Il keniano Emmanuel Wanyonyi ha vinto la medaglia d’oro olimpica degli 800 metri maschili con lo straordinario tempo di 1’41”19 precedendo di un solo centesimo di secondo il canadese di origini sud-sudanesi Marco Arop, che ha migliorato il record nord americano con 1’41”20 in una delle più grandi gare degli 800 metri nella storia delle Olimpiadi, seconda soltanto alla finale di Londra 2012 quando David Rudisha migliorò il record del mondo. Wanyonyi diventa il terzo ottocentista della storia dopo Rudisha (1’40”91 record del mondo) e Wilson Kipketer (1’41”11 a Colonia nel 1997). Wanyonyi diventa a 20 anni il più giovane vincitore nella storia degli 800 metri alle Olimpiadi.

Emmanuel Wanyonyi: “Ai Mondiali dell’anno scorso Arop mi ha battuto in rimonta negli ultimi 20 metri. Questa volta non volevo farmi battere da nessuno”.

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L’algerino Djamel Sedjati ha vinto la medaglia di bronzo in 1’41”50. Il campione mondiale indoor e vincitore dei Trials statunitensi Bryce Hoppel ha migliorato il record statunitense con 1’41”67 precedendo lo spagnolo Mohammed Attaoui (1’42”08), il francese Gabriel Tual (1’42”14), il botswano Tshepiso Maselela (1’42”82 record personale) e il britannico Max Burgin (1’43”84). Per la prima volta quattro uomini sono scesi al di sotto del muro dell’’1’42 e sette atleti hanno corso più velocemente di 1’43”.

Finale 1500 metri femminili

La primatista mondiale dei 1500 metri Faith Kipyegon è diventata la prima donna nella storia a vincere tre titoli olimpici nella stessa specialità in una gara di corsa. Kypyegon ha fermato il cronometro in 3’51”29 migliorando di quasi due secondi il suo primato olimpico stabilito in occasione della vittoria di tre anni fa a Tokyo. Kipyegon ha vinto l’argento sui 5000 metri in queste Olimpiadi alle spalle della connazionale Beatrice Chebet oltre agli ori mondiali di Londra 2017, Eugene 2019 sui 1500m e a due titoli iridati sui 1500m e sui 5000m a Budapest.

Parigi ha portato ancora una volta fortuna a Kipyegon, che ha stabilito due record del mondo sui 5000 metri con 14’05”20 nel 2023 e sui 1500 metri con 3’49”04 nel 2024 nelle ultime due edizioni del meeting parigino della Diamond League allo Stadio Charlety.

Faith Kipyegon: “Questa vittoria è stata un grande risultato. Non vedevo l’ora di difendere il mio titolo vinto a Tokyo e ho avuto un sogno. E’ fantastico per me averlo esaudito. E’ un grande onore. Vincere la medaglia d‘oro sui 1500 metri era l’obiettivo principale”.

Nove atlete sono scese al di sotto dei 4 minuti in una gara condotta su ritmi straordinari. L’australiana Jessica Hull ha vinto la medaglia d’argento coronando una stagione magica nella quale ha stabilito il record dell’Oceania di 3’50”83 a Parigi Charlety e il record mondiale sui 2000 metri con 5’19”70 a Montecarlo nell’ambito della Diamond League.

Jessica Hull: “Mi immaginavo che sarebbe stata una battaglia tra noi quattro. Non volevo uscire dalla pista senza la medaglia. E’ incredibile aver visto Georgia Bell vincere la medaglia. Io e Georgia ci siamo piazzate seconda e terza dietro alla più grande atleta di sempre”.

Georgia Bell ha conquistato la medaglia di bronzo migliorando il record britannico di Laura Muir con 3’52”61. L’etiope Diribe Welteji ha migliorato il record personale con l’eccellente tempo di 3’52275 ma non è bastato per salire sul podio. Laura Muir ha perso il suo record britannico ma si è potuta accontentare del primato personale di 3’53”27. La keniana Susan Ejore ha corso il tempo più veloce della sua carriera con 3’56”07. Sono scese al di sotto dei 4 minuti anche le statunitensi Nikki Hiltz (3’56”36) e Elle St. Pierre (3’57”52) e la francese Agathe Guillemot (3’59”08).

