Tamirat Tola ha iscritto il suo nome nel prestigioso albo d’oro della TCS New York Marathon in 2h04’58 migliorando di otto secondi il precedente primato del difficile percorso dal Ponte di Verrazzano a Central Park detenuto dal keniano Geoffrey Mutai dall’edizione del 2011 con 2h05’06, alla fine di una gara maschile partita ad un ritmo non particolarmente veloce e risoltasi con l’arrivo in solitaria dell’atleta etiope.

Il gruppo di testa é transitato al 5° km in 15’28 e al 10° km in 30’36 e, dopo un cambio di ritmo sono rimasti in sei, Tola, Jemal Yimer Mekkonnen, Shura Kitata, Albert Korir, Abdi Nageeye e Zouhair Talbi con Kitata che stato staccato al passaggio del 20 km, per cui il quintetto di testa è transitato al 21° km in 1h02’45”, a soli 24 secondi dal passaggio del record percorso di Geoffrey Mutai.

Tola, Jimer (quarto ai Mondiali di mezza maratona di Riga 2023) e Albert Korir (vincitore alla Maratona di New York nel 2021) hanno prodotto un’accelerazione coprendo la frazione tra il 20° e il 25° km in 14’41, ma poi Tola e Yimer si sono avvantaggiati nei confronti di Korir e, al 30° km erano in vantaggio rispetto alla tabella di marcia per battere il primato del percorso con 1h28’22.

Tola ha quindi aumentato il ritmo prendendo un vantaggio di sei secondi nei confronti di Yimer al 31° km mentre Korir era in terza posizione con 45 secondi di ritardo nei confronti di Yimer,  e al passaggio del 35° km in 1h42’51 ha aumentato ulteriormente il ritmo portando il suo vantaggio a 33 secondi su Yimer, che è scivolato in quarta posizione, superato da Korir e Kitata al 40° km, con il battistrada transitato in 1h58’08 con due minuti di vantaggio nei confronti di Korir e quattro minuti su Yimer.

Tola, che ha vinto la medaglia di bronzo sui 10000 metri alle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016, l’argento sulla maratona ai Mondiali di Londra 2017 e si è laureato campione del mondo di maratona a Eugene 2022, ha ottenuto a New York la prima affermazione della sua carriera in una World Marathon Major dopo i quarti posti sempre nella Maratona della Grande Mela nel 2018 (2h08’30”) e nel 2019 (2h09’20”), i terzi posti a Tokyo nel 2022 in 2h04’14” e a Londra nel 2023 in 2h04’59”.

A livello cronometrico ha stabilito il record personale di 2h03’39” ad Amsterdam nel 2021. La vittoria di New York riscatta la delusione per il ritiro nella gara dei Mondiali di Budapest quando mancavano pochi chilometri alla fine e, dolo il traguardo, ha ricevuto l’abbraccio del suo manager italiano Gianni Demadonna, secondo a New York nel 1987 nell’era dei grandi successi azzurri nella classica statunitense.

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Tamirat Tola: “Sono molto felice per aver vinto la Maratona di New York alla mia terza partecipazione dopo due quarti posti. E’ la mia prima vittoria in una World Marathon Major. E’ un traguardo molto importante per me. Ero partito con l’obiettivo di vincere e non ho pensato di correre per battere il record del percorso”.

Albert Korir ha tagliato il traguardo in 2h06’57” migliorando il record personale di 2h08’03”. Shura Kitata, vincitore alla Maratona di Londra nel 2020, ha completato il podio classificandosi al terzo posto in 2h07’11”. L’olandese Abdi Nageeye, vice campione olimpico a Tokyo 2021 e primatista nazionale con 2h04’56” a Rotterdam nel 2022, è stato il migliore degli europei in quarta posizione in 2h10’21” davanti al belga Koen Naert (2h10’21”), al vice campione mondiale ed europeo Maru Teferi (2h10’28”).

Il primatista italiano Iliass Aouani ha tagliato il traguardo al settimo posto in 2h10’54” nonostante i crampi nei chilometri finali ottenendo il miglior piazzamento in carriera in maratona dopo il decimo posto alla Maratona di Milano in 2h08’34” (miglior tempo di sempre per un atleta italiano al debutto sulla distanza).

Per la terza edizione consecutiva della maratona di New York un atleta italiano è entrato nella top ten dopo il terzo posto di Eyob Faniel nel 2021 e l’ottavo posto di Daniele Meucci nel 2022. L’azzurro ora seguito da Giuseppe Giambrone ha battuto il pluricampione NCAA Edward Cheserek, che ha tagliato il traguardo in 2h11’07” al debutto sulla distanza. Yimer ha ceduto nel finale chiudendo al nono posto in 2h11’31”.

