Hellen Obiri: la regina del mezzofondo

Alla conquista di nuovi grandi obiettivi

Hellen Obiri è una straordinaria mezzofondista, capace di ottenere ben 4 medaglie d’oro, 1 d’argento e 2 di bronzo nelle principali manifestazioni mondiali di atletica, sia all’aperto che al coperto ed anche nella corsa campestre, ricordando in particolare il secondo posto alle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016 sui 5000 metri, e i due titoli mondiali sulla stessa distanza, a Londra nel 2017 e a Doha nel 2019.

Sino a domenica scorsa, però, si pensava che l’atleta keniana di 31 anni, compiuti lo scorso 13 dicembre, fosse in grado di emergere solo sulle classiche distanze del mezzofondo, ma il suo debutto nella mezza maratona di Istanbul, quella del primato del mondo della connazionale Chepngetich, è stato sensazionale in quanto Hellen ha realizzato il crono di 1h04’51, sesto assoluto della storia e miglior esordio di sempre sulla distanza.

Obiri è cresciuta a Kisii in una famiglia numerosa con sei figli. Frequentò la Riruta Satellite Secondary School di Nairobi, la stessa scuola di altri atleti di grande livello dell’atletica keniana come Nelly Chebet Ngeiywo (campionessa mondiale under 18 sui 1500 metri a Bressanone nel 2009) e Pauline Korikwiang (medaglia d’oro ai mondiali di corsa campestre 2006 a livello juniores).

Hellen iniziò la sua carriera come ottocentometrista quando studiava alla Secondary School, ma nel 2010 incontrò Noah Ngeny (campione olimpico dei 1500 metri a Sydney 2000 davanti a Hicham El Guerrouj) in un training camp gestito da Sammy Rono a Riruta e si specializzò sui 1500 metri.

Nel luglio del 2011 vinse il titolo keniano sui 1500 metri guadagnandosi il posto in squadra per i Mondiali di Daegu.

Noah mi ha convinto a passare dagli 800 ai 1500 metri. All’inizio avevo delle esitazioni ma il mio manager mi iscrisse a due gare sui 1500 a Rabat e a Zhukovskiy in Russia, dove mi classificai rispettivamente al quarto e al terzo posto.

A metà luglio 2011 vinsi i trials keniani sui 1500, in una gara molto difficile. Il duro lavoro svolto in allenamento diede i suoi frutti”.

In avvicinamento ai mondiali di Daegu Obiri vinse la medaglia di bronzo sugli 800 metri e si classificò quarta sui 1500 metri ai mondiali militari di Rio de Janeiro.

Ai mondiali di Daegu Obiri è stata l’unica delle tre atlete keniane a qualificarsi per la finale, ma nella gara decisiva per il titolo è rimasta coinvolta in una caduta dopo una collisione con la statunitense Morgan Uceny.

Uceny mi spinse facendomi urtare contro l’atleta che correva al mio fianco. L’incidente mi ha reso più motivata a lavorare ancora più duramente”.

Sul finire della stagione 2011 Obiri vinse la gara B del meeting di Rieti nei 1500 metri in 4’04”10 e si classificò settima a Bruxelles in 4’02”42.

Obiri vinse il primo titolo importante della sua carriera in occasione dei mondiali indoor di Istanbul nel 2012 quando si impose sui 3000 metri in 8’37”16 precedendo la grande favorita Meseret Defar, che aveva vinto su questa distanza nelle quattro precedenti edizioni.

Sono contenta di aver vinto la prima medaglia d’oro davanti a Defar. Sapevo che l’etiope aveva un grande finale negli ultimi 20 metri. Per questo motivo ho deciso di lanciare l’attacco a 150 metri dalla fine. Non era andata bene ai Mondiali del 2011 e volevo rifarmi”.

