Marybeth Sant-Price sogna Eugene dopo il bronzo di Belgrado

La velocista statunitense bianca grande sorpresa della stagione

Nel ricco panorama dei tanti velocisti statunitensi uomini e donne che si contendono, negli anni delle Olimpiadi o dei Campionati del Mondo, tre posti nel corso dei difficilissimi Trials di selezione, il nome della 27enne sprinter bianca Marybeth Sant-Price è comparso prepotente sulla scena internazionale da meno di un anno, da quando il 13 giugno 2021 ha fissato il suo personale sui 100 metri a 11″08, ma soprattutto dal 18 marzo di quest’anno quando ha conquistato la medaglia di bronzo sui 60 metri ai mondiali indoor di Belgrado, con il personale eguagliato a 7″04, battuta solo dalla fenomenale svizzera Mujinga Kambundji con 6″96 e dalla connazionale Mikiah Brisco con 6″99.

Sant-Price, che ha battuto di pochissimi millesimi la polacca Swoboda accreditata dello stesso crono all’arrivo, è rimasta talmente sorpresa dalla sua inaspettata impresa che, alla premiazione, quando è stato annunciato il suo nome, ha esitato prima di salire sul podio guardandosi intorno quasi per avere una conferma che quanto le stesse accadendo fosse totalmente reale, ed è salita dopo un breve cenno e sorriso delle sue due avversarie accanto a lei.

Quella sua esitazione era in qualche modo il simbolo delle difficoltà affrontate nel corso della sua carriera per arrivare a quel momento magico, un percorso pieno di insidie e di problematiche fisiche che l’hanno più volte portata vicino all’abbandono della sua attività agonistica

Nata il 6 aprile 1995 nella città di Parker, in Colorado, il suo talento per la velocità è stato scoperto su un campo di calcio quando aveva 10 anni e si era inizialmente appassionata a questo sport per cui, quando ha poi frequentato la Valor Christian High School, è stata inserita nella squadra di atletica della scuola, dando grande lustro ad essa con le sue prestazioni.

Il suo primo importante risultato lo raggiunse prima di compiere 18 anni, durante il suo ultimo anno di liceo, quando conquistò la finale dei 60 metri ai campionati USA indoor senior del 2013 ad Albuquerque, realizzando il suo personale di allora con 7″36 e poi, all’aperto sempre in quella stagione, realizzò il proprio primato sui 100 metri con un eccellente 11″25 che rappresentò, quell’anno, la miglior prestazione mondiale di una under 20, oltretutto al primo anno della categoria juniores.

Le sue avversarie dell’epoca erano ragazze che negli anni successivi hanno poi ottenuto ottimi risultati in chiave assoluta quali la medaglia d’argento olimpica della 4×100 a Tokyo, Javianne Oliver, la campionessa del mondo U20 dei 200m nel 2014 Kaylin Whitney, la campionessa del mondo della 4×100 a Londra Aaliyah Brown, ma anche la sua amica Mikiah Brisco che l’ha preceduta sul podio dei 60 ai mondiali di Belgrado.

Quella magica stagione del 2013 per la giovanissima Sant-Price sembrava l’inizio di una grande carriera e infatti, alla fine del 2013, è stata ingaggiata dall’Università dell’Oregon con cui ha gareggiato nel circuito universitario per tutto il 2014, diventando l’atleta di punta nella 4x100m, in squadra con Phyllis Francis, Jenna Prandini e Jasmine Todd.

Purtroppo però, verso la fine della stagione, a Marybeth venne diagnosticata una frattura da stress al piede destro che l’ha fermò per alcuni mesi successivi.

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La stagione 2015 fu molto simile alla precedente, disputata con l’Università dell’Oregon che raggiunse la finale dei 4×100 metri ai campionati NCAA sulla pista di casa a Eugene, con Sant-Price che fece una ottima frazione di staffetta ma venne coinvolta in un secondo scambio pasticciato che causò la squalifica per la sua squadra.