Aouani è tornato negli Stati Uniti dove ha conseguito la laurea in ingegneria civile e quella magistrale in ingegneria strutturale alla Syracuse University nello Stato di New York (lo stesso ateneo frequentato da Joe Biden).

Iliass Aouani: “Sono soddisfatto per il piazzamento, se si pensava che uscivo da un periodo complicato dopo l’infortunio, però mi resta un po’ di voglia di riscatto per come è andata la gara. Ho cercato di avere pazienza, visto che contava la capacità di gestire le energie su questo percorso. All’inizio ho voluto spendere il meno possibile per cominciare la vera maratona al trentesimo chilometro e poi mi sono trovato a correre in un bel gruppetto insieme al campione europeo di Berlino 2018 Koen Naert e al vice campione mondiale Maru Teferi.

Fino a quattro chilometri dall’arrivo mi sentivo pronto al cambio di ritmo, ma ho avuto i crampi e mi sono dovuto fermare tre volte per fare stretching prima di ripartire. E’ quello che ha fatto la differenza tra il quinto e il settimo posto, ma comunque ho recuperato un paio di posizioni nei confronti di chi era andato in crisi. Anche agli Europei di monaco di Baviera dell’anno scorso avevo avuto i crampi, in quel caso più intensi, e dovrò capire come risolvere questo problema, ma esco da questa gara con un bel risultato, buone sensazioni e tanta motivazione. Penso di correre un’altra maratona nei prossimi mesi”.

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Hellen Obiri vince allo sprint su Gidey nella gara femminile

Molto diversa è stata la gara femminile che si è risolta in volata con cinque atlete, Hellen Obiri, Sharon Lokedi, Viola Cheptoo, Brigid Kosgei e Letesenbet Gidey che erano ancora in testa all’ingresso di Central Park. Il quintetto si è ridotto ad un terzetto formato da Obiri, Lokedi e Gidey dopo che Kosgei e Cheptoo hanno ceduto il terreno nei metri finali lungo i viali di Central Park.

Obiri ha trionfato al termine di un emozionante sprint finale in 2h27’23 nella sua terza maratona in carriera battendo la primatista mondiale dei 10000 metri e della mezza maratona Letesenbet Gidey (2h27’30”), la vincitrice dell’edizione dell’anno scorso Sharon Lokedi (2h27’33) e l’ex primatista mondiale Brigid Kosgei (2h27’45”). Mary Ngugi Cooper si è piazzata al quinto posto in 2h27’53” davanti a Viola Cheptoo (2h28’11”), alla veterana keniana Edna Kiplagat (2h29’40”) e alle statunitensi Kellyn Taylor (2h29’48) e Molly Huddle (2h32’02”).

Obiri ha centrato una straordinaria doppietta diventando la prima atleta a vincere le classiche statunitensi di Boston e New York nello stesso anno dal 1989, quando la norvegese Ingrid Kristiansen centrò la stessa impresa.

Hellen Obiri: “E’ un onore aver corso a New York per la seconda volta. Il mio debutto qui era stato terribile. A volte si impara dagli errori. Ho sbagliato molte cose l’anno scorso. Mi sono detta che dovevo dare del mio meglio. E’ stato eccitante correre ancora con Gidey. Mi è sembrato di tornare a correre come ai Mondiali di Doha quando Gidey vinse l’oro davanti a me. Ero preoccupata perché le altre atlete erano molto forti.

Per correre la maratona serve pazienza. Mi sono detta: ‘Devo essere paziente fino a Central Park, vediamo cosa succede alla fine. Il percorso di New York è più duro rispetto a quello di Boston perché quando si entra in Central Park ci sono molti saliscendi. A Boston il percorso è più piatto verso la fine”.

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Gidey si è piazzata seconda ripetendo lo stesso piazzamento di Valencia quando realizzò 2h16’49” al debutto.

Letesenbet Gidey: “Non ho pensato di fare un attacco all’inizio. Ho cercato di imparare a correre su questo percorso”.

Lokedi era contenta al traguardo dopo una stagione condizionata da un infortunio, che l’ha costretta a rinunciare alla Maratona di Boston.

Sharon Lokedi: “Il terzo posto è stato come una vittoria per me. Non ho vinto, ma sono salita ancora sul podio. Non vedo l’ora della prossima gara. Spero che l’anno prossimo possa andare meglio”.

La gara è stata molto tattica nelle prime fasi. Il gruppo di testa composto da undici atlete é transitato ai 5 km in 17’23”, ai 10 km in 34’35”, al 15 km in 52’29”.

Obiri, Lokedi e Kosgei hanno fatto parte del gruppo di testa insieme a Mary Ngugi Cooper, a Viola Cheptoo Lagat (sorella di Bernard Lagat) e alle statunitensi Kellyn Taylor e Molly Huddle. Le due atlete di casa si sono alternate al comando nella prima parte di gara.