In avvicinamento alle Olimpiadi di Londra 2012 Hellen stabilì il primato personale sui 1500 metri al Golden Gala di Roma con 3’59”68 (primo tempo della sua carriera sotto i 4 minuti) e vinse i trials keniani di Nairobi in 4’06”10 qualificandosi per la prima volta per i Giochi Olimpici.

Nello Stadio Olimpico di Londra Obiri fu l’unica keniana a qualificarsi per la finale, ma nella gara per il titolo non è andata oltre il dodicesimo posto.

Obiri iniziò la stagione 2013 con un prestigioso successo sui 1500 metri in 3’58”68 davanti a Faith Kipyegon e a Nancy Lagat al Prefontaine Classic sulla magica pista di Eugene.

Alcune settimane dopo Obiri conquistò la medaglia di bronzo sui 1500 metri ai mondiali di Mosca disputati allo Stadio Luzhniki in 4’03”86. La settimana successiva debuttò sui 3000 metri all’aperto correndo in 8’34”25 a Stoccolma.

Obiri confermò il suo ottimo periodo di forma nella stagione indoor 2014 vincendo due gare sui 1500 metri a Dusseldorf e a Glasgow. Ai mondiali indoor di Sopot la keniana vinse la medaglia d’argento sui 3000 metri in 8’57”72 alle spalle della fuoriclasse etiope Genzebe Dibaba.

All’inizio della stagione outdoor 2014 Obiri vinse i 3000 metri nel meeting inaugurale della Diamond League a Doha stabilendo con 8’20”68 il primato africano e la migliore prestazione mondiale degli ultimi dieci anni.

Conquistò successivamente la medaglia d’oro con la staffetta 4×1500 alle World Relays di Nassau alle Bahamas in 16’33”58 e i 1500 metri al Prefontaine Classic di Eugene in 3’57”05.

Nel luglio 2014 non andò oltre il sesto posto nella finale dei 1500 metri ai Giochi del Commonwealth a Glasgow nella sua prima partecipazione a questa manifestazione. Due settimane più tardi vinse la medaglia d’oro sui 1500 metri ai campionati africani di Marrakesh in 4’09”53 davanti all’etiope Dawit Swyaum e alla marocchina Rababe Arafi.

Obiri decise di cambiare distanza nel 2016 nell’anno del rientro dopo la nascita della figlia Tania nel maggio 2015 e di allungare concentrandosi sui 5000 metri per trovare nuove motivazioni.

Ho parlato con altre atlete keniane come Vivian Cheruiyot delle sfide che bisogna affrontare quando si ritorna alle gare dopo una lunga pausa per maternità. Una delle maggiori difficoltà è tornare in forma.

Bisogna lavorare ancora più duramente. Diventare la donna di famiglia e avere una figlia che mi ammira mi dà una motivazione speciale.”

La scelta di concentrarsi sui 5000 metri ha dato i suoi frutti ed è stata ripagata, 15 mesi dopo la nascita di sua figlia, dalla medaglia d’argento alle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016 sui 5000 metri in 14’29”77 alle spalle della connazionale Vivian Cheruiyot.

Al Golden Gala di Roma nel giugno 2017 Obiri si impose sui 5000 metri stabilendo il primato keniano e del Commonwealth con 14’18”37 (quinta migliore prestazione mondiale all-time).

“Al momento di scendere in pista mi sono detta che nessuna poteva battermi. Pensavo di poter valere una prestazione di questo livello”.

La fuoriclasse keniana conquistò il primo titolo mondiale della sua carriera a Londra nell’agosto 2017 in 14’34”86 precedendo l’etiope Almaz Ayana. Poche settimane dopo si aggiudicò il Diamond Trophy vincendo la finale della Diamond League a Bruxelles sui 5000 metri in 14’25”88.

Nel periodo tra marzo e aprile Obiri si classificò quarta sui 3000 metri ai mondiali indoor di Birmingham in 8’49”66 alle spalle di Genzebe Dibaba, Sifan Hassan e Laura Muir, e vinse la medaglia d’oro ai Giochi del Commonwealth di Gold Coast in 15’13”11 davanti alla connazionale Margaret Chelimo Kipkemboi e all’inglese Laura Weightman.