Ma la delusione ben peggiore dell’anno fu quando a Marybeth venne diagnosticata un’altra frattura da stress, questa volta nel suo stinco sinistro, e successivi accertamenti più accurati per capire la ragione di questo secondo problema, così simile al primo, evidenziarono che soffriva di osteopenia, vale a dire una progressiva riduzione della massa ossea tale da rendere le stesse ossa estremamente fragili.

Le sue parole su quel periodo: “È stato allora che il medico mi ha detto che per la mia salute avrei dovuto prendere un lungo periodo di stacco dalle competizioni e dagli allenamenti e così è stato, mi sono presa due anni di riposo al fine di provare a rafforzare maggiormente le mie ossa“.

Durante la sua assenza dalle competizioni è stata interpellata da Karim Abdel Wahab, allenatore della Colorado State University (CSU), che aveva mostrato interesse per la Sant-Price quando era un’atleta del liceo.

Anche le sue sorelle, Kristen ed Emily, avevano studiato alla CSU, quindi la Sant-Price conosceva bene quell’Università ma Brian Bedard, il capo allenatore della CSU, era un po’ riluttante a causa della lunga assenza della Sant Price dalle competizioni.

Bedard chiese allora a Marybeth di fare una gara sui 100 metri nell’estate del 2017, e le disse che se fosse scesa sotto 12 secondi l’avrebbe inserita nella squadra di Colorado, ma anche se ciò non avvenne, in quanto la velocista corse in 12″40 al rientro, Wahab chiese a Bedard di ripensarci e Sant-Price riuscì ad entrare nella sezione di atletica della CSU.

Le parole di Sant-Price: “Il mio periodo all’Oregon è stato molto difficile e c’è stato sicuramente un momento in cui ho pensato che non sarei mai stata dove sono ora. Nel 2016, quando mi è stato detto di ritirarmi per motivi medici, ho pensato che fosse tutto finito e che non avrei mai realizzato i miei sogni, le cose di cui sapevo di essere capace, ma una volta che ho iniziato alla Colorado State University, e ho deciso di tornare in pista, tutto è cambiato ed è iniziata la mia rinascita“.

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Una scansione della densità ossea alla fine del 2017 mostrò poi chiari progressi, e Sant-Price ebbe il via libera per riprendere definitivamente l’allenamento e la possibilità di competere. Anche se non stabilì alcun personale nel 2018, la sua prima stagione completa alla CSU fu per lei molto positiva perché capì di poter tornare a fare quello che più le piaceva.

Direi che il 2019 è stato il punto di svolta per me e le cose hanno iniziato a muoversi in una direzione positiva“, dice Sant-Price, che è sposata con Hunter Price, un decatleta con un personale di 8035 e un quarto posto ai campionati indoor NCAA del 2017.

Quando Wahab ha ottenuto un lavoro di coaching a South Carolina e ha lasciato CSU, Sant-Price venne poi allenata da Ryan Baily, l’allenatore di prove multiple a CSU (da non confondere con l’ex velocista internazionale con un nome simile).

La Sant-Price stabilì nel 2019 i suoi personali sui 60m nelle gare di inizio stagione, prima con 7″31, poi 7″26 e 7″18. Per la prima volta nella sua carriera ottenne poi un posto individuale ai campionati indoor NCAA, dove gareggiò nei 60m.

La sua carriera universitaria si concluse ai campionati NCAA all’aperto quell’anno, dove gareggiò nella 4×100.

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Il palcoscenico mondiale

Con la sua carriera universitaria conclusa e le sue lesioni finalmente alle spalle, Sant-Price ha intrapreso una carriera da professionista nel 2020.

Ha gareggiato fuori dagli Stati Uniti per la prima volta, ottenendo buoni piazzamenti in gare a Karlsruhe, Parigi e Dusseldorf, e poi è arrivata sesta agli US Indoor Championships di Albuquerque, il suo piazzamento più alto in un campionato nazionale.

