Sono passati solo 5 giorni dalla grande impresa di domenica scorsa a Barcellona quando, nella classica Maratona della citta catalana, l’ingegnere milanese Iliass Aouani, e mai come in questi giorni ci teniamo a precisare dove ha vissuto da quando aveva 2 anni, dopo i vergognosi insulti subiti sui social per le sue origini marocchine, si è appropriato del record italiano sui 42,195 km, con il crono di 2h07’16, che ha sottratto a Eyob Faniel che lo deteneva dal febbraio del 2020 con 3 secondi in più.
Un primato estremamente significativo, in una disciplina di grande fascino, che rappresenta il punto più altro della carriera del poliedrico atleta azzurro, capace di esprimersi ad ottimi livelli in svariate specialità sia in pista che sui terreni delle corse campestri e appunto sulle lunghe distanze in strada, ma che potrebbe avere vita molto breve perché tra soli 9 giorni, il prossimo 2 aprile proprio a Milano nella sua città, si correrà quella maratona dove lui stesso aveva debuttato nel 2022 e dove, nell’edizione di quest’anno, vi sarà l’attesissimo esordio di Yeman Crippa che certamente ha tutte le potenzialità per ottenere un grande crono in una 42,195 km che ha sempre riservato eccellenti tempi da parte dei suoi partecipanti.
D’altra parte i primati sono fatti per essere battuti, e Aouani ne è ben consapevole oltre che già totalmente concentrato sulle sue prossime sfide e i suoi obiettivi, che gli hanno fatto fare da subito la scelta precisa di puntare decisamente verso la Maratona delle Olimpiadi di Parigi 2024, e di rinunciare quindi a correrne altre in questo 2023, a partire ovviamente da quella dei Mondiali di Budapest per cui si era ovviamente già qualificato.
Ricordando brevemente la storia di questo grande atleta vogliamo ricordare, dopo averlo accennato sopra, come non sia sia solo distinto nello sport ma anche nello studio, avendo ben due lauree in Ingegneria ottenute negli Stati Uniti dove si era trasferito per 5 anni e di come, al suo ritorno in Italia, abbia fatto la scelta di trasferirsi a vivere da Milano a Ferrara per essere guidato da un grande tecnico quale Massimo Magnani, che gli ha consentito di completare definitivamente la maturazione agonistica iniziata appunto nel suo periodo oltre oceano.
Un grande atleta, un ottimo studioso e una persona di straordinaria sensibilità che ha saputo reagire con grande eleganza ad alcuni commenti che nei giorni scorsi lo hanno certamente ferito in merito alle sue origini: “Non sono d’accordo con chi dice che l’Italia sia un Paese razzista. È sbagliato pensarlo, e sarebbe un’ingiustizia essere ingrato nei confronti del Paese che mi ha accolto ventisei anni fa, aprendomi le porte in maniera indiscriminata. Ogni giorno sono circondato da affetto. Ci tengo però a diffondere una certa consapevolezza nei confronti di certi temi”.
Queste le sue altre dichiarazioni degli ultimi giorni in cui ha voluto invece precisare i suoi programmi sino alla fine del 2023: “Quest’anno non voglio tralasciare le mie ambizioni sui 10.000 metri e spero di poter partecipare ai Mondiali di Budapest su questa distanza. Gli Europei di cross a Bruxelles possono essere un altro obiettivo da mettere nel mirino dopo aver saltato quelli di Venaria Reale per Covid e aver preso la batosta a Gubbio sette giorni prima della maratona“.
Tornando alle possibilità che il primato di Aouani possa essere concretamente attaccato dal pluriprimatista italiano Yeman Crippa, detentore di ben 6 record nazionali dai 5000 indoor e outdoor, ai 3000 e 10.000 in pista, e poi i 5 km in strada e la mezza maratona, crediamo che ve ne siano veramente tante perché la Maratona di Milano ha sempre dimostrato di avere un percorso che si adatta molto bene a prestazioni cronometriche di eccellenza, e perché il campione d’Europa dei 10.000 a Monaco, ha sempre dimostrato di non sbagliare un appuntamento importante.
L’incognita sarà solo quella del suo esordio sulla distanza e sulla capacità di saper gestire al meglio la fatica ma a, tal proposito, vogliamo per ora limitarci ad alcune affermazioni rilasciate alla fine di gennaio dal suo manager sportivo, ex buon atleta di maratone, Gianni Demadonna.
“Le aspettative ci sono, andrà in Kenya i primi di febbraio ad allenarsi. Ha 27’10” sui 10.000 metri, il record sulla mezza maratona a Napoli con 59’26” e secondo me vale di meno, quel percorso non è facilissimo. Un buon maratoneta ci mette in media 6 minuti in più rispetto al doppio del suo tempo sulla mezza.
Gliene attacco otto: per me vale 2 ore 6 minuti e venti, trenta secondi. Se si allena bene per fare la maratona, che è tutto un altro sport, devi adattare l’organismo a uno sforzo diverso. Alla Boclassic sui diecimila metri Kipruto che ha vinto Londra quest’anno ha preso 20 secondi da Crippa, che in teoria, a livello fisiologico, potrebbe diventare un maratoneta molto più forte, ma deve lavorarci“.