Durante la stagione estiva 2018 Obiri vinse i 5000 metri al meeting di Rabat in 14’21”75 e la finale della Diamond League a Zurigo in 14’38”39 oltre alla medaglia d’oro ai campionati africani di Asaba sui 5000m davanti all’etiope Senbere Teferi. Si classificò terza sui 3000 metri in 8’36”20 alla Continental Cup di Ostrava.

Nel marzo 2019 Obiri completò l’en plein di titoli iridati vincendo la medaglia d’oro ai mondiali di corsa campestre sul difficile percorso di Ahrus in Danimarca precedendo l’etiope Dera Dida. Soltanto Kenenisa Bekele era riuscito a vincere in campo maschile tutti i titoli mondiali a livello outdoor, indoor e nella corsa campestre.

Era il percorso più difficile sul quale abbia mai corso ma sicuramente il più bello. In avvicinamento ai Mondiali avevo svolto molti allenamenti in salita per prepararmi al meglio per questo appuntamento.

La gara di Ahrus è stata molto più dura di quelle che corro in pista ed è stata un’ottima preparazione. Sapevo che non sarebbe stato un test di velocità ma una gara difficile sul piano mentale.

È stato il mio debutto ai mondiali di cross e la mia unica chance di vincere questo titolo perché probabilmente non correrò più altre corse campestri”.

Ahrus è stato l’inizio di una stagione estiva straordinaria nella quale ha conquistato il secondo titolo mondiale consecutivo sui 5000 metri a Doha con il record dei campionati di 14’26”72 davanti alla connazionale Margaret Chelimo oltre alle vittorie in Diamond League sui 3000 metri a Doha in 8’25”60 e a Londra sui 5000 metri in 14’20”36.

Non è stato facile stabilire il primato dei campionati senza pacemaker, ma ho sentito il sostegno del pubblico e sono rimasta concentrata. È stata una stagione lunga con i Mondiali di cross, la Diamond League e i Mondiali”.

Obiri è una mezzofondista in grado di eccellere su tutte le distanze dagli 800 metri, dove vanta un personale di 2’00″54, ai 10 km, distanza sulla quale ha corso in 29’59” alla Corrida di San Silvestro di Madrid su strada.

Detiene il primato africano sui 3000 metri con 8’20”68, i primati keniani sul miglio (4’16”15) e sui 5000m (14’18’37) e un personale di 3’57”05 sui 1500 metri. Dall’inizio del 2017 ha vinto 15 gare su 18 sui 5000 metri e vanta il maggior numero di prestazioni al di sotto dei 14’30” nella storia.

Nel corso della scorsa difficile stagione 2020 segnata dal Covid-19 la keniana ha vinto tre gare su quattro stabilendo due migliori prestazioni mondiali dell’anno in meeting della Wanda Diamond League sui 5000 metri con 14’22”12 (quarto miglior tempo della sua carriera) a Montecarlo e con 8’22”54 sui 3000 metri a Doha (suo secondo crono di sempre). Obiri ha concluso la breve stagione con un successo al meeting del Continental Tour di Nairobi sui 5000 metri in 15’06”36.

Nonostante le difficoltà ho grandi ricordi del 2020. Sono andata vicino al mio personale sui 3000 metri a Doha in una gara che assomigliava molto ad un campionato del mondo.

A Doha ho sempre fatto molto bene. Ho vinto il mio secondo titolo mondiale e ho stabilito il record africano sui 3000 metri. È come una seconda casa per me”.

Nei momenti liberi Hellen cerca di passare il maggior tempo a casa con suo marito e allenatore Tom Nyadi e sua figlia.

Quando sono a casa il mio passatempo preferito è giocare con mia figlia. Fa cose divertenti e mi piace molto vederla giocare. Spero di avere un altro figlio, ma non so quando”.

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