Finale 100 metri ostacoli femminili

La vincitrice dei Trials statunitensi Masai Russell ha conquistato la vittoria nella finale olimpica dei 100 metri ostacoli femminili con 12”33 battendo per un solo centesimo di secondo la francese Cyrena Samba Mayela, che ha sfiorato per tre soli centesimi di secondo il record personale stabilito in occasione della vittoria agli Europei di Roma in 12”31. La campionessa olimpica uscente di Tokyo 2021 Jasmine Camacho Quinn ha vinto il bronzo in 12”35 salendo ancora sul podio dopo le medaglie nelle ultime edizioni dei Mondiali (bronzo a Eugene 2022 e argento a Budapest 2023).

L’olandese Nadine Visser si è piazzata al quarto posto in 12”43 precedendo con lo stesso tempo la campionessa NCAA Grace Stark. La campionessa e primatista mondiale indoor Devynne Charlton si è piazzata al sesto posto in 12”56.

Masai Russell: “Ho fatto fatica a dormire la notte precedente perché ho sognato di poter vedere il mio nome al fianco del numero 1. Molta gente diceva cose pazzesche nei miei confronti come fanno sempre quando non riesco a realizzare quello di sono capace. Ho posto fine a queste voci, mi sono concentrata su me stessa. Con questa gara si è avverato un sogno”.

Per Samba Mayela è la prima medaglia per l’atletica francese a queste Olimpiadi. La transalpina, che si allena negli Stati Uniti con Jasmine Camacho Quinn, vinse l’oro ai Mondiali indoor di Belgrado 2022 sui 60 metri ostacoli.

Cyrena Samba Mayela: “Ho vissuto mille emozioni e provo una grande gioia. Pensavo di vivere una giornata piena di stress, ma non è stato così. Mi sono sentita sollevata da tutta la gente presente allo stadio e dal piacere dello sport”.

Salto in alto maschile

Il campione mondiale indoor di Glasgow e primatista dell’Oceania Hamish Kerr ha conquistato l’oro nel salto in alto maschile con 2.36m battendo lo statunitense Shelby McEwen allo spareggio al termine di una finale ricca di emozioni. La finale di Parigi ha ripetuto la stessa classifica dei Mondiali indoor di Glasgow quando Kerr si impose davanti a McEwen stabilendo il record dell’Oceania con 2.36m.

Kerr ha superato 2.17m, 2.22m e 2.27m al primo tentativo ma ha avuto bisogno di tre prove per superare 2.31m prima di centrare 2.34m al primo colpo. McEwen ha fatto registrare il clean-sheet superando tutte le misure fino a 2.31m alla prima prova, ma ha dovuto ricorrere alla terza prova per valicare l’asticella a 2.34m.

Kerr e McEwen hanno superato entrambi la quota di 2.36m alla prima prova risultando prim ex-aequo. Kerr e McEwen hanno deciso di ricorrere allo spareggio (il jump-off), a differenza di tre anni fa quando Tamberi e Barshim decisero di condividere la medaglia d’oro. Kerr e McEwen hanno sbagliato a 2.38m e 2.36m. McEwen ha commesso l’errore a 2.34m, ma Kerr ha valicato l’asticella aggiudicandosi una meritatissima medaglia d’oro.

Hamish Kerr: “Sono più affaticato per la corsa che ho fatto dopo la fine della gara per festeggiare la vittoria che per i salti in pedana. Sono davvero felice di aver vinto. Ho sempre parlato di quanto sia stata straordinaria la finale di Tokyo, che ha trovato un posto speciale nella storia. Io e McEwen abbiamo scelto di ricorrere invece allo spareggio per accontentare coloro che volevano il “jump-off”. Siamo contenti di aver aggiunto questo momento alla storia della nostra specialità”.

Il campione olimpico uscente Mutaz Barshim ha vinto la medaglia di bronzo con 2.34m battendo per un numero minore di errori il tre volte campione italiano Stefano Sottile. Il saltatore piemontese allenato da Valeria Musso ha commesso un solo errore a 2.31m che ha valicato al secondo tentativo ma ha migliorato il record personale di un centimetro alla quota di 2.34m alla prima prova.

