del mio 23”86, ma l’esperienza è stata bellissima.

La statunitense Tamara Clarke ha vinto una semifinale combattuta in 21”95 precedendo Dina Asher Smith (21”96) e Elaine Thompson Herah (21”97)

Batterie 400 metri ostacoli femminili

La primatista mondiale Sydney McLaughlin ha vinto agevolmente la prima batteria in 53”95 sulla pista dove ha stabilito il record del mondo con 51”41 ai Campionati statunitensi.

Sydney McLaughlin: “Ho semplicemente controllato per arrivare pronta per la semifinale. L’atmosfera è stata fantastica. Correre in ottava corsia non è l’ideale, ma dovevo semplicemente fare quello che serviva”

Femke Bol ha corso più velocemente vincendo la sua batteria in 53”90.

Tutte le tre ostacoliste azzurre si sono qualificate per la semifinale. Ayomide Folorunso ha corso il sesto miglior tempo assoluto con 54”69 avvicinando di 15 centesimi il record italiano di Yadis Pedroso. L’atleta allenata da Maurizio Pratizzoli si è piazzata seconda alle spalle della campionessa NCAA Britton Wilson (54”54).

Rebecca Sartori ha corso il diciannovesimo miglior tempo delle ammesse alla semifinale con 55”72. Linda Olivieri si è qualificata con l’ultimo tempo di ripescaggio con 56”09.

La giamaicana Janieve Russell si è imposta nella seconda semifinale con 54”42 battendo Shamier Little (54”77). Dalilah Muhammad è tornata a buoni livelli dopo l’infortunio vincendo la quarta batteria in 54”45.

Ci sono ben nove atlete comprese tra 54”45 e 54”95.

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