L’Italia si è piazzata ventinovesima nel medagliere grazie all’argento di Nadia Battocletti sui 10000 metri e ai bronzi di Mattia Furlani nel salto in lungo e di Andy Diaz nel salto triplo. Gli Stati Uniti hanno conquistato la cima del medagliere con 34 medaglie (14 ori, 11 argento e nove bronzi) davanti al Kenya (4 ori, 2 argenti e 5 bronzi), al Canada (tre ori, un argento e un bronzo), all’Olanda (2 ori, 1 argento e 3 bronzi), alla Spagna (2 ori, 1 argento e 1 bronzo), alla Norvegia (2 ori e 1 argento).

Se si guarda però alla classifica per nazioni che tiene conto dei risultati dei primi otto l’Italia si è piazzata al sesto posto con 65 punti a pari merito con l’Olanda grazie ai cinque quarti posti di Massimo Stano nella 20 km, della staffetta 4×100 maschile, di Stefano Sottile nel salto in alto, di Nadia Battocletti sui 5000 metri femminili e di Larissa Iapichino nel salto in lungo femminile e ad un numero complessivo di 17 finalisti (con un incremento rispetto ai 10 delle indimenticabili Olimpiadi di Tokyo).

Questo dimostra la compattezza dell’atletica in tutti i settori. La “placing table” ha visto il successo degli Stati Uniti con 322 punti sul Kenya (112), sulla Gran Bretagna (100), sull’Etiopia (78) e sulla Giamaica (70). Il bilancio azzurro è impreziosito dai quattro record italiani di Nadia Battocletti sui 5000 e sui 10000 metri femminili, di Sintayehu Vissa sui 1500 metri femminili e di Pietro Arese sui 1500 metri maschili.

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Le dichiarazioni ufficiali dei vertici federali

Stefano Mei: “Se a Tokyo hanno brillato cinque stelle, qui è stato un firmamento. Se dicessi che non avrei preferito vincere cinque ori, non sarei soltanto ipocrita ma anche un po’ stupido. È ovvio che quando hai un benchmark di questo genere, qualunque cosa tu faccia dopo, difficilmente la riesci a migliorare. Avevo parlato della possibilità di vincere otto medaglie: facendo i conti abbiamo tre medaglie e cinque quarti posti molto vicini al podio, quindi la previsione era corretta. Di Parigi dobbiamo considerare altri aspetti: i 17 finalisti mancavano da quarant’anni, e a Los Angeles non c’era il blocco dell’Est, non una cosa da poco in quel periodo. Questa compattezza e questa profondità di squadra mi lasceranno un ricordo dell’Olimpiade assolutamente positivo e mi fanno dire che c’è futuro. Le contro-prestazioni che ci sono state hanno avuto motivi oggettivi: Gimbo ha avuto una colica renale una settimana prima della gara della vita, Fabbri nullo da 22,80 al primo lancio e poi inizia a piovere, Stano si spacca un piede il 21 aprile, Palmisano prende il Covid.

Non sono scusanti, sono fatti. Nonostante tutte queste situazioni, i ragazzi sono andati bene. Anche chi era uscito alla grande dagli Europei, pensiamo a Nadia Battocletti. Dire che il problema è stato anticipare l’Europeo a giugno, che ha dovuto creare due picchi di forma, è una stupidaggine. Simonelli purtroppo ha fatto un errore che in un 110 ostacoli ci sta. Però la squadra che è uscita così bene dagli Europei è venuta qui e ha fatto altrettanto bene, poi chiaro che qualche alto e basso ci può stare. Un voto? Ai miei ragazzi do 8”.

Antonio La Torre: “Di solito devo frenarlo ma stavolta scavalco il presidente Mei. La domanda a Parigi era: l’Italia ha posto nel mondo? La risposta è sì”, “Esco estremamente soddisfatto dai 17 finalisti, 65 punti e il sesto posto nella classifica a punti: il mondo dice che l’Italia è una delle potenze mondiali dell’atletica. Oggi possiamo dirlo. C’è un’ironia di Stano finissima (‘da cinque ori a cinque quarti posti è un attimo’, ha scritto su Instagram, ndr) ma io vedo profumo di futuro in questi cinque quarti posti, in tutti e cinque. Abbiamo il passaggio dalla generazione di Tokyo a questa ‘new wave’ che ha saputo dire: ci siamo già. Nei prossimi quattro anni saremo protagonisti in tutti i campionati. Prima sarei stato molto prudente a dire questa cosa. Oggi posso dire che chiunque continuerà questo lavoro dopo il passaggio delle elezioni troverà una situazione dove c’è il futuro scritto da qui a Brisbane 2032. Avremo poi da scuotere una generazione, quella di mezzo, che dovrà dare il proprio contributo per fare ancora più grande l’atletica italiana”.

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