Murto orgoglio finlandese dell’asta femminile

La storia della 24enne saltatrice campionessa europea

Wilma Murto è un’atleta finlandese di 24 anni, specialista del salto con l’asta disciplina  in cui è diventata lo scorso agosto, a Monaco di Baviera, campionessa europea con l’ottima misura di 4,85 che le ha anche regalato il nuovo primato della sua nazione, quello della manifestazione, oltre che naturalmente il suo personale.

Murto si era rivelata sin da giovanissima a soli 17 anni sul grande palcoscenico internazionale quando, il 31 gennaio del 2016 in un meeting indoor a Zweibrücken in Germania, aveva migliorato in una delle sue prime gare da juniores il record mondiale under 20 della specialità con la misura di 4.71 metri, primato peraltro ancora imbattuto.

Fu una prestazione straordinaria che però l’atleta finlandese ricorda ora come qualcosa di accaduto quasi per caso con la conseguenza, oltretutto, di aver creato su di lei una serie di aspettative di ogni genere che l’hanno messa nella condizione di dover faticare per mantenere quella fondamentale serenità, indispensabile per continuare al meglio la sua attività agonistica.

Murto, cresciuta nella piccola città di Salo nel sud-ovest della Finlandia dove la sua famiglia ha un allevamento di circa 200 animali, ha iniziato a praticare l’atletica all’età di quattro anni stimolata da un contesto di sportivi intorno quale suo padre Matti, che correva e faceva il salto in alto, sua cugina Iida diventata poi una giocatrice di pallavolo professionista e anche da una parentela con Voitto Hellsten, medaglia di bronzo olimpica dei 400 metri nel 1956 a Melbourne per la Finlandia.

Wilma ha provato varie discipline prima di scoprire il salto con l’asta quando aveva nove anni, invogliata anche dalla madre Sari che studiava per diventare allenatrice e che la fece seguire da un suo professore, Jarno Koivunen, che tuttora guida la saltatrice.

Tornando a quando accadde dopo il record del mondo del 2016, Wilma e il suo tecnico hanno intrapreso la strada di rafforzare le fondamenta della sua tecnica di salto, ritenendo che quel risultato di 4,71 fosse arrivato troppo presto e, infatti, negli anni successivi  l’atleta non si è più avvicinata a quella misura, ma questo non le ha impedito di partecipare a tutte le più importanti manifestazioni internazionali a cominciare dai Mondiali under 20 di Bydgoszcz nel 2016 e dagli Europei sempre juniores di Grosseto nel 2017, manifestazioni giovanili in cui ha conquistato due medaglie di bronzo, e poi agli Europei di Amsterdam nel 2016, a quelli di Berlino nel 2018, ai Mondiali di Doha nel 2019, ma soprattutto a due Olimpiadi nel 2016 a Rio e nel 2021 a Tokyo, oltre che naturalmente ai Mondiali di Eugene di quest’anno e agli Europei di Monaco che l’hanno vista conquistare il titolo.

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Rivivendo più nel dettaglio le sue iniziali esperienze giovanili Murto ama ricordare di come si sia avvicinata al salto con l’asta: “Si adattava bene alla mia personalità. Ero una bambina impavida che si arrampicava sugli alberi e si buttava giù. La parte estrema del salto con l’asta mi ha appassionato“.

Con le strutture di allenamento situate a un’ora di distanza da casa sua, si trattava di un grosso investimento di tempo che vedeva la madre, poi diventata allenatrice del club di atletica di Salon Vilpas, portare sua figlia a percorrere insieme a lei circa 500 km avanti e indietro ogni settimana.

Ancora Murto su quel periodo: “Quando avevo 16 anni mi sono trasferita a Turku, dove vivo ancora ora, per studiare e allenarmi. Adesso, dopo le scuole superiori, sto studiando comunicazione all’Università di Scienze Applicate“.