Barshim ha commesso due errori a 2.36m e uno a 2.38m. Sottile ha tentato senza successo tre prove a 2.36m concludendo la sua prima finale olimpica al quarto posto, anche se il primo tentativo era tutt’altro che velleitario”.

Stefano Sottile: “Ci ho sperato fino alla fine e ci ho creduto, ma ho fatto un garone e anche il primo tentativo a 2.36m era un buon salto. L’ho mancato di poco. E’ un’emozione unica. Mi dà un po’ di fastidio il quarto posto con la stessa misura del terzo. Me la sono giocata nel primo salto a 2.31m con qualche problema di rincorsa. Peccato, con quello c’era la medaglia a pari merito con Barshim, uno dei miei idoli insieme a Gimbo Tamberi e sarebbe stato un sogno, ma h preso il legno.

Dopo cinque anni riscrivo il personale. Ormai non ci speravo più e sembrava quasi un’agonia. Mi sono bruciato tre stagioni per gli infortuni al bicipite destro, però nell’ultimo anno e mezzo ho lavorato meglio con meno fastidi fisici. Per Tamberi sono molto dispiaciuto, vederlo scendere dal materasso dopo 2.27m mi ha toccato”.

Barshim diventa l’altista di maggior successo nella storia della specialità nella storia delle Olimpiadi con quattro medaglie (due argenti a Londra 2012 e Rio 2016, oro a Tokyo 2021 e bronzo a Parigi 2024).

Mutaz Barshim: “Sono davvero felice. E’ una sensazione davvero speciale. E’ sempre un sogno gareggiare alle Olimpiadi. Mi sento orgoglioso di essere il saltatore in alto più decorato alle Olimpiadi”.

Il giapponese Ryochi Akamatsu e l’ucraino Oleg Doroshchuk hanno migliorato il record personale con 2.31m concludendo rispettivamente al quinto e al sesto posto. Il campione mondiale indoor di Belgrado 2022 Sanghyeok Woo si è piazzato al settimo posto con 2.27m. Il campione olimpico di Tokyo 2021 Gianmarco Tamberi ha superato 2.22m al terzo tentativo prima di commettere tre errori a 2.27m ma non era al meglio dopo una giornata molto difficile a causa della colica renale nella notte prima della finale.

Gianmarco Tamberi: “Mi dispiace da morire, ma nonostante tutto dentro di me ero convinto che avrei potuto fare qualcosa. Ho lavorato così tanto per questa gara, ma oggi non riesco ad essere critico con me stesso come al solito, anche se il salto a 2.22m valeva anche un 2.27m. Cerco solo di stare tranquillo, di non pensare a quello che è successo in questi giorni perché non riesco ad accettarlo. Non me lo meritavo. Una giornata che ho sognato tante volte, tante notti e avevo studiato tutte le possibili opzioni, tranne questa”.

Finale staffetta 4×400 maschile

Il team statunitense formato da Christopher Bailey, Vernon Norwood, Bryce Deadmon e Raj Benjamin ha conquistato la medaglia d’oro nella staffetta 4×400 maschile con il record olimpico di 2’54”43 precedendo il Botswana, che ha migliorato il record africano con uno straordinario 2’54”53.

Il vice campione olimpico Matthew Hudson Smith della Gran Bretagna ha recuperato lo svantaggio nei confronti del botswanoColleen Kebinatshipi con il tempo più veloce della seconda frazione cronometrata in 43”09. Hudson Smith e Kebinatshipi sono stati raggiunti al cambio dallo statunitense Norwood che ha percorso la sua frazione in 43”26. Bryce Deadmon ha incrementato il vantaggio degli Stati Uniti correndo la terza frazione in 43”54.

Nella quarta frazione Benjamin e Tebogo (campioni olimpici rispettivamente sui 400 metri ostacoli e sui 200 metri) hanno dato vita ad un emozionante testa a testa che ha tenuto con il fiato sospeso gli oltre 70000 spettatori dello Stade de France. Tebogo ha corso la sua frazione in 43”04, ma non è bastato per battere Benjamin, che ha fatto registrare un crono da 43”18.