La pandemia di Covid-19 ha messo fine alla sue gare nel 2020, per poi tornare gradualmente nel 2021, quando ha segnato nei 100 metri il suo personale di 11″08 che ha rappresentato un trampolino di lancio ideale per la stagione 2022.

Le uscite di inizio stagione della Sant-Price sono state a dir poco incoraggianti, con il personale stabilito già a metà dicembre sui 60m con 7″15 e poi 7″12. A gennaio ha stabilito i tempi da leader mondiale di 7.11 e 7.08, poi è andata ancora più veloce a Fayetteville a febbraio, correndo 7″06 e 7″04 per entrare nella top 30 della lista mondiale indoor di tutti i tempi.

Poiché era ancora un nome sconosciuto a livello internazionale, non è stata invitata a competere nel circuito internazionale, quindi tutte le sue gare erano in incontri collegiali a invito. Ma la Sant-Price non si è fatta scoraggiare.

Ha finito seconda ai campionati indoor degli Stati Uniti in 7″08, guadagnando un posto nella squadra per i campionati mondiali di atletica leggera Indoor Belgrado 22 e la sua ottima condizione è continuata nella capitale serba, vincendo la sua batteria in 7″07, posizionandosi seconda nella sua semifinale (7″05) e finendo terza in una finale altamente competitiva e di alta qualità eguagliando il suo primato di 7″04.

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Tutta la determinazione repressa e la frustrazione dai suoi anni ai margini potrebbe essere stato ciò che ha dato Sant-Price una forza particolare.

Le sue parole dopo il bronzo di Belgrado: “C’è voluta molta determinazione e fiducia per tornare mentalmente e fisicamente al punto in cui sono ora. Sono davvero orgogliosa di me stessa e di come ho gareggiato. È la mia prima squadra senior e il mio primo campionato del mondo, quindi sono felice di essere sul podio.

Mi sento molto orgogliosa di me stesso per come ho gestito l’intera situazione. Abbiamo avuto tre turni ed è stata una lunga giornata, ma sono uscito e ho gareggiato davvero bene anche se, fisicamente, la mia anca non si sentiva al 100%. Mi sono comunque presentata e mi sono esibito e questo mi ha dato molta fiducia.”.

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Di solito quando la Sant-Price dice alla gente che fa atletica, si presume che gareggi nelle medie o lunghe distanze.

Alta solo 1,55 m, non sembra la tipica velocista ma le piace sfidare le percezioni della gente su come dovrebbe essere un’atleta di potenza.

Non ho l’aspetto di una velocista, ma questo mi spinge e mi eccita. Mi piace uscire e dimostrare alla gente che non devi apparire in un certo modo se hai un talento. Sono piccola, ma mi piace andare là fuori e competere usando le mie doti“.

Ma con una medaglia mondiale ora in suo possesso, non passerà molto tempo prima che il mondo dell’atletica in generale inizi a prendere nota della forte e veloce Sant-Price.

Il campionato del mondo di Oregon22 è un obiettivo enorme per lei, non solo perché è un evento globale sul suolo di casa, ma perché è anche dove, nel 2015, la sua carriera di promettente sprinter universitaria sembrava dovesse finire per sempre. Dire che Sant-Price ha un conto in sospeso a Hayward Field è un eufemismo.

Non bisogna mai lasciare che qualcuno possa definire il proprio percorso. Mi sento come se stessi solo ora toccando il mio potenziale che avrebbe potuto interrompersi già da molto tempo.

Credo che mie possibilità siano tante, ma voglio prendere le cose con calma, gara dopo gara senza pensarci troppo. Penso che la mia forma della stagione indoor si tradurrà in qualcosa di importante anche all’aperto. Adesso corro con una grande fiducia di me stessa e sono davvero curiosa di vedere cosa io possa fare prossimamente.”

Intanto, nei giorni scorsi ha debuttato all’aperto a Fort Collins, in Colorado, vincendo i 100 metri in 11”29 con vento contrario di -1.1 m/s.

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