Alessia Trost ha compiuto l’8 marzo scorso 30 anni, esattamente 10 anni e qualche settimana dopo quel 28 gennaio 2013 quando, nel corso del meeting internazionale di Trinec nella Repubblica Ceca, valicò l’asticella alla misura di 2 metri che rappresenta la soglia di eccellenza per qualsiasi saltatrice in alto.

L’atleta di Pordenone non aveva allora ancora compiuto vent’anni e vantava già un grande palmares tra cui due titoli mondiali, uno allieve nel 2009 a Bressanone e uno juniores nel 2012 a Barcellona, oltre a tanti titoli italiani e affermazioni nelle più svariate manifestazioni giovanili.

Sempre nel 2013, ricordiamo che Alessia stabilì il suo personale all’aperto, vincendo con 1.98 i campionati europei under 23 a Tampere per poi, dopo un 2014 transitorio, conquistare nel 2015 un ottimo argento agli europei indoor di Praga saltando 1.97, rivincere gli Europei under 23 ma dovendo in estate, per un problema al tendine, rinunciare ai mondiali di Pechino.

Nel 2016 non riuscì ad andare oltre 1,94 ma ottenne, in ogni caso, un eccellente quinto posto nella finale Olimpica di Rio e poi, l’ultimo podio in ordine è stato nel 2018 con il bronzo conquistato ai mondiali indoor di Birmingham con 1,93.

Una carriera certamente di alto profilo con tante partecipazioni, oltre a quelle citate, alle massime competizioni internazionali, in una specialità estremamente tecnica e selettiva dove, la difficoltà di superare un’asticella molto alta con tutto il proprio corpo, richiede anche una perfetta capacità di concentrazione per poter aver stampato perfettamente, nella mente, ogni singolo movimento che deve essere effettuato dal momento della rincorsa a quello dello stacco, per chiudere poi con quello fondamentale del valicamento.

Alla fine del 2019 poi, pur in un momento abbastanza positivo della sua carriera, ha deciso di dare una svolta cambiando guida tecnica, in quanto sentiva evidentemente di dover trovare nuovi stimoli per tornare ad avvicinare i 2 metri, e provare ad affrontare la sua seconda Olimpiade in Giappone, del 2020, con ambizioni ben precise di un podio che il suo talento le avrebbe certamente consentito

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Ma quel che è successo dalla fine di febbraio di quello che avrebbe dovuto essere l’anno olimpico ufficiale, è ben noto, con l’esplosione della pandemia mondiale che ha fatto rinviare all’anno seguente i giochi a cinque cerchi, reso quella stagione agonistica particolarmente limitata e creato problemi, più o meno grandi, a tanti atleti che hanno dovuto per svariati motivi sospendere addirittura la preparazione agonistica nel lungo periodo di quasi due mesi del lockdown totale.

Ad Alessia, in quei mesi tra marzo e maggio del 2020, è capitata la peggior sorte di ritrovarsi isolata in una città non sua dove si era trasferita da poco, con la conseguenza inevitabile di una non soddisfacente resa agonistica nelle gare della sia pur breve stagione agonistica, e la perdita di quella necessaria fiducia che non le ha impedito, in ogni caso, l’anno successivo di qualificarsi per le Olimpiadi rinviate, dove però non è riuscita a soddisfare le sue aspettative della vigilia rimanendo poi esclusa dalla finale nelle qualificazioni.

Dopo l’esperienza giapponese, per Alessia un’altra svolta legata principalmente al desiderio di coniugare al meglio la sua vita da atleta con quella sentimentale, e il trasferimento a Berlino alla fine del 2021 ma purtroppo per lei, la stagione seguente è stata la più difficile della sua carriera con una serie di problemi di vario genere che ne hanno minato profondamente il morale oltre che, ovviamente, il fisico e portata a pensare che fosse giunto per lei il momento di abbandonare quello sport che aveva sempre tanto amato.

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Ma cosi non è stato e la passione, la determinazione e il coraggio di Alessia sono stati più forti di ogni altra cosa, anche grazie all’aiuto del suo Gruppo Sportivo delle Fiamme Gialle che non ha mai smesso di credere in lei e allora, alla fine dell’anno scorso un altro cambiamento, certamente sofferto da un punto di vista personale perché l’ha costretta a lasciare Berlino dove viveva con il suo fidanzato di una vita, ma necessario per risolvere tutti i problemi fisici patiti e ricominciare veramente a volare e sognare in grande, ma lasciamo alle sue stesse parole, che abbiamo estrapolato da una lunga chiacchierata fatta con lei, la sintesi di quanto accaduto dall’inizio del 2022 ad oggi.

Non ho avuto un vero e proprio infortunio, ma sono stata assalita da tutta una serie di problemi muscolari e articolari di vario genere che hanno colpito in particolare la mia schiena, impedendomi di compiere spesso con naturalezza anche le più normali azioni quotidiane, figuriamoci poi riuscire ad allenarmi con la necessaria continuità per cui, a giugno dell’anno scorso, in accordo con la Federazione ho deciso di fermarmi per cercare di capire realmente cosa stesse succedendo al mio corpo e alla mia testa e, dopo un po’, ho maturato la decisione di abbandonare l’atletica perché mi sono convinta che non ce l’avrei mai più fatta a riprendere.”

In maniera molto opportuna tutte le persone che gli stavano vicino non hanno inizialmente forzato questa sua decisione ma poi, a settembre, la Federazione stessa le ha consigliato un periodo di riabilitazione all’Acquacetosa, a Roma, dove gradualmente ha trovato una rinnovata fiducia, accresciuta ulteriormente dal progetto propostole dalle Fiamme Gialle di trasferirsi presso il bellissimo impianto del Centro Sportivo Castelporziano di Ostia, dove sarebbe stata seguita da un pool di tecnici composto da Fabrizio Donato, Andrea Matarazzo e Manuel Margesin.

Sono molto felice di aver preso questa decisione e adesso posso dire di stare molto bene, anche se è stata molto dura da tutti i punti di vista a cominciare ovviamente da quello di ritornare ad avere il giusto fisico da atleta perché, i mesi di totale inattività si sentivano, ma adesso mi sento pronta e smaniosa di ricominciare con la stagione all’aperto ormai alle porte. Sono seguita da tre grandi professionisti che contribuiscono, entrambi, con la loro esperienza specifica a trasmettermi consigli e stimoli di ogni genere“.

Sul suo futuro infine Alessia ha le idee molto chiare senza alcuna esitazione.

L’obiettivo sono certamente i mondiali di Budapest e per qualificarmi dovrò fare molte gare per il ranking ma non vedo l’ora di rimettermi in gioco“.

Per la cronaca il minimo per Budapest è fissato a 1,97 ma potrebbe bastare anche di meno a patto di piazzarsi bene nelle tante gare a diposizione offerte dal ricco calendario internazionale.

Facendo ad Alessia il più grande in bocca al lupo per le sue prossime imminenti sfide, ci piace ricordarla anche con il suo salto più bello di 10 anni fa.

Trinec (Repubblica Ceca): 28 gennaio 2013

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