All’età di 16 anni Murto ha fatto il suo debutto internazionale, essendo la più giovane tra le atlete del salto con l’asta ai Campionati Mondiali under 20 del 2014 a Eugene, grazie al fatto di avere superato per la prima volta i quattro metri, ma 18 mesi dopo ha fatto il salto magico della sua iniziale carriera.

Gareggiando nella città tedesca di Zweibrucken alla fine di gennaio 2016, ha superato l’asticella di 4,71 m per aggiungere sette centimetri al record mondiale under 20 stabilito dalla neozelandese Eliza McCartney il mese precedente.

Poi è arrivata la stagione all’aperto, durante la quale Murto si è classificata settima ai Campionati europei assoluti di Amsterdam, ha conquistato il bronzo ai Campionati mondiali under 20 di Bydgoszcz e poi ha fatto il suo debutto olimpico a Rio.

Le parole di  Murto: “È stata una valanga. Battere il record mondiale under 20, ovviamente, ha aperto molte porte ma per una diciassettenne è stato molto difficile gestire queste aspettative e poi non saltare più 4,70 m per molti anni.

Non è stato facile ascoltare le critiche perché avrei voluto sentire invece che avevo tempo per seguire i mio ritmi di crescita, per imparare a essere un’atleta professionista, perché questo richiede anni ed esperienza, prove ed errori. In sostanza essendoci grande attenzione su di me, i miei errori erano abbastanza pubblici e facili da criticare“.

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Ma c’è dell’altro nella storia della saltatrice finlandese, di cui lei parla con tanta passione nella speranza di poter aiutare altri, nello stesso modo in cui hanno aiutato lei, vale a dire il suo rapporto inizialmente complicato con il cibo e l’alimentazione.

Così ricorda: “Ero una bambina e, anche se ero abbastanza alta in giovane età, mangiavo abbastanza e per questo quindi ho ricevuto molti commenti sul mio corpo quando stavo crescendo nel senso che dicevano che ero sempre più grossa.

Ho pensato che ero contenta di essere più pesante di prima, perché allora ero una bambina ma poi ho dovuto lottare molto con l’alimentazione e ci sono voluti anni di lavoro sull’aspetto mentale. Questa è una delle cose più importanti che sono cambiate nella mia testa.

Spero che gli atleti più giovani sentano il mio punto di vista nel senso che ci sono articoli su di me in cui si dice che ora, che ho l’aspetto di un’atleta, ho prestazioni migliori e che sono più leggera, cosa che in realtà non è nemmeno vera. Vogliono attribuire il mio successo con i cambiamenti del mio corpo, ma la cosa è molto più complessa di quanto sembri.

Ci sono voluti anni di lavoro mentale di accettazione e di decisioni alimentari per dare al mio corpo ciò di cui ha bisogno, non che mi stia privando delle cose che amo per perdere peso o cose del genere“.

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Credo che questo tipo di successo ti dia la possibilità di parlare di cose che ritieni importanti. Sono molto contenta di aver avuto dei mentori che hanno parlato di queste cose, come Holly Bradshaw, che è stato un grande esempio per me“, aggiunge Murto, condividendo l’esperienza della britannica medaglia di bronzo olimpica che ha spesso parlato dell’argomento e delle critiche che aveva ricevuto per il suo fisico apparentemente non atletico.

È una cosa che mi ha aiutato, dato che ha avuto esperienze simili a quelle che ho avuto io. Vorrei che tutti avessero questo tipo di persona da cui imparare e da cui ricevere sostegno in questo viaggio, perché può essere lungo e difficile. Ma spero che storia dopo storia si diffonda questa conoscenza“.

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La grande svolta nella carriera di Murto è stata dopo il 2020, anno dell’inizio della pandemia mondiale quando, dopo aver mancato la finale ai Campionati del Mondo 2019 a Doha, è tornata sul grande palcoscenico internazionale delle Olimpiadi di Tokyo, arrivando quinta ai suoi secondi Giochi Olimpici e, nel mese successivo, ha superato i 4,72 m a Tampere migliorando di un centimetro il suo personale di cinque anni e mezzo prima.