Il ritmo è calato quando il gruppo di testa ha raggiunto il Queensboro Bridge intorno al passaggio al 25 km (1h28’39”). Le atlete al comando hanno iniziato a spingere passando al 30 km in 1’47”06” e al 35 km in 2h04’45”.

Cheptoo, seconda classificata a New York nel 2021, è stata la prima a prendere l’iniziativa prendendo qualche metro di vantaggio ma Obiri è stata la prima a reagire e a chiudere il gap. Quando Cheptoo ha attaccato ancora, Obiri e Gidey hanno corso fianco a fianco. Lokedi e Kosgei sono riuscite a ricongiungersi al gruppo di testa. All’ingresso in Central Park erano ancora in quattro a giocarsi la vittoria. Al ventiquattresimo miglio Lokedi ha affiancato Obiri e Cheptoo, mentre Gidey e Kosgei erano qualche metro più indietro. Ad un miglio dalla fine Lokedi è andata in testa davanti a Gidey, Obiri e Kosgei.

Obiri ha lanciato l’attacco decisivo a 500 metri staccando Gidey, mentre Lokedi aveva uno svantaggio di quattro secondi. Obiri ha corso l’ultimo miglio in 4’52”.

Obiri debuttò in maratona un anno fa proprio a New York classificandosi al sesto posto in 2h25’49”. Lo scorso Aprile Obiri si impose a Boston stabilendo il record personale con 2h21’38”.

Obiri ha vinto in carriera due ori mondiali sui 5000 metri a Londra 2017 e a Doha 2019 e due argenti olimpici su questa distanza a Rio de Janeiro 2016 e a Tokyo 2021. E’ originaria di Kisii del Sud Ovest del Kenya. E’ la quarta di sei figli. Nel 2006 e nel 2007 perse l’interesse per l’atletica e smise di correre per concentrarsi sugli studi ma è tornata a praticare l’atletica nel 2010 in occasione dei Campionati militari di corsa campestre.

Obiri è un’atleta in grado di spaziare su tutte le distanze durante la sua carriera. Nel 2012 vinse il suo primo titolo mondiale indoor sui 3000 metri a Istanbul e si piazzò ottava sui 1500 metri alle Olimpiadi di Londra 2012 a 22 anni. Nel 2013 vinse la prima gara della Diamond League a Eugene sui 1500 metri in 3’58”58 e conquistò il bronzo ai Mondiali di Mosca 2013 su questa distanza.
Dopo una pausa per diventare madre di Tania Blessing Macheche nel 2015 Hellen conquistò l’argento olimpico sui 5000 metri a Rio de Janeiro 2016 alle spalle di Vivian Cheruiyot.

Obiri ha vinto il suo primo titolo mondiale a Londra 2017 sui 5000 metri in 14’34”86 davanti ad Almaz Ayana e a Sifan Hassan. L’anno successivo Obiri ha vinto il doppio titolo sui 5000 metri ai Giochi del Commonwealth di Gold Coast e ai Campionati Africani. Ai Mondiali di Doha 2019 la keniana ha vinto il titolo mondiale di corsa campestre di Ahrus e ha difeso con successo il titolo mondiale a Doha nel 2019 stabilendo il record dei campionati con 14’26”72 davanti a Margaret Chelimo.

Alle Olimpiadi di Tokyo Obiri ha conquistato l’argento sui 5000 metri in 14’38”35 alle spalle di Sifan Hassan e si è piazzata quarta sui 10000 metri. Ai Mondiali di Eugene la keniana si è aggiudicata la medaglia d’argento sui 10000 metri a 13 centesimi di secondo da Gidey, battuta alla Maratona di New York da Obiri. Nella sua carriera Obiri ha vinto due Trofei della Diamond League sui 5000 metri nel 2017 e nel 2018 e un totale di 17 gare del circuito dei diamanti su tutte le distanze del mezzofondo (1500 metri, miglio, 3000 e 5000 metri).

La stagione 2023 è iniziata con le vittorie nelle mezze maratone di Ras Al Khaimah in 1h05’05” e di New York in 1h07’21”.

Obiri si è trasferita a Boulder in Colorado (Stati Uniti) l’anno scorso per allenarsi con Coach Dathan Ritzenheim, ex campione statunitense in grado di correre personali di 12’56”27 sui 5000 metri a Zurigo nel 2009 e 2h07”47” a Chicago nel 2012.

La cinquantenne Ivana Iozzia ha tagliato il traguardo in 2h41’16”.

La maratona di New York si è svolta in una giornata ideale per correre con una temperatura compresa tra i 12°C e i 16°C.

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