Benjamin ha vinto la sua seconda medaglia d’oro olimpica in questa edizione dei Giochi Olimpici dopo il trionfo sui 400 metri ostacoli in 46”46 davanti a Karsten Warholm. Gli Stati Uniti si sono aggiudicati la diciannovesima medaglia d’oro nella 4×400 nella storia delle Olimpiadi. Il sedicenne Quincy Wilson non ha corso la finale ma ha portato a casa l’oro per aver contribuito alla qualificazione nella finale correndo la batteria.

Raj Benjamin: “Ho avuto la sensazione che in queste Olimpiadi il team statunitense fosse molto legato. Ho tratto forza dall’energia dei miei compagni di squadra. Vernon, Bryce, Shamier e Kailyn hanno iniziato alla grande con la vittoria nella staffetta 4×400 e questo successo ci ha dato una carica positiva”.

Il Botswana ha vinto la quarta medaglia olimpica nella storia salendo sul podio per l’edizione consecutiva delle Olimpiadi nella staffetta del miglio dopo il bronzo di Tokyo 2021.

La Gran Bretagna ha conquistato la medaglia di bronzo stabilendo il record europeo con 2’55”83. Da ricordare la frazione di Charles Dobson cronometrata in 43”33. Il Belgio dei fratelli Kevin e Dylan Borléee e di Jonathan Borlée ha concluso al quarto posto con il record nazionale di 2’57”75 davanti al Sudafrica (2’58”12 record nazionale) e al Giappone (2’59”33 record asiatico).

La staffetta 4×400 azzurra composta da Luca Sito, Vladimir Aceti, Edoardo Scotti e Alessandro Sibilio ha ripetuto il settimo posto delle Olimpiadi di Tokyo con un brillante 2’59”72, terzo miglior tempo italiano di sempre. Questi sono i tempi delle singole frazioni degli italiani: Sito 44”95, Aceti 44”57, Scotti 44”37 e Sibilio 45”83.

Finale staffetta 4×400 femminile

Shamier Little, Sydney McLaughlin Levrone Gabby Thomas e Alexis Holmes hanno trionfato per gli Stati Uniti stabilendo il record nord americano con 3’15”27, secondo miglior crono della storia a soli 10 centesimi di secondo dal record del mondo stabilito dall’Unione Sovietica con 3’15”17 alle Olimpiadi di Seul 1988 in un’altra epoca dell’atletica.

L’Olanda guidata da una grande frazione di Femke Bol cronometrata in 48”62, ha vinto la medaglia d’argento in rimonta con il record nazionale di 3’19”50.

La Gran Bretagna si è aggiudicata la medaglia di bronzo stabilendo il record nazionale con 3’19”72. L’Irlanda ha sfiorato il podio in quarta posizione in 3’19”90. La Francia ha tagliato il traguardo al quinto posto con il record nazionale con 3’21”41 davanti a Canada (3’22”01) e a Belgio (3’22”40).

Shamier Little, campionessa olimpica della staffetta 4×400 mista nella prima giornata, ha corso la prima frazione in 49”48 accumulando un vantaggio di quasi un secondo sull’olandese Lieke Klaver.

McLaughlin Levrone ha corso la seconda frazione in uno straordinario 47”71 aumentando il vantaggio delle statunitensi. L’irlandese Rhasidat Adeleke ha rimontato portando l’Irlanda al secondo posto con una frazione in 48”92.

La campionessa olimpica Gabby Thomas ha corso la terza frazione più veloce in 49”30, mentre la britannica Nicole Yeargin ha recuperato posizioni portando il suo team al secondo posto davanti a Irlanda e Olanda.

Alexis Holmes ha completato il capolavoro del team USA prendendo un vantaggio di 40 metri con una frazione cronometrata in 48”48.

Gabby Thomas ha vinto il terzo oro di queste Olimpiadi dopo i successi sui 200 metri. McLaughlin Levrone ha completato la “doppia doppietta” vincendo due ori nei 400 metri e nella staffetta 4×400 per la seconda Olimpiade consecutiva.