All’inizio di quest’anno, in realtà, vi sono state per la saltatrice una serie di contrattempi a partire da un piede rotto a gennaio, il Covid a marzo e altri malanni nel mezzo.

L’esperienza, però, le ha insegnato a mantenere fiducia e, a giugno, è riuscita a tornare alle competizioni, ottenendo poi il sesto posto ai campionati mondiali di Oregon22, nella stessa città statunitense in cui otto anni prima aveva fatto il suo debutto internazionale.

È stato molto nostalgico tornare a Eugene. Ho riflettuto molto su quanta strada avevo fatto. È stata la mia migliore prestazione a un grande campionato internazionale, quindi in un certo senso ero abbastanza soddisfatta, ed è stato un biglietto da visita importante.

Ma la prima cosa che ho detto al mio allenatore dopo aver fallito la terza prova a 4,70 metri è stata che non volevo più arrivare sesta e che non ero soddisfatta perché sapevo di valere di più

Una medaglia ai Campionati Europei di Monaco era l’obiettivo da sempre, anche dopo le battute d’arresto dell’inizio dell’anno, ma non è stata solo la vittoria della medaglia d’oro a impressionare, bensì il modo in cui Murto l’ha ottenuta.

Migliorando il suo record nazionale per tre volte, ha superato 4,75 m e 4,80 m ai primi tentativi e si è confermata campionessa quando la due volte medaglia d’oro Katerina Stefanidi ha fallito i suoi due tentativi a 4,85 m.

La campionessa olimpica greca del 2016 aveva scelto di passare direttamente a quell’altezza dopo un fallimento a 4,80 m ma Wilma ha mantenuto la calma. Dopo un primo tentativo fallito, non aveva bisogno di provare 4,85 m una seconda volta, ma voleva farlo.

Con la sua famiglia sugli spalti e al grido di “Wilma, Wilma”, Murto è rimasta un’immagine di compostezza. Ha fatto un respiro profondo, ha corso lungo la pista e ha volato.

Sento che non ci sono parole per descrivere quel tipo di esperienza. Ho un ricordo molto più forte di ciò che ho provato a 4,75m e 4,80m, ma quel 4,85m è il punto in cui le mie parole si fermano.

È stata una notte magica, ma anche un’esperienza strana, considerando come mi sono sentita durante tutta la gara. Prima che Kat facesse il suo ultimo salto a 4,85 m, avevo già in mente due scenari. Se si libera, cosa faccio? Se non lo supera, sono la campionessa europea e cosa faccio? Avevo già deciso che se non l’avesse superato, avrei voluto riprovare con 4,85 m, perché sentivo di avere un grande salto.

Ho mantenuto il flusso per un altro salto e quando l’ho superato mi sono messa a piangere. È stato pazzesco. È la sensazione di essere inarrestabile, di non poter sbagliare in quel momento“.

Dopo Monaco, Murto ha gareggiato altre due volte in Germania e due volte in Svizzera, arrivando terza al meeting della Wanda Diamond League di Losanna e poi quinta nella finale di Zurigo. Dall’inizio del suo percorso a Eugene under 20 fino alla partecipazione all’evento mondiale assoluto otto anni dopo, Murto ha chiuso il cerchio nel 2022 e una cosa è certa: continuerà a fare un passo alla volta.

La cosa più importante che ho imparato è che ci sono cose che puoi controllare e altre che non puoi controllare. L’importante è sapere quali sono le cose che puoi controllare e fare del tuo meglio per occuparti di quella parte.

È una cosa di cui sono molto grata: la mia esperienza come U20. Sento di aver gestito la pressione quest’anno molto meglio di allora, perché avevo quell’esperienza precedente.

Non si può fare molto, non si può controllare molto. Cerco di concentrarmi su questo“.

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