Gabby Thomas: “Abbiamo visto atleti vincere medaglie per tutta la settimana. Le vittorie dei miei compagni di squadra sono stati un’ispirazione anche per noi. So quanto serva lavorare duramente per vincere una medaglia olimpica nell’atletica. E’ uno sport spietato, specialmente a questi livelli. Eravamo davvero motivate e ispirate nel gareggiare con queste ragazze”.

5000 metri maschili

Il norvegese Jakob Ingebrigtsen ha vinto il suo primo titolo olimpico sui 5000 metri in 13’13”66 e il secondo titolo in carriera ai Giochi Olimpici tre anni dopo il trionfo sui 1500 metri a Tokyo. Ingebrigtsen ha riscattato la delusione per il quarto posto sui 1500 metri. Anche nelle ultime due edizioni dei Mondiali Ingebrigtsen si piazzò al secondo posto sui 1500 metri a Eugene dietro a Jake Wightman e a Budapest dietro a Josh Kerr ma utilizzò queste delusioni come motivazione per vincere due ori iridati sui 5000 metri.

Jakob Ingebrigtsen: “Fa parte dello sport. Molti dei più grandi atleti si sono portati per tutta la vita delle delusioni per delle sconfitte amare, ma per fortuna il riconoscimento per le vittorie permette di superare ogni amarezza. Ho recuperato terreno nei confronti di Gebrhiwet e mi sono sentito molto forte in quel momento. Nei 5000 metri è importante risparmiare al meglio le energie e prendere delle decisioni giuste”.

Il keniano Ronald Kwemoi ha vinto l’argento in 13’15’04”. Lo statunitense Grant Fisher ha conquistato il secondo bronzo di queste Olimpiadi in 13’15”13 alcuni giorni dopo il terzo posto sui 10000 metri. Dominic Lobalu (atleta in gara per team dei rifugiati perché non ancora eleggibile a livello olimpico per la Svizzera) ha sfiorato il podio con il quarto posto in 13’15”27.

Finale del lancio del giavellotto femminile

La campionessa del mondo Haruka Kitaguchi ha vinto anche l’oro olimpico dopo il trionfo mondiale di Budapest. Kitaguchi aveva vinto l’oro all’ultimo lancio ai Mondiali di Budapest ma questa volta ha messo al sicuro la vittoria al primo tentativo con un lancio da 65.80m diventando la prima atleta nipponica a vincere l’oro olimpico in una specialità dei concorsi. Kitaguchi si allena da un paio di stagioni in Repubblica Ceca.

Haruka Kitaguchi: “Non riesco ancora a crederci. Non è stata una vittoria facile per me. Non sono riuscita ad allenarmi al meglio per le Olimpiadi ma il fisioterapista e il mio team hanno creduto in me. Senza il loro aiuto non avrei vinto l’oro”.

La sudafricana Jo Ane Van Dyk si è aggiudicata l’argento con 63.93m. La ceca Nikola Ogrodnikova ha completato il podio aggiudicandosi il bronzo con il personale stagionale di 63.68m davanti alla croata Sara Kolak (63.40m), alla vice campionessa mondiale Flor Denis Hurtado (63.00m) e alla spagnola Yulenmis Aguilar (62.78m).

Maratona maschile

Il trentaduenne etiope Tamirat Tola ha vinto la medaglia d’oro nella maratona maschile stabilendo il record olimpico con 2h06’46 sul difficile percorso di Parigi ricco di saliscendi in una mattinata calda e umida. Tola ha limato sei secondi al precedente primato olimpico stabilito dal keniano Samuel Wanjiru con 2h06’32” dall’edizione di Pechino 2008.

Tola ha aggiunto questa medaglia alla sua collezione che comprende il bronzo sui 10000 metri a Rio de Janeiro 2016, due medaglie mondiali (argento a Londra 2017 e oro a Eugene 2022). Lo scorso Novembre Tola ha vinto alla Maratona di New York in 2h04’58” e ha confermato di essere un atleta in grado di esprimersi al meglio su percorsi difficili come quello delle Olimpiadi di Parigi.

Tola diventa il quarto etiope a laurearsi campione olimpico nella maratona dopo il leggendario Abebe Bikila (Roma 1960 e Tokyo 1964), Mamo Wolde (Città del Messico 1968) e Gezahegne Abera (Sydney 2000).

Tola ha regalato all’Etiopia la prima medaglia d’oro nell’atletica in questa edizione delle Olimpiadi.

Tola non era stato inserito originariamente nella squadra olimpica etiope ma ha sostituito l’infortunato Sisay Lemma. Tola è gestito dal manager trentino Gianni Demadonna e ha gareggiato in passato alla Boclassic di Bolzano e alla Mezza Maratona di Trento.

Tamirat Tola: “Sono felice della vittoria perché ho coronato il mio obiettivo. Mi sono preparato al meglio. Ho svolto allenamenti duri. Ho conseguito il più grande risultato della mia carriera. Ero la riserva ma ho avuto la chance di entrare in squadra dopo l’infortunio di Lemma. Sono davvero orgoglioso dell’oro olimpico. Non è facile vincere alle Olimpiadi”.

Il belga Bashir Abdi ha vinto l’argento in 2h06’47” tre anni dopo il bronzo olimpico di Tokyo. Abdi è guarito di recente da un infortunio all’anca.

Bashir Abdi: “Il percorso era davvero duro. Ho cercato di non disperdere troppe energie e di correre nel modo più intelligente possibile. Sono davvero felice del risultato. Faceva caldo e il percorso era pieno di saliscendi. Mi aspettavo che le salite sarebbero state dure, ma ho trovato le discese ancora più faticose. Era un percorso ripido e non era facile avere il controllo del mio corpo. Ho avuto paura specialmente dopo il ventinovesimo km. Abbiamo corso quasi 2 km in discesa e avevo quasi paura di cadere”.

Il keniano Benson Kipruto, vincitore alla Maratona di Tokyo con la migliore prestazione mondiale dell’anno di 2h02’16”, si è aggiudicato il bronzo in 2h07’00”.

Benson Kipruto: “E’ stata la maratona più dura che abbia mai corso. L’esperienza è stata diversa rispetto alle altre gare perché erano le mie prime Olimpiadi. Ho visto che Tola stava spingendo e mi sono detto: ‘E’ troppo presto’. Ho cercato di ridurre il gap gradualmente”.

Il britannico Emile Cairess ha tagliato il traguardo al quarto posto in 2h07’27” superando l’etiope Deresa Geleta nelle fasi finali della gara. Geleta ha tagliato il traguardo in 2h07’31” precedendo di un secondo il giapponese Akira Akasaki, che ha migliorato il record personale con 2h07’32”.

L’azzurro Eyob Fanyel ha preso l’iniziativa prendendo un vantaggio di 23 secondi nei confronti del gruppo degli inseguitori al passaggio al 15 km in 45’23”.

Il gruppo degli inseguitori, guidato da Deresa Geleta, Akira Akasaki e Elroy Gelant ha recuperato il gap nei confronti di Faniel al passaggio al 25 km in 1h16’08”.

Tola ha piazzato l’attacco decisivo sulla salita tra il 27 e il 29 km, il tratto più duro del percorso. L’etiope ha staccato i rivali prendendo un vantaggio di 11 secondi al passaggio al 30 km (1h32’12”).

Tola ha incrementato il suo vantaggio portandolo a 18 secondi al 35 km e 22 secondi al 40 km.

Il tre volte campione olimpico Kenenisa Bekele ha concluso al trentanovesimo posto in 2h12’24”.

Kenenisa Bekele: “Intorno al 15 km ho sentito tirare la coscia e non ho più potuto spingere al massimo, Anche dopo il 10 km ho sentito dolore e non sono riuscito a recuperare il terreno nei confronti del gruppo di testa. E’ fantastico che l’Etiopia sia riuscita a vincere l’oro. Tola è davvero forte e sono felice per lui”.

Il primatista italiano di maratona Yeman Crippa é stato il primo degli azzurri in venticinquesima posizione in 2h10’36” dopo essere stato in corsa per la top ten fino al 35 km. Faniel ha concluso al quarantatreesimo posto in 2h12’50” dopo aver attaccato nelle fasi iniziali della gara. Daniele Meucci ha tagliato il traguardo al cinquantunesimo posto in 2h14’02.

Il due volte campione olimpico Eliud Kipchoge si è ritirato poco dopo il 30 km.

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